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1. Elementi per una progettazione integrata

Saint-Gobain come unico interlocutore di riferimento

2. Bulgari Hotel Roma – Le soluzioni Saint-Gobain per un recupero illustre

3. Costruzione Sostenibile: una sfida globale, una visione condivisa

Le evidenze del Barometro della Costruzione Sostenibile

L’Italia: un progresso tangibile

Una sfida collettiva

1. Elementi per una progettazione integrata

L’involucro edilizio rappresenta l’insieme delle componenti che delimitano un edificio rispetto all’ambiente esterno, dall’attacco a terra alle chiusure verticali opache e trasparenti fino alla copertura. Il suo ruolo è molteplice; oltre a proporre un linguaggio architettonico e a garantire il comfort all’interno, infatti, oggi deve contribuire a migliorare le prestazioni ambientali del “sistema edificio” e la sua efficienza dal punto di vista energetico.

Progettare l'involucro di un edificio significa considerare in modo olistico sia le componenti architettoniche e tecnico-costruttive sia quelle prestazionali e di sostenibilità ambientale, aspetti che si traducono in una competenza multidisciplinare altamente specialistica che consente di raggiungere il corretto bilanciamento tra i vari elementi tecnologici.

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Efficienza energetica e controllo delle dispersioni

Uno degli obiettivi prioritari dell’involucro è la riduzione delle dispersioni termiche e il controllo dei flussi energetici, in funzione della zona climatica e dell’orientamento. Un corretto dimensionamento degli strati isolanti, la loro continuità e la risoluzione dei ponti termici costituiscono condizioni indispensabili per garantire prestazioni elevate e costanti nel tempo. Particolare attenzione deve essere rivolta per cui alla scelta dei materiali, valutandone non solo la conducibilità termica, ma anche la stabilità dimensionale e la compatibilità con gli altri componenti della stratigrafia.

Tenuta all’aria e gestione del vapore

La tenuta all’aria è un requisito essenziale per contenere i consumi energetici e prevenire fenomeni di discomfort legati a infiltrazioni. Il progetto deve prevedere un layer continuo di tenuta all’aria, integrato nella stratigrafia dell’involucro e coordinato con i nodi costruttivi. In parallelo, la gestione del vapore richiede lo studio attento della posizione e delle caratteristiche di barriere e freni vapore, per evitare il rischio di condense interstiziali e conseguenti degradi dei materiali e delle finiture.

Qualità acustica

Un involucro ben progettato contribuisce in modo significativo al comfort acustico, schermando i rumori provenienti dall’ambiente esterno. La combinazione di massa, di accoppiamenti o, al contrario, di disconnessioni fra materiali fonoisolanti deve essere studiata in funzione delle caratteristiche della sorgente sonora e della destinazione d’uso dell’edificio. Particolare cura richiedono i giunti e i collegamenti tra elementi diversi e i serramenti che rappresentano spesso i punti critici per l’isolamento acustico.

Illuminazione naturale e controllo solare

L’involucro definisce anche la qualità della luce naturale all’interno degli spazi, contribuendo al benessere visivo e alla riduzione del fabbisogno di illuminazione artificiale. La progettazione delle superfici trasparenti deve coniugare l’esigenza di apporti luminosi adeguati con la necessità di limitare il surriscaldamento durante i mesi estivi ed eventuali fenomeni di abbagliamento. L’integrazione di sistemi di schermatura, sia fissi sia mobili, rappresenta una soluzione efficace per ottimizzare il bilancio energetico stagionale.

Durabilità e manutenzione programmata

L’esposizione costante dell’involucro agli agenti atmosferici impone una riflessione attenta sulla durabilità di materiali e sistemi costruttivi. La selezione di componenti e finiture deve tener conto delle condizioni ambientali specifiche (esposizione a vento, pioggia battente, radiazione solare intensa, atmosfera salina ecc.) e prevedere soluzioni che facilitino le ispezioni e la manutenzione ordinaria e straordinaria.

