internazionalizzazione – La Federazione ha partecipato all'iniziativa della Marina Italiana per creare nuovi rapporti commerciali in Africa e Medioriente.

La promozione internazionale è al centro di differenti iniziative sviluppate da FederlegnoArredo, con l'obiettivo di allargare gli orizzonti e creare nuove opportunità di business per le aziende dei settori dell'edilizia e del legno. Il programma di missioni b2b della Federazione è molto articolato e prevede partecipazioni fieristiche, attività di scouting e follow up mirato su operatori internazionali e imprese associate. Ecco motivata la scelta di partecipare alla recente campagna navale del Gruppo Cavour della Marina Italiana, volta alla promozione del made in Italy e delle eccellenze del nostro Paese: da novembre 2013 ad aprile 2014 FederlegnoArredo ha viaggiato a bordo della portaerei Cavour, passando inizialmente per il Medioriente e i Paesi del Golfo e circumnavigando poi tutto il continente africano.

«L'obiettivo della nostra partecipazione era quello di scoprire nuovi mercati per creare rapporti commerciali per le aziende associate a FederlegnoArredo - ha spiegato Gianmarco Orefice, international promotion di FederlegnoArredo -. Questo lavoro ci ha permesso, attraverso uno stretto dialogo con gli operatori locali, di conoscere le opportunità concrete offerte dai diversi mercati e i progetti in fase di sviluppo in cui le aziende del settore arredo possono certamente inserirsi». Nell'ambito di questo progetto, la Federazione ha allestito a bordo della portaerei un'installazione dal titolo "Il cuore dell'abitare italiano. La nostra passione è la tua casa", ospitando diverse aziende associate in una sorta di "fiera galleggiante" e incontrando via via molti architetti, designer e operatori del settore legno-arredo.

«Il Medioriente è un mercato già ben noto a molte aziende del settore - ha evidenziato Orefice - soprattutto per il mercato contract e per lo sviluppo di progetti privati; ho riscontrato un interesse verso i prodotti italiani, sinonimo di qualità e bellezza, anche da parte di show-room e importatori di prodotti di arredo, strettamente connessi tra loro. In questo campo vedo buone opportunità per i progettisti italiani, in grado di interpretare al meglio l'utilizzo di prodotti made in Italy nell'arredare spazi abitativi, portando con sé la conoscenza dei materiali e l'attenzione nelle finiture, tema sempre più caro e sentito. È capitato, infatti, di visitare appartamenti e ville in alcune delle città visitate, come Dubai e Manama in Bahrein, e la percezione che abbiamo avuto è stata quella di un forte desiderio di prodotti di qualità, ben sostenuta dalla capacità di acquisto da parte dei consumatori locali, presenti e visibili negli spazi visitati, ma in pieno contrasto con finiture di scarso livello. Il desiderio, quindi, è quello di avere in loco figure professionali che abbiamo nel loro Dna quell'attenzione alla cura dei dettagli, nella definizione di un interno o nella costruzione dell'edificio stesso. Mancano le maestranze qualificate e qualcuno che indichi come deve essere fatto il lavoro: in questo senso, l'architetto non deve solo progettare o scegliere i materiali, ma deve seguire lo sviluppo di tutte le fasi, analizzando ogni singolo dettaglio».

Il mercato mediorientale, dunque, offre grandi opportunità agli studi dotati di grande senso pratico e voglia di inserirsi in un mondo che sta cambiando con ritmi repentini. Anche i mercati del continente africano sono in continuo mutamento: «In Africa possono nascere occasioni di business per i nostri professionisti - ha spiegato Orefice - e molte opportunità emergono dall'esigenza, da parte dei diversi Paesi, di creare valore nel proprio territorio, spostando l'attenzione dalla mera importazione di prodotti finiti alla creazione di collaborazioni fruttuose, in grado di generare posti di lavoro in loco, sfruttando, per esempio, l'abbondanza di materie prime presenti, come l'immenso patrimonio forestale: in questo ambito, l'opportunità per l'operatore italiano è racchiusa nel suo know know e nella conoscenza delle tecnologie più avanzate per la lavorazione del legno e la creazione di semi lavorati». Secondo Orefice, molti operatori dei paesi visitati durante la missione, possiedono il patrimonio economico sufficiente e la manodopera, mentre chiedono in cambio, ai possibili investitori italiani, il know how, la tecnologia e la formazione del personale locale; la forza lavoro e le linee produttive presenti, infatti, non sono ancora in grado di produrre in serie mantenendo una qualità costante. «Gli skyline delle città visitate in Africa, poi - ha ricordato Orefice - sono in continua trasformazione: nuovi edifici crescono a velocità incredibili e la classe media, che acquisisce capacità economica sempre maggiore, si sta via via stancando dei prodotti di scarsa qualità (in molti casi di provenienza cinese - ndr). Come unica pecca, invece, devo segnalare la piaga della corruzione, che in molti casi danneggia seriamente un mercato che può offrire davvero molto». 

Per visualizzare il diario di bordo di FederlegnoArredo durante l'operazione Cavour clicca qui