Materiali – Trasformato, industrializzato, innovato, ma sempre presente nella tradizione del costruire, il laterizio ha mantenuto, nel corso della sua storia, una valenza simbolica capace di attraversare i secoli

Uno degli aspetti che desta maggior interesse e, al tempo stesso, curiosità nel panorama architettonico contemporaneo è constatare come, nonostante la ricerca tecnologica metta continuamente a disposizione nuovi prodotti e componenti, permanga, nella pratica del costruire, un rapporto “privilegiato” con alcuni materiali ritenuti insostituibili e, in alcuni casi, persino irrinunciabili. Tra questi, il mattone è forse quello che maggiormente esprime quel senso di continuità con la tradizione costruttiva locale e, nel contempo, concentra in sé il significato di particella elementare, di unità minima di un tutto più complesso che permette di scomporre l'architettura nei suoi minimi termini. Non è un caso, quindi, che in Olanda, terra di innovazione e sperimentazione, sia per uso dei materiali che per linguaggio architettonico, il mattone appaia così fortemente radicato anche nelle più recenti esperienze costruttive. Ciò è frutto di una forte tradizione, nata dalla cronica mancanza di materiale lapideo, ma anche da una capacità creativa che non rinuncia a individuare nuove modalità combinatorie ed espressive di quella particella elementare della quale si conosce ormai ogni più piccolo segreto.

Il materiale della tradizione e la forma del linguaggio
L'uso del mattone trova, in particolare nella città di Amsterdam, uno straordinario interprete in Hendrik Petrus Berlage, caposcuola di una più che dotata generazione di architetti. Il suo progetto per la sede della Borsa di Amsterdam, realizzata tra il 1896 e il 1903, è la sintesi dell'evoluzione del pensiero architettonico di quel tempo, in cui essenzialità strutturale e rigore formale si fondono offrendo una prova quanto mai rigorosa e attenta dell'uso dei materiali. Il mattone, abbinato a misurati inserti in pietra da taglio, scandisce le cortine edilizie segnalando, con cambi di tessitura, gli elementi strategici della composizione. Il motivo “a vuoto”, presente nel coronamento, è ripreso nella torre dell'orologio a bilanciare la presenza delle pietre usate per gli architravi, per i bancali e per il possente guerriero angolare che chiude lo spigolo dell'edificio sul fronte di accesso. Le membrature in laterizio conferiscono massa e possanza all'edificio e, nel contempo, la disposizione e il passo dei mattoni “disegnano” letteralmente la geometria generatrice delle forme architettoniche. In questo passaggio, cioè nella capacità di trasformare la semplice particella costruttiva in un elemento generatore di forme, risiede uno dei più interessanti risvolti dell'attività di Berlage, che conferma questa sua “onestà” costruttiva nell'uso sapiente ed essenziale delle strutture metalliche di sostegno della sala principale della Borsa. Qui il mattone diventa motivo ornamentale, a croce e a “lampada” nella parte superiore, bicromatico nella cornice di imposta delle travi di copertura, vetrificato di colore giallo e blu nelle pareti dei ballatoi e del pianoterra.

Creatività interpretativa e innovazione tecnologica
All'opera di Berlage e alle evoluzioni linguistiche di personaggi del calibro di Melchior Van Der Mey, Piet Kramer, Michel De Klerk, Jacobus Johannes Pietre Oud, le generazioni successive devono lo slancio creativo tanto nell'uso del colore quanto delle tessiture. Uno slancio che, nel progetto contemporaneo, si traduce in un continuo tentativo di reinterpretazione dei materiali della tradizione coniugato ad un costante aggiornamento delle tecniche e dei sistemi costruttivi. In un Paese all'avanguardia per l'uso di rivestimenti in metallo, legno, vetro, materiali plastici, sorprende come l'impiego del mattone rimanga una costante in una grande quantità di progetti che si differenzia per tipologia edilizia e per funzione, coinvolgendo tanto gli edifici pubblici quanto quelli residenziali. Qualche intervento, come quello di Claus en Kaan per il memoriale del Lager di Vught, lavora sull'orizzontalità del prospetto inserendo corsi di mattoni a vista leggermente aggettanti rispetto a una muratura intonacata.

