Autore testo: Giuliano Cosi
L'uso di strumenti atomizzatori permette di usare la minor quantità di acqua col massimo effetto, poiché essi sono in grado di produrre gocce di dimensioni inferiori a quelle ottenibili con nebulizzatori e l'azione diventa più efficace, meglio controllabile e quindi meno dannosa, anche se molto più lenta. Riducono l'acqua ad una sorta di nebbia costituita da finissime goccioline che hanno una grande area superficiale; il loro elevatissimo numero aumenta enormemente i punti di contatto con la pietra (da una goccia ottenuta con uno spray si possono ottenere decine di goccioline mediante atomizzazione, che costituiranno altrettanti punti di bagnatura della crosta). La capacità solvente ed emolliente delle goccioline nei confronti dei leganti della crosta nera è elevata e l'azione meccanica della pulitura è ridotta al massimo e limitata al solo ruscellamento sottostante la zona in via di pulitura. In questo modo, con più strumenti, si possono trattare facciate di monumenti particolarmente preziosi o con paramenti in pietra deteriorata e anche statue e rilievi di disegno complicato. La nuvola d'acqua polverizzata può essere facilmente orientata, e giungere sottosquadri e altre parti meno accessibili grazie alla sua forte dispersione in aria o può essere limitata ad aree particolari e lasciarne altre da pulire con sistemi diversi di pulitura (ad es. parti già parzialmente dilavate, possono essere trattate con argille speciali). L'impiego di resine scambiatrici a letto misto attraverso le quali viene fatta circolare l'acqua di lavaggio per mantenerla continuamente deionizzata assicura una migliore efficienza poiché la superficie da pulire viene in contatto con acqua priva di ioni, e perciò con una più elevata azione solvente. Un sistema che garantisce una minore aggressività nei confronti delle rocce calcaree è il metodo Pouchain, che prevede l'impiego di acqua deionizzata riciclata su una resina anionica in grado di scambiare ioni HCO-3.  Idropulitura Idropulitura di paramento in bozze di pietra, compresa la preventiva rimozione, eseguita a mano, delle incrostazioni tenaci e di calcare con idropulitrice a pressione adeguata. Le superfici trattate, salvo diversa indicazione, sono misurate in proiezione piana.  Fonte testo: L. Lazzarini, M.L. Tabasso, Il restauro della pietra, Padova 1986. G. Amoroso, Il restauro della pietra nell'architettura monumentale, Palermo 1995. R. Gazzella, a cura di, La conservazione dei monumenti, atti del 1° corso di informazione ASSIRCO, Perugia, 6-7-8 novembre 1979, Roma 1981.
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