intervista – Il presidente di ANDIL sottolinea come il laterizio sia la soluzione ottimale per ottenere efficienza energetica nei nostri edifici.

Con l'architetto Luigi Di Carlantonio, presidente di ANDIL, Associazione Nazionale degli Industriali dei Laterizi, abbiamo tracciato un quadro del settore, facendo il punto sulla tecnologia e sulle potenzialità del materiale per garantire efficienza energetica e risparmi nei consumi.

Chiara Scalco. Quanto è energeticamente efficiente il laterizio? E quanto è sostenibile?
Luigi Di Carlantonio. Nella maggior parte dei Paesi europei il problema principale è quello di riscaldare gli edifici, badando soprattutto al contenimento dei consumi in fase invernale e trascurando la problematica estiva e i crescenti costi per il raffrescamento. È evidente che questa strategia nei Paesi con un clima come quello italiano non paghi! Occorre trovare una via diversa e il laterizio, anche in campo energetico, è un materiale "eccellente" che grazie alla benefica presenza di masse capaci di un grande accumulo di calore. Il laterizio garantisce in assoluto un maggiore comfort indoor ed è strano constatare che, ancora oggi, l'equazione "più comfort meno consumi energetici, quindi, più risparmio" fatichi a essere recepita dal normatore. L'Unione Europea richiede che i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici siano definiti all'interno dell'intero ciclo di vita economico stimato dell'edificio. La soluzione di efficienza energetica ottimale non è quella che consente di raggiungere la migliore prestazione energetica in assoluto, perché troppo costosa, ma quella rappresentata dall'equilibrio tra investimento e ammortamento. I risultati emersi da una recente ricerca che abbiamo condotto sul tema ci hanno permesso di rilevare che non necessariamente la soluzione a minore trasmittanza è quella più conveniente; soluzioni a bassissima "U" si caratterizzano normalmente per costi di investimento più elevati in costruzione, non compensati dalla riduzione dei costi di gestione (consumi energetici). Con lo spostamento verso soluzioni a minore trasmittanza, si generano costi energetici maggiori, rispetto a un edificio realizzato tenendo a riferimento il D. Lgs. 311/06, del 5-15%, a fronte di quasi il 25% di extracosto per parete leggera rispetto a una massiva. Di pari passo con tali considerazioni si inserisce il tema della tutela dell'ambiente e della sostenibilità che negli ultimi anni non è più considerato solo un plus, ma è diventato un requisito fondamentale per orientare la scelta e la preferenza di un prodotto edilizio, di un progetto e dello stesso edificio. Oggi comunemente si parla di "ciclo di vita", di LCA, di green economy ecc. e siamo contenti di questo cambiamento. La sostenibilità è l’argomento principe che da tempi ANDIL ha portato avanti in varie forme, forte di un materiale che costituisce l'eccellenza della sostenibilità. A questo proposito, è emblematico segnalare un'indagine fatta su 1.600 architetti europei che individuano nel laterizio il prodotto più sostenibile. (http://costruire.laterizio.it/newsletter/n006/NEWS_1.pdf) ANDIL ha investito molto sulla valutazione della sostenibilità del laterizio, creando uno strumento valido di valutazione degli impatti ambientali del laterizio e della relativa soluzione costruttiva. Il software LATERLIFE è stato predisposto dall'Università di Firenze e messo liberamente a disposizione dei progettisti online su www.laterizio.it. Lo scorso anno l’Associazione ha promosso il progetto per una "casa NZEB in laterizio, antisismica, sostenibile e confortevole", definendo una serie di elementi preassemblati (pareti portanti e di  tamponamento, pareti interne, coperture, pavimenti) ad alto profilo statico, energetico e ambientale. Si tratta di un edificio di social housing, realizzato dall'ACER di Reggio Emilia, prima dell'entrata in vigore del D. Lgs. 195/05 che regolamenta l'efficienza energetica in edilizia, che è stato "riletto" in chiave NZEB dall'Università Politecnica delle Marche con la supervisione dell'ENEA (http://www.laterizio.it/images/editoria/pubblicazioni/sostenibile/pdf/casa_nzeb_in_laterizio.pdf). La casa NZEB in Laterizio ha inoltre ricevuto il riconoscimento Make it Sustainable (http://www.icmq.it/prodotti_make-it-sustainable.php).

C.S. In che modo può contribuire al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla direttiva europea in materia di efficienza energetica?
L.D.C. I consumi energetici in ambito edilizio incidono per circa il 40% su quelli complessivi. Per la loro riduzione, l'Unione Europea ha introdotto il concetto di edificio NZEB (Net/Near Zero Energy Buiding) che è caratterizzato da un fabbisogno di esercizio estremamente ridotto, demandando agli Stati membri la determinazione della durata del ciclo di vita economico e l'individuazione degli edifici di riferimento per il calcolo e la quantificazione delle misure di efficienza energetica. Nella maggior parte dei Paesi europei il problema principale è quello di riscaldare gli edifici, per questo motivo si è badato soprattutto al contenimento dei consumi in fase invernale. All'opposto, l'Italia è caratterizzata da un tipico clima Mediterraneo in cui è preponderante la problematica estiva e i crescenti costi per il raffrescamento. Auspichiamo che le prossime revisioni della normativa in materia di efficienza energetica in edilizia, conseguenti al recepimento della direttiva comunitaria, possano prevedere un restyling della direttiva, fortemente orientata al contenimento dei consumi invernali, adattandola alle caratteristiche climatiche del nostro Paese e alle esigenze dei cittadini italiani, anche perché interventi "estremi" di isolamento termico e di contenimento delle dispersioni per ventilazione, possono compromettere la qualità dell'aria indoor cui segue, non di rado, la comparsa di funghi e muffe con possibili rischi importanti per la salute. Dal nostro punto di vista, il laterizio è il materiale che meglio risponde allo standard di edificio NZEB per l'Italia poiché è altamente prestante e capace di coniugare, per sua stessa conformità, risparmio e salubrità, rispondendo alle esigenze tipiche del nostro territorio (ricordiamo che si tratta di un materiale made in Italy!) e per dimostrarlo abbiamo lanciato il tour: "Edifici a energia quasi zero verso il 2020" (www.edifici2020.it).