Sostenibilità e ciclo di vita

In un’ottica di architettura sostenibile, l’involucro deve essere concepito come parte di un sistema integrato, capace di ridurre il fabbisogno energetico e le emissioni climalteranti lungo l’intero ciclo di vita dell’edificio. Ciò implica l’uso di materiali a basso impatto ambientale, riciclabili o provenienti da filiere certificate, e la predisposizione per eventuali future disassemblabilità e reimpiego.

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Saint-Gobain come unico interlocutore di riferimento

Saint-Gobain, gruppo industriale che sviluppa, produce e distribuisce nuove generazioni di materiali innovativi per l’edilizia sostenibile, si propone come polo tecnologico per il mercato della costruzione sostenibile e punto di riferimento nell’utilizzo efficiente delle risorse naturali nel rispetto dell’ambiente. Tutte le soluzioni proposte sono pensate per costruire edifici più efficienti dal punto di vista energetico, per ridurre consumi ed emissioni inquinanti, puntando a raggiungere la neutralità delle emissioni entro il 2050. Attraverso marchi forti e noti sul mercato offre una gamma completa di soluzioni innovative per l’involucro con prodotti a base gesso, isolanti termo-acustici, sistemi di isolamento a cappotto, intonaci e colle, vetri per l’edilizia e ceramiche refrattarie.

Presente in 80 Paesi, Saint-Gobain è in Italia dal 1889, dove attualmente conta 42 siti distribuiti sul territorio nazionale, circa 2.100 dipendenti e un fatturato di 1,1 miliardo di euro nel 2024. L’azienda, inoltre, è stabilmente inserita sia nell’indice Global 100 delle multinazionali più sostenibili, sia nella classifica dei 100 gruppi industriali più innovativi al mondo stilata dal Derwent Top Global Innovators.

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Marchi specializzati per ogni settore

Oggi, Saint-Gobain offre un ampio portafoglio di soluzioni multimateriali per la costruzione prodotte per il 90% in Italia, da vetrate per una luce e una temperatura ottimali a sistemi isolanti per tetti e facciate fino pareti e soffitti per esaltare la qualità del suono e del silenzio. Diversi i marchi in cui l’azienda si è specializzata, tutti impostati in ottica di economia circolare, per limitare l’uso delle risorse naturali e promuoverne il riciclo.

  • Glass: attiva nella produzione di vetrate ad alte prestazioni per facciate e interni. Nello stabilimento di Pisa viene prodotto il substrato Oraé®, il primo vetro al mondo a bassa impronta di carbonio con EPD; ottenuto con un processo produttivo che riduce del 42% le emissioni di CO2 rispetto al vetro standard a parità di prestazioni, è prodotto con il 64% di rottame di vetro da riciclo (cullet).
  • Gyproc: specialista nella produzione di materiali e soluzioni per pareti, contropareti, controsoffitti e finiture a base gesso. Tra le principali innovazioni, la tecnologia brevettata Activ’Air® che, applicata ad alcune gamme, permette di assorbire e neutralizzare fino al 70% della formaldeide presente nell’aria degli ambienti chiusi.
  • Isover: si occupa della produzione di isolanti termici e acustici in lana minerale e di membrane impermeabilizzanti bitume-polimero. La lana di vetro Saint-Gobain appartiene alla famiglia degli isolanti fibrosi sintetici, realizzati con materiali inorganici; è prodotta con oltre il 95% di materie prime naturali (sabbia, acqua e fino all’80% di vetro riciclato) ed è riciclabile al 100%.
  • Weber: si dedica allo sviluppo di soluzioni per l'impermeabilizzazione, il consolidamento strutturale degli edifici e i sistemi a cappotto. Tra le innovazioni più significative, pensate per una progettazione sostenibile, spiccano la colla e il massetto della gamma newlife: grazie alla presenza di leganti alternativi al cemento portland è possibile contribuire attivamente alla riduzione di emissioni di CO2 a parità di prestazioni; i leganti, infatti, ottenuti da materiali riciclati o sottoprodotti di altre produzioni industriali sono opportunamente bilanciati tra loro con l’innovativa tecnologia newlife binder technology per ottenere caratteristiche equiparabili al cemento.

