Materiali – Con la riduzione dei suoi limiti intrinseci, in primis la fragilità, unitamente al potenziamento e all’ampliamento dei requisiti prestazionali, l'utente può contare oggi su un prodotto più affidabile.

Insostituibile, sempre più apprezzato e diffuso in molteplici applicazioni, sia in ambienti domestici che pubblici, il vetro concilia ormai da tempo le sue ineguagliabili doti di trasparenza con una raggiunta sicurezza di utilizzo.

Il vetro nel passato: un materiale fragile e pericoloso
Così non era fino a pochi decenni fa, quando il suo impiego, seppur necessario, comportava la consapevolezza dei rischi, connessi all'intrinseca fragilità. Un materiale che, in pochi istanti, poteva trasformarsi: da superficie simbolo della raggiunta luminosità del mondo moderno ad esplosione di pericolosi e, in qualche caso, mortali frammenti acuminati. Occorreva molto meno di un colpo violento e intenzionale, talvolta appena l'urto di un bambino in corsa e distratto. Dopo l'invenzione del procedimento Float, nel 1959, che garantisce qualità geometrica ed ottica, unitamente a una produzione veloce ed economica di ingenti quantità, nei decenni successivi, il vetro evolve e moltiplica le proprie prestazioni, con una impennata tecnologica strabiliante, se confrontata con quella di altri materiali storici. La perfezione ottica, meccanica e geometrica delle lastre ottenute con tecnica Float ha aperto la strada a lavorazioni secondarie che hanno progressivamente specializzato il vetro, abbinando alla qualità della trasparenza nuovi requisiti prestazionali quali coibentazione, protezione del riverbero solare, isolamento acustico.

Il progresso tecnologico: i vetri stratificati
Altrettanto significativo è stato lo sforzo tecnologico mirato a ridurre i limiti storici di questo materiale, dalla fragilità alla mancanza di resistenza al fuoco. Sono nati i vetri temprati, i vetri stratificati, e gli stratificati di sicurezza, oltre a famiglie di vetri con vari gradi di resistenza al fuoco, come i vetri ceramici, i Boro Silicati, e gli stratificati antincendio. Il vetro stratificato è un pannello composto di due o più lastre di vetro tra loro unite su tutta la superficie mediante l'interposizione di uno o più fogli di un particolare materiale plastico, il PVB (polivinilbutirrale). Il PVB raggiunge, al termine del processo di fabbricazione, delle caratteristiche elevate e stabili nel tempo: trasparenza, elasticità e adesione alle lastre. Tali caratteristiche consentono al vetro stratificato, in caso di rottura, di non rilasciare frammenti di vetro pericoloso. I vetri stratificati di sicurezza assicurano un elevato grado di resistenza all'urto, combinati con il pregio di un fonoisolamento reso possibile dallo strato di materiale plastico interposto tra i vetri. L'aumento dello spessore del film plastico migliora le caratteristiche di fonoassorbenza del vetro.


L'avvento dei vetri stratificati deve molto alle ricerche sui materiali in ambito automobilistico e alla necessità di salvaguardare, in caso di incidente, l'incolumità del guidatore dalle schegge proiettate, del parabrezza. Agli inizi degli anni '60 una Legge del Ministero dei Trasporti impose l'uso del parabrezza stratificato che, se sottoposto ad urto violento, invece di frantumarsi in schegge, si incrina con un effetto ragnatela. Negli anni successivi questa nuova concezione della sicurezza si è poi estesa anche agli edifici pubblici e privati.