Franco Manfredini è il nuovo presidente di Confindustria Ceramica. Prende il posto di Alfonso Panzani, al termine del secondo mandato che ne determina la non rieleggibilità e in procinto di diventare Presidente della Cet, la Federazione Europea della Ceramica.
In vista del prossimo Cersaie abbiamo intervistato Manfredini, 69 anni, presidente di Casalgrande Padana che ci ha accolto nella suggestiva sede di Confindustria Ceramica di viale Monte Santo a Sassuolo.
Alessandra Coppa: Presidente Manfredini, lei è stato eletto recentemente, con il 98,89% dei voti, alla Presidenza di Confindustria Ceramica. Quali sono i suoi obiettivi nell'ambito della mission associativa?
Franco Manfredini: Questi avvicendamenti sono previsti dallo statuto, e al cambio segue sempre qualche continuità e discontinuità che deriva dal carattere e dall'esperienza delle persone. Sono un imprenditore che opera sul campo con una lunga esperienza manageriale, tutta svolta nel settore ceramico, condizione che influenzerà senz'altro i miei atteggiamenti strategici, le mie priorità all'interno dell'attività dell'associazione. Piuttosto sento la responsabilità della difficile congiuntura economica.
A.C.: La tradizionale “piastrella” ha assunto negli ultimi anni tutte le caratteristiche di un rivestimento di design, performante e con un'ampia versatilità di formati e di soluzioni…
F.M.: Sarebbe più giusto parlare di rivestimenti ceramici, destinati alle superfici orizzontali e verticali, tant'è che abbiamo tolto la parola 'piastrelle' anche dal nome della nostra Associazione. Questo cambiamento linguistico ha il pregio di lasciare alle nostre spalle l'immagine di un prodotto 'piccolo' - per dimensioni, limiti all'impiego e caratteristiche tecniche - a favore di una realtà che vede oggi uscire dalle nostre fabbriche sempre più lastre anche di grandi dimensioni e particolarmente performanti.
A.C.: Come è avvenuta questa evoluzione?
F.M.: Siamo partiti con la piastrella destinata al solo rivestimento del bagno e posata solo per qualche metro sulla parete della cucina economica, a cui è seguita l'invenzione del pavimento smaltato che, pian piano, ha rivestito il bagno e poi tutta la zona living. La discontinuità di maggior importanza è stato però l'ingresso negli spazi fruibili dal pubblico, siano questi commerciale, terziario o industriale. Intorno agli anni cinquanta e sessanta, epoca del boom della ceramica, prima si costruivano i forni, poi si producevano le piastrelle che utilizzassero al meglio le potenziali degli stessi forni.
Oggi invece è necessario conoscere in anticipo quante e quali piastrelle devono essere prodotte in base alle reali esigenze del mercato, un problema del quale fino a ieri non ci si preoccupava. È necessario poi avere un'idea dell' “architettura della ceramica” e del contesto dove andrà collocata: oggi le ceramiche offrono soluzioni cromatiche infinite, è un materiale dall'ottimo rapporto qualità/prezzo, che non richiede manutenzione e che si presta a dare una risposta concreta al concetto di edilizia a basso impatto ambientale.
Un materiale che è ecologico anche quando si demolisce è un lotto inerte che può essere riciclato.
A.C.: Su quale prodotto state lavorando che potrebbe rappresentare una tendenza del futuro dal punto di vista tecnologico?
F.M.: Si sta affacciando con interesse, e con una certa prospettiva di successo, l'idea di una piastrella sottile di 3/4 millimetri che risponde appieno anche ad un'esigenza di risparmio energetico, di minor utilizzo di materie prime, meno peso e conseguente onere di trasporto. Queste nuove lastre, denominate “slim o light”, offrono nuovi campi di impiego e potrebbero costituire una valida alternativa all'intonaco, non solo per rivestimenti interni ma anche per spazi verticali di tipo pubblico.
A.C.: Ci parla del rapporto di collaborazione con gli architetti?
F.M.: All'inizio degli anni '80 c'è stata un'importante stagione, caratterizzata da accordi con moltissimi stilisti quali Valentino, Versace, Krizia, Ferrè, Roberta di Camerino solo per citarne alcuni. In seguito abbiamo vissuto una fase caratterizzata dall'introduzione dello “stile minimalista”, che è andata di pari passo con l'evoluzione tecnologica del prodotto e con un maggior coinvolgimento del progettista. In fondo è sempre esistito il proposito di coniugare l'idea dell'architetto alla nozione di produzione industriale: si tratta di conciliare un concetto di modularità con quella di impiego flessibile. Produciamo lastre di grande formato con la possibilità di produrre formati sottomultipli di qualsiasi dimensione.
Creiamo marmi con colorazioni del tutto simili alle pietre naturali, che possono nel contempo essere considerati dei semilavorati in quanto possono essere oggetto di ulteriori lavorazioni, per adattarli al contesto dello specifico progetto. Insomma, la ceramica dal punto di vista dell'impiego sta diventando un materiale molto duttile, in grado di presentarsi addirittura in forma arrotondata, tanto da poter rivestire anche le colonne.
A.C.: Presidente se dovesse rivolgersi ai giovani progettisti, cosa consiglierebbe per promuovere la propria professionalità nel settore ceramico?