2. Bulgari Hotel Roma – Le soluzioni Saint-Gobain per un recupero illustre

Bulgari Hotel Roma, nono gioiello della collezione mondiale di Bulgari Hotels & Resorts, è stato progettato da ACPV Architects | Antonio Citterio Patricia Viel con l’obiettivo di celebrare il design e l'artigianato italiano non prescindendo dall’utilizzo di soluzioni sostenibili in grado di garantire l’efficienza energetica della struttura. 

Per l’efficientamento dell’involucro e per i sistemi a secco utilizzati per la rinnovata distribuzione degli interni, sono state selezionate soluzioni Saint-Gobain.

Recupero di un edificio degli anni Trenta

L’hotel è ospitato in un monumentale edificio dallo spiccato linguaggio razionalista progettato dall'arch. Vittorio Ballio Morpurgo e costruito tra il 1936 e il 1938. Il progetto di riqualificazione e l’interior design è stato affidato allo studio ACPV Architects | Antonio Citterio Patricia Viel, come per tutti gli altri Bulgari Hotels & Resorts. Nel recupero, i progettisti hanno saputo bilanciare il rigore estetico delle pietre utilizzate nella Roma imperiale con lo stile architettonico essenziale dell'edificio attraverso texture particolarmente ricche.

L'opera di restauro ha seguito lo stesso approccio che Bulgari adotta nelle creazioni di alta gioielleria, basandosi sulla valorizzazione del design, della maestria artigianale e del genio italiano, che si riflette in una serie di scelte stilistiche e di dettagli architettonici: rosoni in mosaico di marmo realizzati a mano, tappezzerie su misura ispirate ai motivi iconici della creatività Bulgari, vetri e lampadari artigianali di Murano, vasi originali Ginori degli anni ‘30 realizzati da Gio Ponti e vetrate composte da rulli veneziani in vetro soffiato sono solo alcuni degli elementi che decorano gli ambienti dell'hotel.

Oltre a 114 tra camere e suite, la struttura offre diversi spazi ispirati direttamente ai valori di Bulgari, tra cui una palestra e una biblioteca interamente dedicata alla storia della gioielleria, il Ristorante Niko Romito, il Bulgari Bar, la Lobby Lounge e la suggestiva Bulgari spa e Bulgari Dolci, la prima cioccolateria e pasticceria Bulgari in Italia.

Una spettacolare terrazza posta in copertura, con 76 posti a sedere e 11 comodi pergolati, offre una vista mozzafiato sul centro monumentale di Roma, da Villa Medici a Trinità dei Monti, dal Tevere al Colle del Gianicolo. Questo spazio è concepito come una tipica area all’aperto della Città Eterna, impreziosita da una ricca varietà di piante e fiori e da una fontana in mosaico con l’iconica stella di Bulgari, simbolo dell’albergo.

Riqualificazione energetica dell’involucro: le soluzioni isolanti Saint-Gobain

La prima richiesta progettuale prevedeva l’installazione di vetrate isolanti a controllo solare e ad alte prestazioni acustiche per tutti i nuovi serramenti dell’albergo al fine di garantire, da un lato, l’efficienza energetica dell’edificio, dell’altro, il comfort all’interno.

Saint-Gobain è intervenuta fornendo vetrate isolanti Saint-Gobain Glass composte da vetri PLANITHERM® INFINITY abbinati a vetri STADIP SILENCE® per garantire massima trasparenza, risparmio energetico e comfort termo-acustico agli spazi interni.

Se i vetri PLANITHERM® INFINITY garantiscono elevate prestazioni in termini di selettività e la presenza di specifici plastici acustici nella stratigrafia utilizzata permettono di ottenere un adeguato controllo solare e un’elevata trasmissione luminosa, i vetri STADIP SILENCE® assicurano l’isolamento contro i rumori, sia quelli che si propagano per via aerea sia i rumori da impatto.

Per il fronte esposto a nord sono stati previsti vetri PLANITHERM® CLEAR 1.0 contraddistinti da un’elevata trasmissione luminosa e in grado di limitare le interferenze di colore e l’uso della luce artificiale.

Per il risanamento delle murature storiche è stato applicato l’intonaco polivalente a base cementizia webersan evoluzione top, specifico per la deumidificazione di superfici affette da degrado e da umidità di risalita. Il prodotto, una volta applicato, limita e controlla i fenomeni di condensa superficiale, rispetta l’equilibrio termo-igrometrico della muratura e previene le cavillature aumentando così la stabilità del supporto murario.