I progetti moderni
Alcuni progetti, come quello di Diener per il nuovo quartiere residenziale di Ypemburg, nei pressi di Delft, si distinguono per l'uso del colore utilizzato per creare uno stacco materico tra i volumi e accentuare la lettura dei piani negli allineamenti di facciata. Altre realizzazioni alternano l'uso del mattone con materiali come legno e acciaio, sperimentando spesso l'impiego di sistemi di preassemblaggio o l'uso di elementi prefabbricati. Il ricorso a pannelli in calcestruzzo con rivestimento in laterizio unisce processi produttivi innovativi a tecniche di posa tradizionali, che continuano ad essere utilizzate nei punti di raccordo tra le superfici e in corrispondenza degli elementi di discontinuità della tessitura muraria. L'evoluzione delle tecniche costruttive ha permesso di utilizzare il mattone anche nel caso di edifici alti, come è testimoniato dalle torri realizzate da Wiel Arets a Rotterdam, “sdoganando” il mattone dai confini del residenziale a bassa densità. Il mattone scuro conferisce continuità al rivestimento dei volumi, la cui scala impedisce di cogliere l'unità minima della propria superficie conferendo loro l'aspetto di imponenti elementi monolitici intagliati. Tuttavia, se la spinta creativa e il supporto delle moderne tecniche di realizzazione hanno favorito l'uso del mattone nelle sue diverse forme, hanno anche portato a una progressiva dissociazione tra le valenze estetiche e quelle strutturali di questo materiale. Il ricorso al mattone può così divenire il territorio di esplorazione di quella parte dell'architettura che trova nella propria immagine uno straordinario veicolo mediatico e che identifica nelle superfici dell'involucro il principale strumento di comunicazione.

Un unico materiale per una molteplicità di immagini
Non mancano in terra olandese esempi di edifici in cui il protagonista assoluto della forma costruita è l'involucro in mattoni. Dalla piccola biglietteria di MVRDV per il parco della Fondazione Kröller-Müller alla stazione dei pompieri di Neutelings a Breda, il mattone è l'unità minima e, nel contempo, l'immagine complessiva dell'edificio. Nel primo caso, un piccolo padiglione con tetto a falde è tradotto in un prisma retto, con la sommità tagliata da due piani doppiamente inclinati, apparentemente realizzato di soli mattoni. Non è occultato, né può sfuggire all'osservatore, l'artificio operato sulla tessitura dei mattoni che palesa la diversa consistenza strutturale del prisma e che, ciononostante, comunica una straordinaria compattezza e unità del volume. Nel secondo caso, l'intero volume della stazione dei pompieri è scandito ossessivamente dal trattamento della superficie in laterizio, realizzata attraverso pannelli prefabbricati affiancati su cui sono disposti, con orientamento alternato, coppie di mattoni “all'inglese”. Tuttavia, è forse nel museo per la città di Arnhem, realizzato da Mecanoo, che la tradizione olandese nell'uso del mattone trova il suo più espressivo luogo di esposizione. L'intero museo, infatti, si sviluppa con una pianta rettangolare, tra due lunghi muri perimetrali interrotti solo in corrispondenza degli accessi. Il muro sul fronte principale è un vero e proprio repertorio di tessiture e di tipologie di mattoni. Corsi di mattoni bianchi, posati a 45°, si alternano a mattoni “all'inglese” e a corsi di mattoni disposti di testa. A questi si aggiungono composizioni di laterizi disposti a coltello e di piatto a creare un motivo geometrico ripetuto, semplici file di elementi di diversa dimensione e colore, ma anche tessiture irregolari o tridimensionali con coppie di mattoni disposti a coltello a sporgere dal piano della facciata. Le molte facce del mattone diventano così il principale motivo decorativo dell'involucro di un'architettura in cui coesistono, alimentandosi tra reciproche contaminazioni, tradizione e innovazione.