Un complesso ospedaliero all’avanguardia, un centro medico di alto livello in Africa. Precisamente in Uganda, a Lubowa, nei pressi della capitale Kampala. La prima pietra è stata posata nei giorni scorsi e i lavori sono ufficialmente iniziati, su un’area di circa 300.000 metri quadri: progettato dalla società milanese Progetto CMR, il nuovo International Specialized Hospital of Uganda (ISHU) sarà costituito da nove edifici, tra cui appunto un ospedale da 268 posti per degenze più 100 posti per day hospital, e strutture di supporto come residenze per medici e infermieri, una scuola di formazione, un centro congressuale, hotel e aree commerciali.

Sostenibilità e innovazione sono alla base della progettazione dell’ISHU, un centro medico che coprirà una vasta gamma di specializzazioni mediche, tra cui la cura di malattie tumorali, cardiologiche e neurologiche, la telemedicina e, per la prima volta in Africa, la medicina nucleare, e che prevede un ruolo attivo dell'ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, nell’organizzazione, nell’avvio e nella gestione dell’ospedale, nell’organizzazione, nell’avvio e nella gestione dell’ospedale.

Lo sviluppo del progetto si è basato sull’obiettivo di creare un polo d’eccellenza che spiccasse non solo per gli alti standard di innovazione e ricerca, ma anche e soprattutto per la grande attenzione rivolta al paziente: un luogo di cura, ma dal volto umano, progettato per i pazienti. In questa direzione si muovono le soluzioni architettoniche che caratterizzano il progetto: gli edifici, dalle altezze contenute, sono stati disegnati e posizionati seguendo le curve naturali del terreno, minimizzando l’impatto sulla natura e permettendo anche a chi usufruirà del centro di godere sempre della vista migliore da ogni angolazione.

Il design delle facciate è un ulteriore richiamo al contesto circostante, grazie all’utilizzo di pietra locale ed all’inserimento di particolari motivi decorativi intrecciati che rimandano ad alcune trame tipiche della tradizione africana. Se all’esterno predominano tinte tenui e delicate a contrasto con i colori della terra, gli spazi interni si illuminano di luci, materiali e arredamenti colorati, allontanandosi dall’immaginario tipico degli ospedali, spesso concepiti come spazi impersonali e senza anima, avvicinandosi più ad abitazioni o a spazi ricettivi, dove pazienti e parenti posso godere di maggiore privacy e luoghi di incontro. Anche l’esterno diventa un elemento determinante per rilassarsi anche nella malattia, godendo dei balconi e del parco che circonda il complesso. Il risultato è un’ambiente a misura d’uomo, elegante ed accogliente.


Dal punto di vista tecnologico e impiantistico, il complesso è stato progettato seguendo i criteri dettati dal Green Building Council in tema di sostenibilità, per ridurne i consumi e massimizzare le risorse rinnovabili a disposizione in loco. A questo proposito, sono stati previsti ad esempio, pompe di calore ad alta efficienza per la produzione di caldo e freddo, pannelli fotovoltaici e tetti verdi in copertura, sistemi di riciclo dell’acqua piovana.

Le massime istituzioni locali, tra cui il Presidente dell’Uganda Yoweri Museveni, il Ministro della Sanità Jane Ruth Aceng, il Vice-Ministro della Sanità Diana Atwine, il Ministro delle Finanze Matia Kasaija, hanno preso parte alla cerimonia di posa della prima pietra, insieme ad Ahmed Sultan, CEO di Finasi. L’architetto Massimo Roj, AD di Progetto CMR e Chief Designer del progetto, ha presentato l’intervento illustrandone le peculiarità ai presenti.