La nuova distribuzione degli ambienti interni

Il progetto degli interni non poteva prevedere importanti demolizioni e tantomeno la costruzione di muri tradizionali per rendere l’albergo efficiente secondo gli standard dell’ospitalità contemporanea. La soluzione studiata dai progettisti è stata operare con partizioni a secco, leggere e non invasive, di facile movimentazione stoccaggio nella fase di cantiere. Anche in questo caso, le soluzioni proposte da Saint-Gobain Italia, flessibili e acusticamente performanti, hanno soddisfatto le richieste.
Le partizioni a secco proposte sono realizzate con un’intelaiatura metallica Gyproc Gyprofile, da pannelli isolanti in lana minerale Isover PAR 4+ e Isover Arena34 e da diverse tipologie di lastre, secondo le esigenze specifiche dei diversi ambienti.

Sono state posate le lastre standard Gyproc Wallboard, flessibili e facilmente lavorabili, le Gyproc Hydro, specifiche per applicazioni in ambienti umidi, le Gyproc Fireline, con elevata resistenza al fuoco, le Gyproc Glasroc® X, con eccellenti prestazioni di resistenza all’umidità e agli agenti atmosferici e le Gyproc Duragyp Activ’Air®, con incrementata densità del nucleo, additivato con fibre di vetro e fibre di legno. In particolare per le partizioni interne, sono state utilizzate le lastre Gyproc Habito® Forte caratterizzate da una resistenza meccanica con prestazioni analoghe a quelle offerte dalle lastre in gesso fibrato (riconosciute comunemente come la migliore soluzione disponibile), superando i sistemi tradizionali anche in termini di solidità e resistenza meccanica.

3. Costruzione sostenibile: una sfida globale, una visione condivisa

In un contesto geopolitico sempre più complesso, il settore delle costruzioni si trova al centro di una significativa trasformazione. Le questioni demografiche, sociali, energetiche e climatiche sono profondamente interconnesse e richiedono un ripensamento radicale dell’ambiente costruito. La nuova sfida è quella di progettare ambienti capaci di migliorare la salute e il benessere delle persone, che siano resilienti ai cambiamenti climatici, riducano le emissioni di carbonio e garantiscano accessibilità abitativa, mantenendo al contempo alte prestazioni e qualità.

Tour Saint-Gobain a La Défense - Parigi

Un Osservatorio per guidare il cambiamento

Per affrontare questa transizione, Saint-Gobain ha lanciato nel 2023 l’Osservatorio della Costruzione Sostenibile, un’iniziativa che mira a coinvolgere tutti gli attori del settore in un cammino partecipato e inclusivo. Tra le attività principali spicca il Barometro della Costruzione Sostenibile, uno studio globale giunto alla sua terza edizione e realizzato in collaborazione con Occurrence–Ifop. Con il coinvolgimento di 4.000 stakeholder del settore e 27.000 cittadini in 27 Paesi, ha l’obiettivo di misurare la coscienza diffusa, le aspettative e le iniziative tangibili e misurabili legate alla sostenibilità in edilizia.

Le evidenze del Barometro della Costruzione Sostenibile

L’indagine, condotta coinvolgendo diversi stakeholder tra professionisti, studenti, funzionari delle amministrazioni locali e membri di associazioni, ha messo in evidenza quattro punti chiave.

1. La crescente consapevolezza della Costruzione Sostenibile

Il 67% degli stakeholder intercettati dal Barometro ha una buona comprensione del concetto di costruzione sostenibile e il 69% ne considera prioritaria l’implementazione. Ma la vera sfida consiste nel tradurre tale coscienza diffusa in iniziative tangibili e misurabili, tenendo conto delle specificità di ogni luogo d’attivazione.

2. Il ruolo centrale degli attori privati nell’accelerare la transizione

L’87% degli stakeholder ritiene necessario “andare oltre” nella costruzione sostenibile. Architetti e ingegneri sono visti dalla maggioranza del campione (56%) come i promotori più idonei a portare avanti la transizione, seguiti dalle aziende private (44%). Nel corso di questo processo risulta però fondamentale adattare le strategie di costruzione sostenibile alle caratteristiche ed esigenze locali: in Europa, a differenza degli altri Paesi, prevale infatti l’interesse per la ristrutturazione edilizia.

