Incollaggio di parti distaccate

Autore testo: Giuseppina Clausi

Indagando sullo strato di intonaco interessato da degrado, a volte, a seguito di analisi come la mappatura termografica o con il rilievo con ultrasuoni, o anche con la semplice battitura a mano sulla superficie, si può riscontrare la presenza di distaccamenti fra l'intonaco e il supporto o fra i differenti strati di intonaco.
In questi casi si può intervenire con delle iniezioni che ristabiliscono l'adesione che è venuta a mancare.
I prodotti utilizzati come adesivi devono rispondere ad una serie di requisiti, che si possono così riassumere: caratteristiche meccaniche simili a quelle delle malte tradizionali, presa idraulica, buona iniettabilità, ritiro ridotto, scarsa presenza di sali solubili.
Fra i più utilizzati ci sono le resine termoindurenti e le resine acriliche.
Le prime sono sicuramente quelle che presentano una maggiore adesività e caratteristiche meccaniche migliori, hanno però l'inconvenientedi alterarsi facilmente a casa della luce o degli agenti atmosferici, provocando alterazioni cromatiche sui manufatti, vanno quindi impiegate preferibilmente là dove si tratta di raggiungere zone abbastanza profonde, mentre per i trattamenti superficiali si preferisce l'uso di resine acriliche.
Le iniezioni della soluzione d'acqua e resina vengono effettuate attraverso fori del diametro di 3-4 mm, praticati nella parte superiore della zona distaccata, e si avrà cura di far precedere quest'operazione da un'iniezione di acqua fino a rifiuto.
Nel caso in cui lo spessore del distacco sia piuttosto rilevante, la soluzione può essere additivata con inerti leggeri come polvere di marmo, dopodichè la zona andrà puntellata con una tavoletta, ricoperta da un panno, fino alla definitiva presa del collante.
E' da segnalare poi una miscela adesiva messa a punto dal gruppo di ricerca ICCROM in collaborazione con l'Istituto Centrale di Restauro.
Si tratta di una miscela a quattro componenti, ossia calce idraulica, polvere di mattone o pozzolana ventilata, gluconato di sodio e un'emulsine acrilica.

Fonte testo:
G. W. Palestra, Intonaco: una superficie di sacrificio, Etas Libri, Milano, 1995.
D. Ferranti, M.Forti, J. Malliet, G. Torraca, Tecniche di conservazione degli intonaci, in L'Intonaco: storia cultura e tecnologia ' Atti del convegno di stidi, Bressanone 24 - 25 giugno, Libreria Progetto Editore, Padova, 1985.