testo e immagini a cura di Carlotta Eco




Il nuovo Museion di Bolzano, studio KVS
testo e immagini a cura di Carlotta Eco

SCHEDA PROGETTO

Luogo: Bolzano,Italia
Committenza: Provincia Autonoma di Bolzano, Alto Adige,
Dipartimento Lavori pubblici
Progettisti: Krueger, Schuberth e Vandreike KVS
Direzione lavori: Studio Tecnico Dr.Ing. Siegfried Pohl
Progetto strutture: Ingenierbuero Krone
Progetto facciate: Wagner+Partner
Progetto acustico: Dipl. Ing. Renate Szabunia
Consulenza museale: bogner.cultural consulting Dieter Bogner
Progetto illuminotecnica e multimediale: Lichtvision
Impresa di costruzione: -
Tempi progetto: 2001 concorso
Tempi di realizzazione: 2005- 2008
Superficie costruita mq: -
Volume costruito mc: 43.600mq
Costo complessivo: -
Fotografie:
courtesy of KVS, archivio Museion (MU), redazione archinfo (reda), Skyscrapercity (SKC), Raul Hesse (RH),

Vedi la SCHEDA ARCHITETTO

Intro
Sabato 24 maggio è stato inaugurato il nuovo edificio del Museion il museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano, fondato negli anni Ottanta. Alla presenza degli architetti dello studio Krueger, Schuberth e Vandreike di Berlino (KVS) è stata aperta la prima mostra d'arte.

Il progetto del cubo

Gli architetti berlinesi hanno progettato due edifici separati da un giardino: il museo e una casa atelier, aperta agli artisti per la produzione delle loro opere.  La costruzione si presenta come un cubo (lungo 54 metri, alto 25 e largo 23) dalla struttura massiccia, costruita in acciaio e cemento, essa appare come svuotata internamente e aperta su due lati: una sorta di cannocchiale che mette in comunicazione il centro storico della città con il paesaggio del lungofiume Talvera.
Interamente composte di vetro, le facciate sui due fronti opposti, aprono il museo sulla città trasformandolo idealmente in una vetrina dell'arte. Le superfici trasparenti si scompongono in forme geometriche che si ripiegano verso l'interno come un imbuto.
Costituite ognuna da una doppia pelle di vetro esse contengono un sistema di lamelle mobili che grazie alla loro superficie opaca, di giorno, regolano il passaggio della luce solare, e di notte, invece, compongono un grande schermo per le proiezioni multimediali dall'interno. Le grandi vetrate possono essere oscurate dall'interno per le più diverse funzioni espositive.

modello del museo e pianta (1, 2 KVS) vista notturna (3 KVS),
esterno museion (4KVS) 

sezione (1 KVS), vista faccaiata esterna (2 KVS) proiezioni notturne (3)
interni (4 RH)

Gli interni

Gli spazi interni si articolano su quattro piani fuori terra e due sotterranei. L'accesso avviene da due livelli differenti: attraverso una scalinata si scende alla sala eventi posta al livello seminterrato, mentre una rampa in salita conduce i visitatori nel Foyer d'ingresso a doppia altezza. Gli spazi espositivi, resi flessibili grazie a un sistema di pareti mobili, offrono sempre un'apertura sull'esterno.
Per allargare e illuminare lo spazio espositivo, i progettisti hanno scelto di lasciare gli interni completamente bianchi ad esclusione di elementi funzionali quali ringhiere, maniglie e arredi. Oltre gli spazi espositivi il cubo contiene una biblioteca pubblica, ulteriore segno della volontà di apertura verso la città, una sala per la didattica, una per le manifestazioni, un bookshop e una caffetteria.
L'inserimento all'ultimo piano di grosse travi reticolari a sostegno della copertura crea un ampio spazio aperto completamente libero da pilastri o setti murari.

fasi del cantiere l'atelier degli artisti (1) il museion (2,3),
travi reticolari all'ultimo piano (4) 

La facciate ventilate

Le due facciate in vetro dell'edificio sono facciate ventilate. L'intercapedine di circa un metro che si forma fra una e l'altra, oltre a contenere le lamelle, funge da canale di areazione: l'aria risucchiata all'altezza della copertura viene convogliata dall'alto verso il basso sino ai locali tecnici posti nei sotterranei; qui viene reimmessa dall'altra parte per controllare la temperatura della facciata in quel momento più esposta alle variazioni esterne. La pelle di vetro esterna è letteralmente "appesa" alla copertura per mezzo di cavi e senza alcuna struttura portante verticale. La facciata interna invece si àncora a una struttura reticolare in acciaio interna all'intercapedine.
 