3. Una definizione ancora più ambientale che “umana”

Sebbene gli stakeholder dichiarino di comprendere meglio il concetto, continuano ad associare la costruzione sostenibile principalmente alle questioni ambientali. L’efficienza energetica (35%) e l’uso di materiali ecologici (31%) dominano la definizione dell’argomento, ma al contempo, la resilienza ai rischi climatici risulta un tema molto più sentito dagli stakeholder in confronto alla precedente edizione, raggiungendo il 21% (+8 punti rispetto al 2024). La dimensione “umana” della costruzione sostenibile è ancora, tuttavia, posta in secondo piano: solo il 15% degli stakeholder e il 15% dei cittadini associa la questione al miglioramento del benessere degli occupanti, sebbene questo aspetto possa svolgere un ruolo chiave nell’accettazione e diffusione della causa stessa.

4. La consapevolezza degli stakeholder non si traduce ancora in impegni concreti

Malgrado gli stakeholder dichiarino di conoscere il tema, solo il 28% afferma di essere pienamente informato sull'argomento e solo il 35% dei professionisti ha seguito una formazione specifica. Questa padronanza ancora parziale della materia potrebbe in parte motivare le limitazioni nel realizzare azioni concrete nel settore. Questa discrepanza tra cognizione di causa e azione emerge in particolare dai seguenti dati:

  • Il 78% degli studenti considera la formazione sulla costruzione sostenibile un elemento distintivo per l'occupazione, ma solo il 40% rifiuterebbe un'offerta da un'azienda non impegnata.
  • Il 67% dei professionisti dichiara di valutare l'impronta di carbonio dei propri progetti, ma solo il 30% lo fa in modo sistematico.
  • Il 51% dei rappresentanti eletti afferma che vorrebbe escludere progetti non sostenibili dagli appalti pubblici, ma solo il 37% ha intrapreso questo passo, un risultato (+26 punti rispetto al 2024) che rappresenta comunque un segnale incoraggiante.
  • Il 51% delle associazioni prevede di chiedere un boicottaggio delle aziende ritenute poco impegnate, ma solo il 24% ha intrapreso azioni in tal senso.

L’Italia: un progresso tangibile

Anche nel 2025, l’Italia si conferma tra i Paesi più attivi nel percorso verso la costruzione sostenibile. Rispetto al 2024, cresce infatti la familiarità con essa: il 76% degli intervistati dichiara di conoscere bene il tema, un dato ben superiore alla media globale. Ma non è solo una questione di numeri: aumenta anche l’attenzione verso aspetti spesso trascurati, come i rischi climatici e la salute di chi vive negli edifici.

L’edilizia sostenibile continua però a essere vista soprattutto come una questione ambientale. Il 36% degli italiani la collega alla protezione dell’ambiente, mentre solo l’11% la associa alla salute degli abitanti. Allo stesso tempo, cresce l’interesse per l’uso di materiali sostenibili (41%) e per l’efficienza energetica, che resta il riferimento principale per oltre la metà degli intervistati (55%).

C’è consapevolezza che si debba fare di più: l’86% degli italiani è convinto che servano azioni concrete per accelerare la transizione, e il 98% considera la costruzione sostenibile una priorità. Un segnale forte, che riflette una maturazione collettiva.

Quanto ai protagonisti del cambiamento, in linea con i dati di altri Paesi, architetti e ingegneri sono visti come le figure più influenti (38%), seguiti dalle istituzioni pubbliche (26%) e dalle aziende private (19%). Un aspetto che evidenzia quanto sia importante il supporto delle politiche pubbliche per rendere davvero possibile questa trasformazione.

Parco paesaggistico di Baumkirchen a Monaco, Germania  
Architetto Andrea Gebhard

Una sfida collettiva

In conclusione, la costruzione sostenibile non può più attendere. Serve un impegno condiviso, radicato nei territori e orientato al benessere delle persone. La consapevolezza c’è, ora è il momento di trasformarla in azione.