Amir Mann-Ami Shinar Architects

Serve la città turistica di Eliat – sul Mar Rosso – e le regioni desertiche, l'aeroporto internazionale Ilan e Asaf Ramon, progettato da Amir Mann-Ami Shinar Architects in collaborazione con Moshe Zur Architects. Primo aeroporto civile costruito in Israele senza essere affiancato da altre funzioni, è stato commissionato dalla Israel Airport Authority ed è distribuito su circa 500 ettari nel mezzo del deserto del Negev.
Per la sua realizzazione hanno collaborato 45 società di consulenza composte da ingegneri israeliani e il team aeronautico di ARUP London.

La realizzazione dell'aeroporto ha dovuto affrontare numerose sfide, fra cui inaugurare un progetto di questo calibro in una zona priva di infrastrutture; nonostante gli ostacoli, lo studio Amir Mann-Ami Shinar Architects è riuscito a portare a termine l'intervento rispettando i tempi previsti e con un budget notevolmente più contenuto rispetto a progetti della stessa scala.
L'aeroporto comprende un terminal passeggeri distribuito su 45mila metri quadrati, 3600 metri di pista e taxiway oltre a 40 piazzali dedicati al traffico nazionale e internazionale. La torre di controllo è alta 45 metri. Sempre a proposito di dimensioni e 'scale', è previsto che il nuovo aeroporto ospiterà 2,5 milioni di passeggeri l'anno, con una previsione di crescita dino a 4,25 milioni di passeggeri.
A questa inaugurazione corrisponde la chiusura dell'aeroporto J. Hozman Eliat, nel centro della città: "Il vecchio aeroporto era una barriera all'interno della città, che divideva e interrompeva il suo sviluppo. Con il suo annullamento, il tessuto urbano della città potrà unirsi, facendo emergere potenziali opportunità e rigenerazione", dichiarano da Amir Mann-Ami Shinar Architects.

Per la definizione del progetto gli architetti hanno sviluppato un linguaggio trasversale per ogni suo elemento, un processo favorito anche dal fatto che lo studio Amir Mann-Ami Shinar Architects è stato incaricato di numerosi compiti, dalla progettazione al controllo del budget; unificando la gestione dell'aeroporto in un unico soggetto ne è seguito un intervento olistico e omogeneo, la cui nota dominante è quella delle 'geometrie scolpite' realizzate utilizzando sempre lo stesso materiale.

«Nel progettare l'aeroporto abbiamo tratto ispirazione dallo scenario desertico. Era necessaria una visione della soluzione progettuale che rispondesse al paesaggio e al clima esistenti. Il nostro obiettivo era di riuscire a non competere con il vuoto opprimente del sito, creando al contempo un luogo che accoglie i passeggeri attraverso i processi di partenza e di arrivo, riflettendo attraverso quell'esperienza l'unicità dell'ambiente desertico, presentandosi come una porta meridionale internazionale per Israele», ha dichiarato il Project Design Manager, Amir Mann.

Le geometrie variabili delle rocce che disegnano il deserto israeliano, scolpite dal vento e dall'acqua, si ritrovano nei volumi dell'aeroporto, ciascuno caratterizzato da facciate continue in vetro che circondano patii e che permettono al paesaggio desertico di entrare negli spazi costruiti, oltre ad agevolare l'accesso all'illuminazione naturale senza dover ricorrere a finestre sul tetto spesso usate nei progetti di questa tipologia.
Dal punto di vista tecnico e della scelta dei materiali, l'involucro del terminal è composto da una strutta a scheletro in acciaio e cemento, rivestita – all'esterno – da pannelli triangolari isolanti in alluminio, posati senza soluzione di continuità da parete a tetto. I pannelli bianchi riflettono i raggi luminosi, contribuendo a ridurre il surriscaldamento e agevolando il risparmio energetico dell'insieme. Verso l'interno, l'involucro è rivestito da panelli in bambù, a contrasto, ancora una volta posati dal soffitto a terra.
Lo studio fornisce alcuni dettagli riguardo all'organizzazione logistica e funzionale: "L'intera infrastruttura, compresa la gestione dei bagagli, i processi di sicurezza e molte altre operazioni e sistemi tecnici, è nascosta a un livello inferiore. Ciò consente al tetto di essere privo di qualsiasi attrezzatura tecnica. Il risultato è una sala terminal "miesiana" dove tutto il traffico passeggeri è visibile, separato solo dai patii del deserto".

L'aeroporto ha raggiunto numerosi traguardi anche in termini di sostenibilità. Dal punto di vista formale, lo sviluppo del masterplan e l'andamento dei percorsi richiama la forma dei torrenti che disegnano la superficie del deserto. Inoltre, con la ferma volontà di preservare e integrare il paesaggio, i volumi di sabbia e roccia scavati per realizzare le infrastrutture sono stati usati come riempitivo per la costruzione delle piste e delle strade. Con questo obiettivo e per agevolare il processo, in fase di cantiere è stata allestita una fabbrica di macinazione per frantumare i ciottoli in materiale ghiaioso. "Il terreno raccolto durante lo scavo è stato utilizzato anche per ricoprire definitivamente il terreno al termine della costruzione, per integrare perfettamente lo sviluppo del paesaggio con la natura circostante. Inoltre, i semi delle piante locali sono stati raccolti e conservati nel sito, coltivati ​​e incubati in serre durante gli anni di costruzione e infine riportati nella loro posizione originale, per fungere da vegetazione desertica che riveste il paesaggio dell'aeroporto", specificano i progettisti.

Scheda progetto
Client: Israel Airports Authority (IAA), Yaacov Ganot, Directing Manager Rafi Elbaz, Deputy Director General of Engineering & Planning Division
Design and Planning Management: Amir Mann - Moshe Zur - Ami Shinar - Orna Zur Architects
Design Manager: Amir Mann, Architect
Construction Management: Gadish-Baran Partnership
Construction Manager: Eng. Ron Havatzelet
Aviation Consultant: ARUP London with Amir Mann-Ami Shinar Architects
Engineering: The Overall Design Team includes over 45 local Israeli Engineering Firms