approfondimento – Il presidente di AUDIS ci parla di rigenerazione urbana in termini di rinnovo edilizio ma anche adeguamento progettuale e tecnologico.

Chiara Scalco. Qual è il quadro della rigenerazione urbana in Italia?
Dionisio Vianello. Il quadro è variegato, complessivamente negativo in quanto determinato e  dominato dalla crisi economica e finanziaria che sta distruggendo il settore dell'edilizia. La rigenerazione è termine amplissimo che comprende una pluralità di interventi. L'unico segmento che attualmente lavora è il rinnovo edilizio, la ristrutturazione degli edifici finalizzata essenzialmente al risparmio energetico, all'adeguamento tecnologico ma anche all'ammodernamento progettuale. Sostenuto da contributi dello Stato e agevolato dai Piani Casa regionali, questo segmento rappresenta ormai quasi il 70% dell'attività edilizia. Completamente fermi invece tutti i progetti complessi - trasformazione delle aree industriali dismesse, riuso del patrimonio immobiliare dello Stato e degli enti pubblici, riqualificazione dei quartieri di edilizia popolare degli anni 50/60 - che non decollano per carenza di finanziamenti e per la scomparsa della domanda. Particolarmente negativa l'incidenza dei costi delle bonifiche per quanto riguarda il recupero delle aree industriali, talmente elevata da mettere fuori mercato questi progetti.  A peggiorare la situazione si sta aggiungendo un nuovo capitolo, le migliaia di capannoni industriali chiusi per la chiusura delle imprese, e dei quali non si sa cosa fare.

C.S. Quali le differenze con il resto d'Europa?
D.V. La crisi si sente dappertutto, ma i danni prodotti sono maggiori in Italia per tutta una serie di carenze del quadro nazionale e locale. Pesano, infatti, le debolezze della filiera produttiva, soprattutto le carenze e i ritardi del settore pubblico: procedure complesse e tempi lunghissimi, decisioni sempre rinviate e spesso cambiate, non possono che generare incertezza e disaffezione negli operatori, soprattutto stranieri. Ma se il pubblico piange anche il settore privato non ride: il quadro è frazionato in una eccessiva quantità di attori, mancano professionalità adeguate in settori chiave (ad esempio i promotori), gli investitori non sono attrezzati ad affrontare programmi complessi come quelli della rigenerazione.

C.S. Quali sono le strategie del nostro Governo per la riqualificazione del territorio?
D.V. Al momento poca cosa. Si tratta più che altro di parole e annunci; negli ultimi due anni sono state presentate numerose proposte di legge sul consumo di suolo e rigenerazione ma nessuna è arrivata all'approvazione. Con le leggi si dovrebbero semplificare le procedure di approvazione dei progetti, disincentivare (anche mediante l'incremento degli oneri) il consumo di nuovo suolo, incrementare lo spazio operativo dei privati. Data la scarsità di risorse, difficilmente potranno essere messi a disposizione sostegni e incentivi finanziari, che ad esempio appaiono ancora indispensabili per avviare a soluzione il problema delle bonifiche.

C.S. Cosa fa AUDIS per portare avanti un concetto di rigenerazione urbana corretta?
D.V. La riflessione di AUDIS è da sempre centrata sul ruolo delle città nello sviluppo socio-economico generale del Paese. In questo senso AUDIS propone da sempre una riflessione sul riuso delle aree dismesse o sottoutilizzate come elemento chiave per evitare lo spreco di territorio e abbassarne i costi di gestione. Grazie alla lunga osservazione e allo studio dei principali casi di rigenerazione urbana in Italia e all'estero attraverso l'organizzazione di convegni, seminari e viaggi di studio, negli ultimi anni AUDIS è passata a una fase più operativa cercando di mettere a punto proposte e strumenti capaci di incidere positivamente nei processi di rigenerazione urbana. L'idea di fondo è che in Italia sia giunto il momento di mettere ordine nelle procedure incidendo su tre elementi principali: per prima cosa, i rapporti tra tutti gli enti pubblici competenti nei singoli procedimenti, cercando di eliminare le sovrapposizioni e di uniformare le norme, i linguaggi, gli standard e i benchmark di riferimento; in secondo luogo, il sistema di definizione dell'interesse pubblico specifico di ogni progetto di rigenerazione, che non può più essere affidato ai singoli settori delle amministrazioni - che agiscono in una logica settoriale e non trasversale (tipicamente e incredibilmente l'ambiente, l'urbanistica e il sociale) - o alle singole norme che stabiliscono di volta in volta uno standard ambientale, economico o urbanistico autoreferenziale e incapace di considerare la complessità urbana; infine, la qualità del rapporto tra i tre soggetti principali della definizione di un progetto di rigenerazione: l'amministrazione comunale, i promotori privati degli interventi e l'opinione pubblica. Per cercare di dare un contributo concreto in questa direzione AUDIS ha messo a punto la Carta della Rigenerazione Urbana, dalla quale è stato derivato il Protocollo della Qualità Urbana composta da una Matrice (obiettivi, criteri, parametri di riferimento) e una proposta di riorganizzazione delle procedure utile a ridurre i tempi di definizione e adozione dei progetti.

Nel sito dell'Associazione ono disponibili tutti i materiali.