Juan Alcorta Winery  

Località Rad de Santa Cruz, Spagna
Cliente Bodegas y Bebidas SA
Progettisti Ignacio Quemada, Sáenz-Badillos
Collaboratori J. Montoya, L. Uribe-Etxeberria, I. Iturria, M. Urdangarín, U. Aldama
Direzione lavori Ignacio Quemada, Técnicas Agroindustriales
Destinazione d'uso: cantina
Strutture Javier Valle (PRECON SA), Técnicas Agroindustriales
Progetto Novembre 1999 > Febbraio 2000
Realizzazione Maggio 2000 > Aprile 2003
Superficie lotto 29.594 m2
Superficie calpestabile 45.529 m2
Volume 374.933 m3
Costo di costruzione Euro 36.210.000

La cantina Juan Alcorta sorge sull'altopiano denominato la Rad de Santa Cruz, lungo la valle del fiume Ebro, che si espande per 135 ettari di vigneti offrendosi a scorci del paesaggio collinare di questa regione spagnola famosa per la produzione di vini di pregio.
Il gruppo Bodega y Bebidas proprietario della vigna e promotore dell'iniziativa intendeva con questo progetto realizzare la più importante cantina di Spagna per capacità produttiva e per tecnologia applicata ai processi di invecchiamento dei vini. A fronte di un programma ambizioso che spinge la capacità di stoccaggio della struttura a trenta milioni di litri di vino, settantamila barili e sei milioni di bottiglie, la sfida dei progettisti, Quemada e Badillos risiede nell'impatto che una simile architettura avrebbe sostenuto con il paesaggio in cui sarebbe andata ad inserirsi. La soluzione si articola intorno a due scelte strategiche: il lavoro in sezione che manipola il profilo delle colline per adattarvi il nuovo organismo architettonico, e l'uso del cemento a vista come materiale plasmabile, capace di simulare le forme e i colori di altri materiali, quali la pietra ed il legno, che servono in modo tecnologicamente più efficace le istanze progettuali.
L'edificio è organizzato secondo un programma rigoroso e strettamente funzionale che separa le zone pubbliche legate alla ricettività e a tutti gli aspetti connessi alla promozione e vendita del prodotto, da quelle più strettamente produttive che occupando una superficie consistente vengono allocate nel sottosuolo, nascoste alla vista diretta.
Ciò che emerge in superficie, e si confronta con il paesaggio dei vigneti nel quale è immerso, è una sorta di château che ospita la reception, gli uffici ed il ristorante, stabilendo una serie di interessanti relazioni con il contesto circostante, sia come oggetto calato in un territorio naturalisticamente antropizzato che come articolata macchina per la visione dall'interno dalla quale è possibile osservare uno scenario in costante modificazione.
La necessaria efficacia e razionalità delle tecniche di produzione moderne viene integrata con sistemi di ventilazione naturale ed umidificazione dell'aria tradizionali. La "fabbrica del vino" combina quindi le esigenze tecnologiche più avanzate con la ricerca di condizioni ambientali, le più appropriate per un corretto invecchiamento del vino: buio, temperatura ed umidità stabili, aerazione naturale. La scelta di interrare completamente i circa 44.000 m2 di area produttiva deriva quindi sia dalla volontà di rinunciare al confronto con il paesaggio esterno, ma anche dall'esigenza di organizzare un ciclo produttivo il più possibile organico ed integrato con le regole tradizionali della cantina.
L'immagine della grotta che conduce attraverso uno stretto passaggio ad un grande vuoto illuminato da alcune crepe nella roccia o da luci artificiali soffuse, rimane latente nel processo progettuale intrapreso dagli architetti Quemada e Badillos, che scelgono di lavorare il cemento armato in modo narrativo, adattandolo a questo loro racconto, dalla luce all'ombra, dal verde e rosso delle colline al grigio del sottosuolo, alludendo a stratificazioni geologiche nei prospetti fuori terra come a certe nervature delle rocce carsiche nei solai del sottosuolo.
Collocato al margine dell'altopiano il volume stereometrico che ospita gli spazi pubblici della cantina, ridisegna il profilo della collina, sovrapponendosi al paesaggio con un segno antimimetico. Le facciate in cemento terroso, rosse come le linee di terra che solcano i vigneti, sono organizzate in strati orizzontali, non seguono regole compositive proporzionali, ma esprimono una intensità tettonica che le fa dialogare con il territorio contestuale, come se il volume edificato fosse frutto dell'erosione del suolo che fa emergere le rocce rosse simili a quelle che caratterizzano il monte Cantabria affacciato al di là della valle, sull'altro lato del fiume Ebro.
Questi elementi terrosi corrono per tutto il perimetro dell'edificio, fino a disegnare la corte di ingresso che polarizza tutte le vie di accesso alla cantina e di conseguenza alla cava-galleria che organizza tutti i percorsi e le connessioni ai differenti spazi.
L'area produttiva consiste in due volumi, uno occupato dalla Fermentazione, Produzione e Stoccaggio di 15.000 m2 alto tra i 12 e 16 metri, e di un secondo, rettangolare di 12.000 m2 che ospita le botti in legno, alto 7 metri. L'imbottigliamento, stoccaggio bottiglie e area spedizione sono allocate al livello superiore in un volume di 6,5 metri di altezza.
Questi ambienti organizzati secondo una razionale maglia puntuale sono caratterizzati da una grande versatilità d'uso e di occupazione; i muri ed i soffiti nervati, dal costante color grigio fumo, illuminati da luce artificiale indiretta, definiscono spazi adeguati per un corretto invecchiamento dei vini.
La reception e il volume degli uffici sono accessibili separatamente attraverso un sentiero che taglia i vigneti. Si caratterizzano per una collocazione che sfrutti al massimo le potenzialità scenografiche del paesaggio, inserendosi alla stregua di una casa di campagna al centro dell'appezzamento di terreno di proprietà, costituendo un punto di riferimento visivo lungo lo skyline ondulato delle colline.

