Progetti storici – La struttura scolastica Elsa Triolet di Saint Denis è stata la prima opera realizzata dallo studio Porro-De La Noue

Il sodalizio professionale fra Ricardo Porro e Renaud De La Noue ha avuto inizio nel 1986. Circa venti anni sono trascorsi da quando Porro,dopo aver realizzato le celebri scuole delle Arti Plastiche e di Danza nell'Avana e la successiva inaspettata emarginazione professionale da parte di certa cultura del regime, emigrando in Europa arriva a Parigi per stabilirvisi. È un connubio positivo fra due generazioni - Porro, oggi ottantaduenne, ha circa 30 anni in più di De La Noue -, due retroterra culturali e due differenti caratteri. Il collegio Elsa Triolet, il primo lavoro realizzato dallo studio Porro-De La Noue, è un esempio di urbanismo di ispirazione mediterranea, che testimonia la capacità degli architetti di ricreare la città dentro la città. L'istituto, che ospita seicento allievi, è situato in Saint-Denis, un'antica cittadina oggi sobborgo di Parigi, in un ambito urbanistico degradato privo di spazio pubblico. La città è nota per la cattedrale gotica, dove sono le tombe dei re di Francia, eretta dall'abate Suger. Porro riferisce di aver sentito profondamente lo 'spirito del gotico' e, al tempo stesso, la necessità di offrire nuovi e dinamici spazi per la collettività.

Una struttura immersa nel tessuto urbano
L'organismo si inserisce in modo vibrante nel tessuto urbano, realizzando un collegamento pedonale fra due arterie cittadine e due piazze comunicanti che offrono nuovi ambiti di incontro per gli studenti e gli abitanti del quartiere. Una lunga, curvilinea cinta muraria di mattoni, ritmata da bovindi costruiti a guisa di piume di uccello che evocano mensoloni e doccioni gotici, dà forma a una coinvolgente quinta urbana che, delimitando il viale di accesso, sembra 'risucchiare' il passante con forza centrifuga verso l'ingresso, sotto la metaforica testa di un uccello, una mirabile proiezione materica rivestita in laterizio. Tutte le aule e le sale del piano terra si aprono su un giardino protetto che lo isola dalla strada. L'edificio, in relazione al programma funzionale, si dispiega in due ali di differenti dimensioni raccolte nel nucleo centrale, costituito dall'atrio di ingresso e dal foro. Qui si concretizza la duplice invenzione degli architetti. Da un lato, la volontà di giocare con la rappresentatività della forma: scegliendo quella più appropriata da introdurre in quello specifico contesto ha portato - spiegano gli autori - all'idea di una colomba. Creatura alata simbolo di pace, desiderio comune in un'epoca - inizi anni '90 - di fine dei conflitti est-ovest e di tregua in Medio Oriente, ma anche allegoria della conoscenza, adatta a un luogo di cultura, di insegnamento.

Forme che si confondono
Un bassorilievo, all'inizio del viale, fornisce una chiave di comprensione dell'edificio: un grande libro, da cui emerge un uccello con le ali agitate, un po' al modo di un'opera futuristica. L'ingresso offre una dinamica percettiva spettacolare. Entrando, si incontra un ambiente dilatato e molto illuminato con vetrate colorate,'goticamente' liturgico, dominato dalle flessuose e plastiche costole strutturali che, simili allo scheletro di un dinosauro, sorreggono le coperture e i due ballatoi di circolazione dei piani superiori che, come tendini di muscoli, legano le due ali dell'edificio. Successivamente, lo spazio si contrae nel passaggio sotto il primo ballatoio e si apre nuovamente verso l'alto e verso il basso nell'ambiente ellittico delle gradonate del foro. Sul lato interno, è ancora più evidente l'allegoria della colomba, dove le tettoniche ali, curvandosi, generano una corte interna di ricreazione mentre il disegno del pavimento simula la coda dell'uccello. Lungo questo curvo prospetto, si snoda, protetta dall'ala maggiore, la lunga scala di collegamento ai piani superiori. Funzionalmente, delle due ali, una è riservata alle varie aule di istruzione generale ed artistica; l'altra raccoglie la formazione tecnica, i servizi e la semi-pensione.

Materiali integrati
Ciascuna aula specialistica presenta una propria conformazione e volume adeguati al suo impiego. Così, la sala di disegno prende la volumetria di un atelier artistico, la sala di musica quella di un piccolo auditorium con il fondo curvo per una migliore acustica di ritorno. All'estremità dell'ala maggiore, la biblioteca, con piano mezzanino, ripropone in scala minore il simbolo del collegio e appare come un piccolo uccello congiunto all'edificio principale. I materiali utilizzati sono stati scelti per la loro semplicità, la loro resistenza e, in particolare per il laterizio, per la migliore integrazione con le costruzioni tradizionali del sobborgo parigino. L'elaborazione del dettaglio in “cotto” intende riproporre l'interesse per le decorazioni delle costruzioni degli inizi del XX secolo.«Grazie ai suoi giunti e alle variazioni cromatiche, questo materiale - spiega De La Noue - conferisce una particolare vibrazione alle facciate dell'edificio esaltandone la vivacità».