approfondimento – A ExpoEdilizia, Federarchitetti Roma promuove l'architettura a impatto zero. Alla Regione Lazio chiede interventi per valorizzare questo nuovo filone professionale.

La sostenibilità "nuova frontiera" dei progettisti. Ad affermare l'impegno a favore della certificazione energetica è Federarchitetti Roma, sezione capitolina del sindacato dei liberi professionisti dell'architettura che, nell'ambito di ExpoEdilizia, ha organizzato l'incontro "Sostenibilità energetica: nuove opportunità di lavoro". Il convegno si è articolato in due sessioni, una dedicata alla formazione, l'altra al dibattito politico. In tal senso, il sindacato romano dei liberi professionisti intende farsi portatore di una campagna culturale per il Centro-Sud, in modo da colmare il ritardo con il Settentrione. Le regioni come la Lombardia, il Trentino-Alto Adige e l'Emilia Romagna, che per prime hanno favorito questo nuovo filone, cominciano infatti a registrare ricadute positive sul comparto edile, oltre che sulle bollette.

In cosa consiste il certificato energetico? In pratica, è un documento che attesta le prestazioni energetiche di un immobile, classificandolo sulla base dell'effettiva capacità di ridurre i consumi. Federarchitetti Roma ha stigmatizzato come di solito ci si limiti ad indicare se un edificio è di Classe A o G, dimenticando di definire la "lista delle raccomandazioni", ovvero gli interventi, spesso di ridotta entità, che, una volta realizzati, consentirebbero un risparmio energetico ancora maggiore. "Bisogna andare oltre la logica del bollino - ha affermato Maussier - non a caso, come sindacato puntiamo sulla formazione dei progettisti, in modo da evitare tentazioni burocratiche". L'architettura sostenibile è, del resto, già imposta dalla legislazione esistente: l'obbligo di certificazione energetica per tutti gli edifici di nuova costruzione è in vigore da due anni ed è stato esteso a tutti i vecchi edifici dal 2009. Ed è di pochi mesi fa la Direttiva UE n. 31, che stabilisce, a partire dal 2020, la riconversione a impatto zero di tutto il patrimonio immobiliare. Di certificatori, dunque, c'è un grande bisogno. "Nel Lazio siamo in ritardo - ha osservato il presidente di Federarchitetti Roma - nonostante la legge regionale n. 6 del 2008 ed i regolamenti da poco approvati, manca ancora il registro dei certificatori". La norma, infatti, permette all'architetto progettista di certificare l'immobile, a patto però che si sia accreditato presso la Regione Lazio, presentando la documentazione professionale. "Alle istituzioni regionali chiediamo di favorire questa nuova prospettiva lavorativa per gli architetti, creando al più presto il registro che, si badi bene, non è un albo - ha rilanciato Maussier -. Inoltre, ci piacerebbe collaborare con l'Ente Regione per favorire la cultura del risparmio energetico, ancora poco diffusa".

Al dibattito, moderato da Loredana Regazzoni, vicepresidente di Federarchitetti, hanno partecipato Andrea Bernaudo, vicepresidente della Commissione Bilancio alla Regione Lazio, Aldo Olivo, segretario dell'Ordine degli Architetti di Roma, Thomas Miorin, direttore di Habitech - Distretto Tecnologico Trentino energia e ambiente, e Giancarlo Maussier, presidente di Federarchitetti Roma.

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