Testo di Massimiliano Giberti
Estratto da Materia n. 46

Informazioni
Ascensori Zener
Brise-soleil Jomar
Cancelli Hermanos Marín
Controsoffittature Pladur
Copertura Danosa, Talfer
Elementi in calcestruzzo Zueco
Elementi in pietra naturale Pereamar/Amarillo Fósil
Elementi in vetro Cristalera Española
Facciate Precon Sa, Zueco Pereamar
Impianto d'illuminazione esterna Bega
Impianto d'illuminazione interna Disano, Philips, Lledó, Gewis, Indalux, Daisalux, Troll, Martini, Ansorg
Impianto di climatizzazione Daikin, Trox
Impianto elettrico Merlin Gerin
Opere di falegnameria, pavimenti in legno Riomader
Pannelli sandwich copertura Talfer
Pavimenti in resina Tribosa
Pavimenti in cemento colorato Grupo Chc-cret
Pitture murali Barpimo Sa, Tribosa
Porte Hermanos Marín, Javal
Porte antincendio Andreu
Porte scorrevoli Klein
Prefabbricati Precon
Rivestimenti Cempral
Serrature Tesa, Ocariz
Sistemi d'arredo Javal, Vip-Metal
Soffittature Javal, Pladur, Heraklit
Verde Zulueta
Isolante copertura Dow Chemical/Roofmate
Impermeabilizzazione copertura Danosa Curidan, Polydan, Danofelt
Membrana per drenaggio Mass-Dren
Additivo colorante per cemento Europigments / Bayer
Infissi d'alluminio Inconal
Botti di acciaio inossidabile Martínez-solé
Attrezzature Marrodán Y Rezola, Alfa Laval, Ata, Millipore, Ekinsa, Samovi Ricart, Irundin, Ramondín, Meynard&fils, Direma, Pupar, Md, Dicona, Impropack, Ferragut, Ulma

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Prospetto Sezione longitudinale