Recuperi – Il Parenti di Milano ha subito una radicale trasformazione mantenendo e implementando la struttura esistente di calcestruzzo armato

Il Teatro Franco Parenti, storica istituzione milanese per lo spettacolo indipendente e di ricerca, è stato recentemente ristrutturato, quasi ricostruito, secondo il progetto dello studio di Michele De Lucchi. L'intervento di rifacimento, voluto da molti anni dalla direttrice Andrée Ruth Shammah, era divenuto inderogabile. Infatti, la vecchia sede del teatro, costruita negli anni Trenta del secolo scorso per ospitare un cinema, versava in un avanzato stato di degrado e, soprattutto, non poteva soddisfare le esigenze di un teatro moderno: era necessaria una trasformazione funzionale. Così, nel 1996, la storica cooperativa “Teatro Franco Parenti” (fondata nel 1973) ha deciso di istituire la Fondazione Pier Lombardo, a partecipazione mista pubblica e privata, per raccogliere forze e capitali e procedere alla ristrutturazione dello spazio di proprietà del Comune. In questa occasione è stata stipulata una convenzione per annettere al complesso teatrale una porzione dell'adiacente Centro balneare Caimi. Sin da subito è stato posto un vincolo progettuale che ha determinato la poetica di tutto l'intervento: si dovevano mantenere il carattere e l'atmosfera dell'originario “teatro laboratorio” degli anni Settanta.

Una cittadella dello spettacolo
La cooperativa, infatti, aveva utilizzato, nel corso degli anni, parti dell'edificio, caratterizzato da una struttura di calcestruzzo armato e da tamponamenti di laterizio, per le scenografie di Gian Maurizio Fercioni. Le pareti scrostate erano dipinte; i soffitti divenuti blu notte e le attrezzature teatrali distribuite anche al di fuori del palco principale. L'altro obiettivo della Fondazione era quello di creare una “Cittadella dello spettacolo” (da sempre voluta da Franco Parenti) che fosse il più aperta possibile al contesto urbano e composta di tante sale con possibilità di fruizione diverse. Il progetto ha dovuto, quindi, legare una nuova distribuzione interna alle rinnovate scenografie, dando vita a una moderna macchina scenica che portasse con sé il carattere del passato. Tale compito si è rivelato perfettamente in sintonia con la poetica di Michele De Lucchi, che si è fatto interprete del delicato compito di recupero e fusione fra le strutture murarie (vecchie e nuove) e le parti scenografiche.

Il palco continuo
Il nuovo teatro si basa sul concetto di “palco continuo”. A partire dalla Sala Grande, centro fisico e funzionale del complesso, il materiale di pavimentazione del palcoscenico, legno di abete in doghe, si espande verso tutti gli spazi aperti al pubblico: nel foyer basso, nel foyer alto, nelle salette laterali, nelle sale prova e nelle zone d'ingresso; tutti potenziali luoghi teatrali attrezzati con rocchettiere a soffitto e con la possibilità di fissare scenografie e luci. All'interno del teatro “rinnovato” si possono quindi svolgere contemporaneamente diversi spettacoli. Oltre alla Sala Grande e alle due sale che la fiancheggiano (la sala Anima e la sala dopo teatro con lo spazio ristorante), all'ingresso di via Vasari è montato un altro piccolo palco che si affaccia direttamente sulla strada, quasi a riprova di un'apertura del complesso al quartiere e alla città. Lo schema distributivo del vecchio teatro è stato ottimizzato e completato. Il palco della Sala Grande ha mantenuto la sua posizione originaria in favore dello spazio del grande foyer comune, che distribuisce tutte le sale e gli spazi accessori ai diversi livelli: un ambiente a tripla altezza attraversato da scale e ballatoi di passaggio, a enfatizzare l'idea di luogo di scambio, reso possibile dal rialzamento della copertura e dall'annessione della fascia delle cabine appartenenti alla piscina Caimi.

Luce e visibilità
L'acquisizione della porzione degli spogliatoi ha permesso, grazie alla creazione di un nuovo affaccio, di dare luce naturale a un teatro storicamente caratterizzato dal buio. Il foyer accoglie anche un bar e l'ingresso al ristorante e si trova lungo l'asse principale di accesso al complesso, tra via Pier Lombardo e largo Franco Parenti, aperto al pubblico nell'intero arco della giornata. All'interno della Sala Grande, il parziale rialzamento della copertura, insieme alla modifica dell'andamento dell'originaria gradinata superiore, ha permesso di migliorare la visibilità e l'acustica. La quota del pavimento, invece, è stata abbassata per consentire la creazione di un grande vano tecnico sia sotto al palcoscenico, per esigenze scenografiche, che sotto la sala, per permettere lo stoccaggio della gradinata inferiore mobile.

L'uso dei mattoni e del calcestruzzo  
La sala teatrale rinnovata può in tal modo essere magicamente trasformata da teatro a gradoni (con 500 posti a sedere) in un'unica sala libera da 600 m2 in continuità con il vicino foyer. La ristrutturazione ha previsto una completa demolizione del vecchio corpo di fabbrica del salone fatto salvo per lo scheletro di calcestruzzo armato. Questo è stato nuovamente tamponato mantenendo il mattone a vista interno come in origine e incrementando l'isolamento acustico. La modalità di posa dei mattoni è stata fondamentale sia per contribuire alle migliori prestazioni acustiche che per ricreare quella sensazione di sensualità del luogo suscitata dalla forte materialità delle superfici. Una nuova struttura di acciaio verniciato, visibile dal foyer, è stata introdotta per sostenere la pedana della platea superiore della Sala Grande. Quasi tutti gli impianti sono stati lasciati a vista e uniformati dal colore blu che caratterizza ancora oggi i soffitti del teatro.

Gli aspetti tecnici
Gli aspetti tecnici di rilievo del nuovo sistema impiantistico sono almeno tre: l'impiego di tecniche all'avanguardia per il controllo del rumore; il controllo della qualità dell'aria che, grazie all'uso di un climatizzatore a pompa di calore e all'utilizzo dell'acqua di pozzo per la condensazione che, oltre a garantire buoni livelli di efficienza energetica, hanno permesso la quasi totale eliminazione dei prodotti derivati sia dalla combustione che dal sistema di riscaldamento (è stata mantenuta solo una caldaia per il funzionamento del riscaldamento ad acqua nella sala grande in sostituzione di quello ad aria troppo rumoroso durante gli spettacoli); la rispondenza elettromeccanica degli impianti che, attraverso specifici componenti, garantiscono la necessaria affidabilità durante gli spettacoli. Il riscontro dei parametri di esercizio, del regolare funzionamento delle macchine, delle anomalie e delle condizioni di sicurezza è affidato a un sistema di controllo e gestione completamente automatico. Un sistema parallelo e indipendente provvede, invece, al controllo antincendio.