Recuperi – A Würzburg, in Germania, la vecchia area portuale è stata valorizzata con la trasformazione di un ex magazzino di grano in un centro culturale

Un canale artificiale sul Meno struttura l'area dell'antico porto fluviale Alter Hafen a Würzburg, una cittadina universitaria circondata da vigneti nella Germania meridionale. Su di esso, ai piedi di una collina, campeggia un ex magazzino del grano risalente ai primi del Novecento che si estende lungo il fiume per una lunghezza di 150 metri: un grosso volume, a lungo rimasto senza funzione, che rappresenta un fuori scala nel contesto costruito. Il progetto, messo a punto dallo studio tedesco Brükner & Brükner e promosso dalla municipalità di Würzburg, riguarda la conversione e l'ampliamento dell'ex deposito per trasformarlo in un centro culturale, un “magazzino della cultura” contenente la galleria civica di arte moderna e contemporanea, che necessitava di uno spazio espositivo più ampio e adeguato, la preziosa raccolta privata di arte concreta del collezionista berlinese Peter C.Ruppert, spazi per mostre temporanee e un teatro da 200 posti.

Un nuovo polo culturale
Il progetto di riconversione dell'ex deposito di mattoni e pietra è il frutto di un concorso internazionale che, fin dall'inizio, si è posto l'obiettivo non solo di trasformare l'ex magazzino nella sede del nuovo centro culturale ma, facendo leva sulla doppia frontalità che caratterizza la costruzione e per la sua posizione di cerniera tra la città e il fiume, anche di incidere sullo sviluppo futuro di Würzburg. La progettazione del centro culturale nel vecchio magazzino è stata condotta insieme alla riqualificazione urbana di questa porzione di territorio dismesso ai margini della città e ha dato il via alla creazione di un nuovo polo di attrazione completato da servizi per l'intrattenimento e il tempo libero, comprendenti un cinema multisala, un albergo, un posteggio e una passeggiata sulla darsena che riqualifica le sponde fluviali.

La preservazione degli elementi originari
Il principio fondatore dell'intervento è stato quello di preservare, per quanto possibile, gli elementi originari dell'involucro murario e di parte della struttura di legno, senza rinunciare a intervenire con decisone per rispettare le esigenze dettate dal nuovo programma funzionale. La soluzione è stata quella di separare la nuova costruzione dal contenitore storico, creando una scatola di calcestruzzo armato nella scatola storica di mattoni e pietra, con il risultato che i nuovi spazi sono come un tesoro nascosto e custodito dentro le mura del vecchio magazzino. La progettazione si è concentrata, con tre diversi approcci, su tre distinti fronti: l'alzato, l'interno e le nuove “superfetazioni” (ovvero il corpo di costruzione aggiunto a un edificio dopo il suo completamento). La facciata restaurata è stata solo parzialmente modificata attraverso l'inserimento di alcune singolari aperture che contraddicono, per scala e conformazione, la scansione ritmica delle forature originali per individuare l'accesso principale verso la città e quello secondario verso il fiume.

Il nuovo spazio interno in calcestruzzo
L'interno è stato svuotato e riempito con un nuovo contenitore di calcestruzzo armato indipendente dall'involucro storico che permette di ospitare in modo adeguato gli spazi espositivi, la cui organizzazione sarebbe risultata incompatibile con la fitta rete strutturale dell'ex magazzino, senza gravare sulle murature esistenti. Lo scheletro strutturale di legno della costruzione storica, liberato delle finiture di solaio, è stato mantenuto nella porzione centrale dell'edificio per dare vita a uno scenografico foyer a tripla altezza illuminato verso lo Zenit. Lo spazio che si estende longitudinalmente tra il contenitore di calcestruzzo armato e l'involucro storico di pietra ospita i connettivi di distribuzione orizzontali e le scale lineari, che permettono di raggiungere i tre livelli fuori terra in cui si articola lo spazio espositivo e quello interrato contenente il teatro, gli spazi commerciali e di magazzino.

Un'estetica contemporanea
Quattro nuove “superfetazioni” di vetro e pietra aumentano la superficie dell'edificio esistente permettendo di rispondere pienamente al programma funzionale del centro culturale. I due volumi cubici, collocati in corrispondenza di entrambe le estremità della costruzione, sono realizzati con struttura portante di acciaio e caratterizzati da una facciata strutturale in montanti e traversi di allumino, protetta da una pelle di lamelle orizzontali di pietra. La pietra armonizza le addizioni all'edificio storico, del quale è ripreso anche il gioco bicolore che segna il basamento, pur utilizzando un linguaggio pienamente contemporaneo, sintetizzato nella scelta della conformazione a lamelle del rivestimento. Due simmetrici volumi cubici rivestiti di lastre di vetro verde serigrafato, contenenti una caffetteria, una biblioteca e spazi per piccoli workshop con vista sul fiume realizzati in corrispondenza della facciata occidentale, marcano l'assialità della costruzione e sottolineano l'ingresso secondario rompendo puntualmente l'atonalità del rivestimento di pietra.

*Foto di Peter Manev e Andre Mühling