Testo di Stefano Bernuzzi

JEAN PROUVE'. La poetica dell'oggetto tecnico
Fino al 22 aprile 2007
Mantova
   Testo di Stefano Bernuzzi

Una volta tanto non si celebra un "archistar", ma un tecnico, un "uomo di fabbrica", come amava definirsi Jean Prouvé.
Mantova rende omaggio alla figura di architetto-ingegnere-designer tra i più innovativi del Novecento con una grande mostra itinerante che giunge in Italia dopo le numerose tappe in Germania e Giappone. Il titolo scelto mette il visitatore già di fronte ad un curioso ossimoro che fa da filo conduttore attraverso gli oltre cento oggetti esposti: cinquanta oggetti di design, numerosi modelli di architetture, esempi di elementi architettonici e prototipi, una ricca selezione di disegni autografi. C'è della poesia in una lamiera ondulata o in pannelli prefabbricati? Per Prouvé sì.
La sua carriera attraversa gran parte dal Novecento, dal 1924 quando inaugura il suo primo atelier specializzato nella lavorazione della lamiera, fino alla metà degli anni Settanta, un lungo periodo nel quale entra in contatto con le personalità di spicco della cultura architettonica del secolo appena concluso, da Mallet-Stevens, che lo introduce nei movimenti d'avanguardia, a Beaudouin e Lods coi quali realizzerà la Maison du Peuple a Clichy (1935-39), da Le Corbusier a Pierre Jeanneret a Oscar Niemeyer, col quale realizzò la sede del partito comunista francese a Parigi (1967-80).
Prouvé si pone sulla scia dei numerosi architetti-ingegneri di inizio secolo e pur ponendo la sua massima attenzione al problema della "tecnica", intesa in tutte le sue eccezioni e sfumature, riesce a dare una valenza poetica e culturalmente importante agli oggetti, ai materiali e ai processi costruttivi e giunge a superare le posizioni più avanguardistiche degli architetti "moderni". Nell'età della macchina, l'architetto parigino coi suoi Ateliers Jean Prouvé a Maxéville dà vita al coraggioso progetto di di produzione industriale di edifici, predisponendo anche un "ufficio studi" per la realizzazione dei prototipi e un ufficio commerciale per la vendita sui mercati, un'idea che va ben oltre le speculazioni teoriche dei suoi contemporanei e degna delle più fiorenti industrie dell'epoca.
Questo grande progetto però fini nel giro di pochi anni e Prouvé fu costretto a lasciare Maxéville e a doversi limitare a consulenze e realizzazioni di particolari e materiali specifici per progetti di altri; un ruolo che difficilmente accettò anche da un punto di vista concettuale e culturale, poiché riteneva che l'edificio è un tutto sinergico e inscindibile, dalla struttura alle decorazioni, dalle soluzioni tecnologiche all'arredo. Proprio in quei difficili anni del dopoguerra però vive un periodo di rara intensità creativa. Dal 1954 al 1957 progetta e costruisce la propria casa a Nancy, il padiglione per il centenario dell'alluminio lungo la Senna a Parigi, il prototipo di casa prefabbricata per il programma di sussistenza dei senzatetto promosso dall'Abbé Pierre e il posto di ristoro a Evian sul Lago di Ginevra. Quattro progetti che sanciscono la "rinascita" di Prouvé dopo i felici anni Venti e Trenta.
L'attività di questo precursore dell'high tech e delle soluzioni abitative d'emergenza - la Casa Tropicale in Niger o la Casa smontabile 6x6 - efficaci proposte che anticipano l'interesse di tanti architetti nostri contemporanei, viene raccontata in modo semplice ed essenziale nella rassegna mantovana, accompagnata da un ricco e documentato catalogo riedito da Skira dall'edizione del Vitra Design Museum, organizzatore dell'evento.

Fruttiere di Palazzo Te
Mantova
Tel. 0376 - 323266
www.centropalazzote.it

Per le immagini: © VG Bildkunst, Bonn

Poltrona Cité, 1931-32 Tavolo per la Triennale di Milano, 1951 Maison du Peuple, Clichy, 1935-39 Casa smontabile, 6 x 6 m, 1944-45 Copertura a shed per la tipografia Mame, Tours, 1950
Casa di Jean Prouvé, Nancy, 1954 Edificio a Square Mozart, dettaglio della facciata, Parigi, 1953-54 Padiglione per il centenario dell'alluminio, Parigi, 1954 Angolo della Torre Nobel, Parigi - La Défense, 1967 Sala delle Acque della fonte di Cachat in fase di costruzione, Evian, 1956