A pochi mesi dall'inizio di Expo, presso la Triennale di Milano una mostra a cura di Fulvio Irace e Gabriele Neri si propone di rendere visibile la parte nascosta di una Milano che si è trasformata e che ha visto "passare" sotto i propri occhi una miriade di progetti irrealizzati. "Milano Mai Vista" è proprio questo: "ciò che la città sarebbe potuta essere se le porte della storia si fossero aperte e chiuse con tempi diversi attraversando tre grandi fasi storiche di cambiamento, a partire dall'ottocentesco Piano Beruto con l'asse di via Dante, la Piazza Castello e i nuovi quartieri, passando negli anni '30 per il Piano Albertini e la nascita dei primi grattacieli in Piazza San Babila, l'asse della Stazione, piazza Diaz e la prima area Fiera cittadina, la Milano Verde dei Razionalisti, fino al miracolo economico e alla grande ricostruzione, arrivando alle nuove idee della città aperta, con il centro direzionale e la conquista della periferia, e ai grandi cantieri degli ultimi vent'anni".
I visitatori, fino al 22 febbraio, potranno immergersi all'interno di un racconto dinamico che, anche grazie a un cortometraggio realizzato da Francesca Molteni del Muse, mette a confronto la città reale con quella rimasta semplicemente solo sulla carta e che si tramuta in un vero e proprio percorso di indagine nei confronti dell'inconscio architettonico e urbanistico della città lombarda. Tutti i progetti che non sono stati realizzati sono considerati comunque importanti per comprendere a fondo l'anima di Milano: conservano infatti viva l'originaria forza immaginativa e la visione utopica di alternativa al presente, la volontà di cambiare Milano. La mostra è un vero e proprio racconto di una sorta di "città invisibile" ma sempre presente nella memoria collettiva di chi la vive e nei progetti che via via si sono fatti largo, modificando l'urbanistica milanese senza dimenticare il passato e le idee interrotte.
I progetti "interrotti", appunto, sono differenti: alcuni accantonati, come la nuova sede dell'Accademia di Brera, ideata negli anni '30 da Terragni, Lingeri, Figini e Pollini; altri davvero visionari e sperimentali, come il Masterplan per Porta Vittoria di Steven Holl; altri ancora sono progetti che hanno partecipato a concorsi senza ottenere esiti concreti, come il Piano regolatore di Milano del 1926, o il primo posto utile per l'effettiva realizzazione, come il progetto per l'area della ex-Fiera sviluppato da Renzo Piano.