F.M.: In Italia, rispetto all'estero, c'è purtroppo meno professionalità. Per esempio si taglia la piastrella quando si arriva al muro, mentre negli altri Paesi si progettano i vani in funzione del modulo della ceramica utilizzata. A questo va aggiunta l'importanza della posa del prodotto. Siccome la qualità del prodotto ceramico può essere sciupato da una cattiva messa in opera, il mio consiglio è quello di interessarsi anche della posa, perché in questo modo si valorizza anche il lavoro dell'architetto.
A.C.: Come è nata l'idea di collaborare con i nomi noti della architettura per il disegno del “logo” delle singole edizioni del Cersaie?
F.M.: L'idea di caratterizzare Cersaie con un manifesto realizzato da un architetto nasce nel 2000 con un disegno di Ettore Sottsass. Il concept era quello di dare un'immagine emblematica del Salone sottolineando il forte legame del prodotto ceramico con il design e l'architettura. Architetti italiani e internazionali, da Denis Santachiara a Toyo Ito, sono stati testimonial della fiera. È stato un percorso estremamente interessante perché ha alzato il profilo della manifestazione, tant'è che alla metà del 2000 Cersaie ha cambiato la propria denominazione da “Salone della ceramica per l'edilizia” a “Salone della ceramica per l'architettura”, a ulteriore sottolineatura dell'evoluzione registrata dal prodotto. Quest'anno, dopo un lustro, questo ciclo si chiude perché il 2 ottobre al termine della conferenza di Michele De Lucchi verrà lanciato “Beautiful Minds”: dopo anni di personalità importanti e affermate, abbiamo bandito un concorso di idee fra i giovani per la pagina pubblicitaria Cersaie 2010, con l'obiettivo di avvicinarli alla ceramica stimolando la loro creatività e progettualità.
A.C.: Quest'anno il manifesto è stato ideato dall'Architetto Mario Botta…
F.M.: Botta ha interpretato la piastrella di ceramica creando un legame primordiale tra la madre terra e il Cersaie inteso come grande contenitore. Ha giocato su questi elementi utilizzando come manifesto un'immagine significativa di un'installazione che ha realizzato alla Triennale di Milano.
A.C.: All'interno della manifestazione fieristica quest'anno è stata rivolta una grande attenzione al pubblico dei progettisti. La Galleria dell'Architettura, lo spazio appositamente predisposto per la prima volta a Cersaie accoglierà i seminari, le conversazioni e gli incontri di Costruire Abitare Pensare. Renzo Piano sarà il protagonista il 1° ottobre, presso il Palazzo dei Congressi di Bologna…
F.M.: Il nostro interesse è avvicinare il mondo della progettazione e colloquiare con gli architetti e i progettisti, non solo per presentare a loro le nostre realizzazioni, ma per avere stimoli, suggerimenti, per creare un dialogo che vada nelle due direzioni. Spesso realizziamo cromatismi su indicazione specifica degli architetti, o si arriva addirittura a fare colorazioni su misura. Siamo disponibili a progettare insieme con l'architetto: creare prodotti ad hoc credo sia la massima espressione di una produzione industriale. È un onore per noi ospitare al Cersaie la lectio magistralis di Renzo Piano, un riconoscimento importante del prodotto che noi presentiamo e che l'architetto ha utilizzato in alcuni progetti, come anche del ruolo e dell'importanza di questa nostro salone internazionale.
Temi e date del Cersaie
Costruire, Abitare, Pensare. Tendenze, Riqualificazione, Habitat e Prospettive sono i temi delle conferenze dalla Galleria dell'Architettura di Cersaie 2009.
Oltre alla Lectio Magistralis di Renzo Piano (1° ottobre, Palazzo dei Congressi, ore 11.00), il programma prevede un ampio calendario di appuntamenti ospitati all'interno della Galleria dell'Architettura (Centro Servizi. Blocco D), a cui prendono parte oltre 50 relatori fra i quali Alfonso Acocella, Giacomo Bizzarri, Stefano Boeri, Veronica Dal Buono, lan Davis, Giuliano Gresleri, Stefan Hitthaler, Michael P. Johnson, Fulvio Irace, Franco La Cecla, Orazio Lo Presti, Alessandro Marata, Carlo Massarini, Marco Mulazzani, Paolo Rava, Aldo Schiavone, Luigi Zoja.
Ceramica, protagonista dell'habitat, nuovi trend nella progettazione (29 settembre, ore 14.00)
Retrofit: riqualificazione energetica degli edifici esistenti (30 settembre, ore 10.00)
Abitare il Verde (30 settembre alle ore 14.00); S_tiles:comunicare la sostenibilità (1° ottobre, ore 14.00); Abitare il Deserto (1°ottobre, ore 16.00)
Abitare l'emergenza (2 ottobre, ore 9,30);
L'uomo e la città (2 ottobre, ore 14.00);
Abitare il futuro (2 ottobre, ore 16.00);
Comprendere il moderno. La Tutela dell'architettura moderna come premessa al progetto contemporaneo (3 ottobre, ore 10.00);
Abitare la Rete (3 ottobre, ore 11.00)
www.cersaie.it
speciale cersaie 09 –
Intervista al presidente di Confindustria Ceramica.