Ambiente – Esperti e imprese hanno fatto il punto sulla situazione delle certificazioni e sul ciclo di vita degli oggetti

“Parametri e Certificazioni”, il terzo Incontro sostenibile a cura di Best Up, è servito a fare il punto sulla possibilità di una sostenibilità più accessibile a imprese e designer. Può la certificazione essere un cammino di autoformazione, valorizzazione e miglioramento all'interno del processo che dal design porta alla produzione e al consumo? Come capire se un prodotto proposto come sostenibile lo è davvero? Come orientarsi fra certificazioni e parametri, nazionali e internazionali? Queste le domande poste sul tappeto agli esperti in materia che hanno partecipato all'incontro.


La valutazione del ciclo di vita di un prodotto
L'intervento di Alessandra Zamagni dell'ENEA si è concentrato sull' “Approccio LCA (Life Cycle Assessment, ovvero Valutazione del Ciclo di Vita) nella comunicazione ambientale”. La ricercatrice ha spiegato come nel nostro paese il mercato degli ecoprodotti si stia espandendo con grande rapidità. A livello mondiale l'Europa primeggia sia nel campo degli ecoprodotti che delle tecnologie ambientali e le aziende che assumono gli aspetti ambientali (processo e prodotto) sono tra le più innovative. L'analisi LCA risulta ottimale per fornire informazioni ambientali attendibili in quanto tiene conto di tutto il sistema di relazioni relative al prodotto ed è un forte stimolo a intraprendere miglioramenti continui e condivisi da tutti i settori dell'impresa. La sostenibilità é fattore competitivo per le imprese, necessario per entrare nell'orbita degli “acquisti verdi” delle pubbliche amministrazioni.


L'esperienza di Icea e Bticino
Paolo Foglia di Icea , sezione ricerca e sviluppo, ha illustrato “L'esperienza del protocollo di certificazione Icea-Anab in edilizia e nell'arredamento”. L'Istituto ha messo a punto una delle prime certificazioni interamente italiane nel campo dell'edilizia bio-ecologica (10 aziende edili e 26 classi di prodotti certificati). Da circa un anno il protocollo si sta estendendo anche al settore dell'arredo scolastico. Alberto Costa di BTicino, ha evidenziato come il metodo LCA possa senz'altro migliorare le condizioni di lavoro e la qualità dell'ambiente produttivo: in Bticino, per esempio, sono stati eliminati il cromo esavalente e i cianuri dai bagni di zincatura. In ordine ai prodotti, è stata focalizzata la questione della dematerializzazione: la massa complessiva del prodotto è stata ridotta in percentuali variabili tra il 10 e il 60%.


L'ecocompatibilità in 4 passi
Leo Breedveld, esperto LCA dello Studio 2B ha parlato di “LCA come strumento strategico nello sviluppo di prodotti eco-compatibili". Un'azienda che intraprende il percorso LCA accetta di mettere in discussione il proprio operato e si impegna ad analizzarlo lungo tutta la filiera, fornitori compresi. È un percorso condiviso che, trasferendo conoscenza, favorisce il confronto e la comunicazione. Il metodo di lavoro prevede 4 fasi: identificazione dell'obiettivo e del campo di applicazione in cui viene sviluppato un dettagliato “albero” dei processi comprensivo di tutti gli input e gli output; analisi dell'inventario con la raccolta dei dati relativi ai singoli processi; valutazione dell'impatto su salute, risorse e qualità dell'ecosistema e, infine, interpretazione dei risultati in relazione agli obiettivi predefiniti.


La sostenibilità nell'architettura
La relazione finale è stata dell'arch. Marco Nardini della Sapienza Vallegiulia di Roma, che guida il Corso di Grafica e Progettazione multimediale della facoltà capitolina e che con l'arch. Sabina Santovetti sta portando avanti il progetto “+LCA-CO2” sul tema della sostenibilità in architettura, nella grafica e nel design. Nardini ha auspicato che l'approccio tecnico-progettuale sia integrato con una visione umanistica, poiché l'impatto che prodotti, processi e progetti hanno sull'ambiente è ampio e articolato e riguarda la società intera.