approfondimento – Alessandro Marata, presidente del Dipartimento "Ambiente e sostenibilità" del Consiglio Nazionale degli Architetti, ci parla di costruire sostenibile e delle iniziative che il CNAPPC propone in materia di efficienza energetica e rigenerazione urbana.

Chiara Scalco. Cosa fa CNAPPC per portare avanti un concetto di costruire sostenibile e su quali temi state lavorando attualmente?
Alessandro Marata. Il programma principale al quale il Consiglio Nazionale Architetti sta lavorando, da più di tre anni, è certamente "Riuso", un progetto globale per la rigenerazione sostenibile delle città italiane. Il principale obiettivo di "Riuso" è individuare le modalità economiche e normative che rendono possibili le rigenerazioni di tante città europee, da Marsiglia a Copenhagen, da Amburgo a Lione: partenariato pubblico/privato, semplificazione normativa, sostituzione di quegli edifici che sono arrivati a fine vita e non quindi più recuperabili in termini di sicurezza strutturale e comfort abitativo. In Francia, ad esempio, è stata istituita una Agenzia Nazionale per la Rigenerazione Urbana, l'ANRU, che coordina, promuove e in parte finanzia gli interventi importanti per il recupero di parti di città degradate.

C.S. Proponete formazione in questo ambito?
A.M. L'impegno per le azioni rivolte ai temi dello sviluppo sostenibile sono diventati ineludibili, purtroppo con enorme ritardo, anche per l'Italia. Nel resto d'Europa lo sono invece da molto tempo. Il Consiglio Nazionale è molto attivo nell'ambito della formazione. Molti degli eventi e dei corsi istituiti proprio in questi mesi (la formazione per i professionisti è divenuta obbligatoria in Italia dall'inizio di gennaio di quest'anno) hanno come obiettivo la promozione dell'innovazione tecnologica per il risparmio energetico, e quindi in contenimento dell'inquinamento delle città. Non solo tecnologie, però, ma anche etica ambientale, una nuova concezione e una migliore consapevolezza del paesaggio e dei fenomeni che caratterizzano il metabolismo urbano, la promozione delle buone pratiche, la sensibilizzazione del cittadino, la responsabilità sociale dell'architetto.

C.S. Cosa ne pensa della stabilizzazione degli incentivi? Azione utile o sarebbe meglio prendere altre direzioni?
A.M. Si discute molto sul fatto degli incentivi, se sono utili o in qualche modo squilibrano, alcuni dicono drogano, il mercato. Gli incentivi non devono essere intesi come interventi a fondo perduto, ma come investimenti. Gli investimenti producono ricchezza, ma solo se sono fatti bene, in misura equa e se sono rivolti ai soggetti giusti.

C.S. Quali sono le grandi sfide che l'Italia dovrà affrontare in materia di efficienza energetica? Quali i passi da seguire?
A.M. Il miglioramento dell'efficienza energetica e l'utilizzo intelligente di fonti rinnovabili non prevede sfide particolari. Il vero obiettivo per i prossimi anni, anzi i prossimi decenni, è quello di fornire risposte concrete per migliorare, anche dal punto di vista della sicurezza strutturale e della qualità abitativa e sociale, le città italiane. La sfida vera è quella di trasformare la crisi economica ed edilizia in risorse economiche e sociali. Lo hanno fatto benissimo in Francia e in Germania. Se i nostri politici e gli amministratori non sono in grado di agire con coraggio e responsabilità, speriamo che sappiano almeno copiare. Il programma Riuso, che gli architetti promuovono insieme ad Ance e Legambiente, ha elaborato molto materiale dal quale attingere con certezza di risultato.