Chiara Scalco. Qual è la strategia nazionale in merito alla rigenerazione urbana sostenibile? Cosa fa il Governo? Dovrebbe fare di più?
Leopoldo Freyrie. La scelta del Governo di mettere in sicurezza e di rigenerare le scuole italiane è un evidente segno di discontinuità rispetto al passato nell'approccio ai temi della ripresa dell'edilizia finalizzata alla rigenerazione urbana sostenibile. E' una scelta e, contemporaneamente, un'occasione che non può e non deve essere sprecata. Non bisognerà ripetere l'esperienza negativa di Expo, quindi il concorso d'architettura dovrà diventare l'unico strumento per scegliere i progetti. Inoltre i progetti sotto una certa soglia d'importo dei lavori dovranno essere riservati agli architetti under 35; è necessario che i progetti siano scelti per il merito e non per fatturato o numero di dipendenti. Servirà, poi, integrare gli interventi sugli edifici scolastici, quelli finalizzati all'efficientamento energetico e in generale a politiche di riuso con l'insieme delle politiche che riguardano la programmazione e l'uso dei fondi nazionali ed europei in materia di riqualificazione delle aree urbane e di promozione delle smart city, di riqualificazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, di mobilità sostenibile, di occupazione e formazione professionale.
C.S. Come affronta il Consiglio nazionale degli Architetti il tema del riuso e della messa in sicurezza del territorio?
L.F. Il Consiglio nazionale da tempo ci mette la faccia: abbiamo dato ai Governi, che in questi anni si sono succeduti, la disponibilità ad affiancare l'Esecutivo con le nostre competenze per indicare le più idonee iniziative di politica economica per il rilancio dell'edilizia, la rigenerazione urbana sostenibile e la messa in sicurezza del territorio. Siamo impegnati - e lo abbiamo ribadito da Lampedusa, sottolineando la funzione sociale dell'architettura - a promuovere politiche nazionali per la rigenerazione urbana sostenibile, con azioni capaci di affrontare non solo il rinnovo urbano, ma soprattutto la trasformazione delle funzioni, della socialità, della qualità dell'abitare delle nostre città. Obiettivi raggiungibili con adeguati interventi normativi e finanziari e con condivise volontà politiche di cambiamento e di trasformazione.
C.S. Quali sono le prospettive future per una riqualificazione urbana corretta ed efficiente?
L.F. La rigenerazione urbana sostenibile e le politiche di riuso sono - contemporaneamente - il futuro delle città e del Paese. Sono anche una grande occasione per promuovere la qualità architettonica con l'affermazione della cultura del progetto. Per farlo, e per mettere a sistema le diverse e positive iniziative del Governo sulla rigenerazione del patrimonio edilizio e sulle città, e per realizzare politiche di riuso entro il paradigma dello stop al consumo del suolo, serve istituire un'Agenzia Nazionale per la rigenerazione. Snella ed efficace, in grado di promuovere da subito il riuso e le buone pratiche; mettendo assieme le risorse economiche, premiando gli interventi integrati di qualità, che cambiano la vita dei quartieri e rilanciano ricerca e sviluppo. Serve una regia responsabile ed efficace, non burocratica, capace di agire rapidamente, ma sulla base di una chiara idea sul percorso da prendere per rilanciare la rete delle città italiane, rigenerare il patrimonio edilizio e monumentale, risparmiare energia, salvare il paesaggio e migliorare l'habitat, facendo ripartire lo sviluppo.