Materiali – L'incessante sperimentazione materica dell'architetto americano porta a inaspettate conseguenze anche l'estetica del Vontz Center di Cincinnati, con il suo flessuoso involucro di mattoni

Il Vontz Center for Molecular Studies di Cincinnati ospita laboratori e uffici per ricercatori nel settore delle neuroscienze; è stato progettato da Frank Gehry per costituire una porta d'accesso al campus universitario della città. L'edificio, posto all'incrocio di due arterie di elevata percorrenza, si sviluppa per cinque piani e presenta un impianto cruciforme, con gli ambienti per la ricerca distribuiti nei corpi di fabbrica orientati nord-sud e gli uffici collocati nell'ala est-ovest. Al centro dei quattro bracci, si apre un atrio illuminato dall'alto, dove trovano posto spazi comuni, servizi e corpi di collegamento verticale.

Una struttura discontinua
La struttura dell'edificio è discontinua, formata tra travi e pilastri in calcestruzzo armato e acciaio; il reticolo portante è ricoperto da un involucro di chiusura stratificato, che comprende un pannello prefinito interno in cartongesso, uno strato isolante, un'intercapedine libera e un rivestimento esterno in mattoni per uno spessore complessivo di 39 cm. Il rivestimento laterizio è costituito da pannelli prefabbricati della profondità di circa 9 cm, circoscritti da un frame metallico e agganciati alla sottostante struttura grazie a staffe e a profili in acciaio.

Involucro stratificato
La peculiarità di tale scocca esterna è di entrare in sinergia con il sistema degli altri strati, compartecipando ai meccanismi di tenuta e coibenza dell'involucro senza perdere la sua fisionomia figurale.
Pur non essendo concepita come una cortina portante monomaterica e continua, la parete stratificata veicola comunque un'idea compositiva di corposo guscio protettivo e separatore. L'opera muraria, solida e piena, viene in questo modo riproposta in un assetto basato sull'integrazione tra anima strutturale - concretizia e metallica - e rivestimento in mattoni. Preservata nelle sue qualità tessiturali, ma svincolata da compiti strutturali, essa si può piegare con nuova duttilità alle operazioni di taglio, rigonfiamento e flessione richieste da Gehry alle “scatole murarie”, o meglio a ciò che di esse rimane dopo che egli le ha rimodellate in forma di composizioni fluide e dinamiche di superfici.

Architettura deformata
Come sempre, infatti, il progettista americano interviene sui corpi edificati fratturandoli, deformandoli e incastrandoli tra loro, con processi di scissione, rotazione e fusione.
Anche il Vontz Center si presenta all'osservatore come un articolato complesso di volumi, che si spaccano, s'intrecciano e si compenetrano. Così a Cincinnati,Gehry declina il laterizio, materiale della tradizione costruttiva dei campus universitari statunitensi, in forma di coltri di ricoprimento, ritagliate e ripiegate: una serie di enormi bow-window, con esile struttura in alluminio, si apre sulle facciate per rivelare la scansione dei piani interni. La maglia ortogonale, creata dalla giustapposizione dei pannelli di rivestimento preassemblati - leggibile in filigrana sui prospetti - enfatizza l'inclinazione rispetto alla linea di terra o l'andamento curvo degli spigoli dell'edificio. Il contorno dell'insieme è reso leggibile grazie ai generosi profili metallici continui, lasciati in vista sugli angoli dei corpi di fabbrica.

Sperimentazione polimaterica
Polimaterica e onnivora, l'incessante sperimentazione dell'architetto californiano, dopo essersi nutrita di rame, acciaio, zinco e titanio in forma di lastre, scaglie e griglie traforate, non rinuncia a metabolizzare anche i materiali più duri, come la pietra, applicata in forma di rivestimento sottile nell'American Center di Parigi, o di placcatura più corposa nella DG Bank di Berlino, o come, appunto, il laterizio nel Vontz Center o negli edifici a torre nel quartiere Neue Zollhof di Düsseldorf. Per tali materiali, apparentemente meno disponibili a dar vita ai suoi nastri sinuosi e frastagliati e alle sue forme plastiche spremute o dilatate, Gehry inventa un nuovo linguaggio, del tutto originale e abilmente risolto fin nel dettaglio esecutivo.