montaggio facciata ventilata: la pelle interna (1,2) le lamelle (3)
la facciata "appesa" (4) 

Un monolite scanalato: la pelle di metallo

Il rivestimento dell'edificio a "cubo" doveva sottolinearne il più possibile la forma astratta e geometrica. Scartata l'idea di un rivestimento in pietra, lo studio ha scelto e proposto l'utilizzo di pannelli di alluminio ancorati a montanti verticali. La superficie dei pannelli è caratterizzata da solchi geometrici a intervalli irregolari che, nelle intenzioni dei progettisti, richiamano il chiaro-scuro delle scanalature delle colonne ioniche.
I pannelli lunghi 4,8 metri e alti circa 80 centimetri, sono montati a filo uno accanto all'altro creando una superficie continua. Profonde fughe di giunzione di colore grigio scuro introducono un ritmo orizzontale.
L'intero edificio compresa la copertura, ben visibile dal paesaggio montuoso del contesto di Bolzano, sembra essere rivestito da un guscio metallico.
I pannelli sono un prodotto brevettato, frutto di una collaborazione fra lo studio KVS, che ne ha studiato il disegno e la tecnica di aggancio, e un'azienda produttrice tedesca.

la pelle di metallo, vista delle fughe (1) (2,3 reda),
dettaglio a terra del rivestimento facciata (4 reda) 

Due sinuosi ponti pedonali

A collegamento delle due sponde del fiume Talvera sono state realizzate due passerelle una pedonale e una ciclabile.
La loro forma curvoidale vuole suggerire una mediazione fra la rigida geometria del cubo e le forme sinusoidali del paesaggio fluviale.
La struttura in acciaio dei ponti è stata interamente realizzata in Germania. Il principio strutturale è simile a quello di una carena navale: un corpo cavo a sezione triangolare composto da una lamina d'acciaio dello spessore di 12 mm e irrigidito da costolature interne costituisce un corpo rigido autoportante. La loro sezione è variabile e si riduce in corrispondenza del centro del ponte. I "tubolari" realizzati dall'impresa tedesca "Max Bögl" sono stati realizzati in due pezzi interi lunghi circa 24 metri l'uno. Saldati in officina, sono stati poi giuntati in cantiere. Il trasferimento dei quattro pezzi delle due passerelle è avvenuto con mezzi di trasporto speciali che, per via delle grosse dimensioni, hanno dovuto evitare il Brennero, passando via Grado e Venezia. Una volta in cantiere i tubolari sono stati appoggiati su strutture in acciaio a cavalletto a loro volta ancorate su pilastri di cemento.

montaggio delle passarelle in acciaio(1,2,3,4,SKC)

appoggio tubolari sui cavalletti (1 SKC) le passarelle finite (2,3,4 reda)

"Arte in cantiere" il cantiere messo in arte

Il Museion è un'istituzione nata nel 1985 e, sin da subito, si è orientata al tema del linguaggio nell'arte. Durante il periodo dei lavori per la nuova struttura l'attività culturale della fondazione ha dovuto lasciare la vecchia sede. Si è aperto un periodo in cui le attività del museion si sono trasferite on the road con una fervida organizzazione di eventi e happening da parte della direzione.
Una di queste iniziative chiamata "Arte in cantiere" si è aperta con l'installazione dell'opera "A Change Of Mind" della coppia scandinava Elmgreen & Dragset, installata proprio sulle recinzioni del cantiere di costruzione del nuovo edificio: l'installazione oggi è fra le prime nuove acquisizioni della collezione della Fondazione del Museion.
Il posizionamento sulle staccionate faceva parte dell'opera d'arte stessa che aveva l'intento di suscitare una riflessione sul legame fra processi di pianificazione urbana e movimenti di opinione pubblica. Il cantiere della nuova sede è così divenuto veicolo per una forma d'arte che riflette sulle trasformazioni urbane: un buon inizio per un edificio dedicato all'arte contemporanea.

"Arte in cantiere" sul recinto del cantiere del Museion