C.S. Quali sono le prospettive di sviluppo del mercato delle costruzioni in laterizio?
L.D.C. A partire dal 2009, la dimensione nazionale del settore è stata drasticamente ridimensionata, di fatto dall’inizio della crisi abbiamo perso i due terzi della produzione che nel 2013 si è assestata complessivamente sui 6,34 milioni di tonnellate di materiale. Attualmente l’industria italiana dei laterizi conta 116 imprese attive e 138 stabilimenti. La crisi è ancora in atto ed essendo quello dei laterizi un settore tipicamente legato alle costruzioni in Italia, verrà superata solo e quando ripartirà il Paese. L’industria dei laterizi risente enormemente di questa impasse non potendo contare su una consistente quota export, che per alcuni settori si è rivelata determinante (basti pensare ai nostri "cugini" della ceramica). In questa fase di profonda recessione, dove il settore ha perso tantissimo e dove, di fatto, quasi non si costruisce più, puntare sulla qualità è un obbligo.
Dal punto di vista aziendale, si ha la consapevolezza che la ripresa, se mai ci sarà, farà selezione e i prodotti di qualità avranno il sopravvento. Ma nel campo dell’edilizia, per avere un prodotto di qualità, occorre che tutti i molteplici attori chiamati in causa, facciano la loro parte, ad iniziare dalla progettazione e dalla gestione del cantiere. Proprio per questo, dal punto di vista associativo non ci si ferma un attimo, anzi, si opera su più fronti con maggior vigore, partecipando ai tavoli decisionali, collaborando con le maggiori università italiane, finanziando ricerche, presenziando attivamente i principali appuntamenti fieristici.

C.S. Cosa può fare il Governo per agevolare il mercato?
L.D.C. Il Governo è forse l’unico attore che ha dovere e strumenti per sbloccare questa situazione di empasse, ad esempio incentivando l'aumento della domanda edilizia, anche grazie a interventi di supporto alle fasce deboli del che chiedono nuove abitazioni; o ancora, alleggerendo le tasse sulla casa e agevolando l'accesso al credito. C'è da considerare poi che la crisi di questi anni non è solo di natura finanziaria ed economica, ma anche ambientale e prestazionale, imponendo riflessioni sulla questione energetica e sulla sicurezza strutturale. Abbiamo tutti ben presente lo stato dei centri storici, delle periferie, delle scuole; ci siamo resi conto della  situazione sismica (negli ultimi 30 anni oltre 50 terremoti hanno avuto una magnitudo superiore a 5,0, provocando quasi 3.300 vittime) e anche il dissesto idrogeologico desta preoccupazione. In tale contesto, non aiuta l'alta vulnerabilità del patrimonio edilizio. Sarebbe bene valutare l'opportunità politica-sociale di ricostruire l'esistente piuttosto che semplicemente riqualificare con risultati spesso sotto le aspettative a fronte degli investimenti sostenuti. A livello associativo riteniamo che sia indispensabile un programma di riqualificazione energetica di case, quartieri, periferie, in particolare interventi che puntino a coniugare sicurezza statica ed efficienza energetica, allargando l'opportunità di demolire e ricostruire anche agli edifici turistici e commerciali, artigianali e per servizi, lavorando sul patrimonio esistente invece di occupare nuovi ettari di suoli agricoli: migliorare la qualità edilizia ed energetica attraverso la demolizione e ricostruzione di edifici e parti di città. Ciò non deve suonare come un tabù. In Europa, ad esempio, si contano molteplici realizzazioni a seguito di demolizioni oltre che di riconnessione del tessuto urbano. Solo una coraggiosa apertura condivisa a tutto tondo dalla politica al mondo della progettazione può invertire l'attuale stallo. Infine, negli ultimi mesi la "scuola" è stata posizionata tra le priorità di azione del nuovo Governo con una conseguente attenzione mediatica per le reali problematiche che affliggono l'edilizia scolastica italiana e le relative proposte d'intervento (3,7 mld di euro). ANDIL ha valutato con favore tali indirizzi, ritenendo che la spinta a un'edilizia di qualità è ancor di più un dovere quando rivolta ai bambini per i quali le condizioni di sicurezza, salubrità e comfort assumono la qualifica di requisiti essenziali da assicurare e garantire. A questo proposito segnaliamo la riedizione speciale in "flip" di Costruire in Laterizio 142, "Edilizia Scolastica", contenente 7 progetti e altre rubriche tecniche di rilievo (http://viewer.zmags.com/publication/fdbfbf2b#/fdbfbf2b/1).

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