Kiasma  

Luogo: Mannerheiminaukio 2, Helsinki, Finlandia
Committente: Opetusministeriö (ministero finlandese dell'educazione)
Progettista: Steven Holl, Vesa Honkonen, Timo Kiukkola, Juhani Pallasmaa
Gruppo di progetto: Chris McVoy, Tapani Talo, Tim Bade, Justin Korhammer, Pablo Castro, Brad Kelley, Tomoaki Tanaka 
Architetto associato: Juhani Pallasmaa Architects
Gestione progetto: National Board of Public Building
Progetto illuminazione: Hervé Descottes e Vesa Honkonen
Impresa di costruzione: Helsinki Public Works Dept 
Datazione progetto: 1993
Datazione costruzione: 1993 - 1998
Costo: $ 40.000.000
Destinazione d'uso: museo

Il programma del concorso, bandito nel settembre del 1992, prevedeva la realizzazione di un museo d'arte contemporanea che fosse anche un forum per il contatto tra artisti e tra questi e il pubblico. Un museo il cui edificio avrebbe dovuto esprimere una "propria intrinseca artisticità", valorizzando il senso di una architettura le cui forme fossero espressione di una ricerca sperimentale e dentro al quale doveva essere creata una gamma di spazi espositivi caratterizzati da una precisa individualità.
L'area d'intervento si presentava difficile, un vuoto urbano a sud della baia di Töölö e dell'area ferroviaria di servizio ai dock di Jätkäsaari, lungo la trafficata Mannerheimintie e nel punto di convergenza di tre sobborghi interni della città (Töölö, Kampi e Kluuvi), poco al di sopra del centro storico. Un'area soggetta, fin dai primi del secolo, a proposte urbanistiche mai compiute e realizzate solo per frammenti. Fra queste il piano del 1961 di Alvar Aalto che prevedeva la creazione di una grande piazza terrazzata digradante
verso la baia e circondata da una sala per concerti, la biblioteca civica e un museo d'arte (di questi Aalto costruì solo la Finlandia Hall nel 1972). Un'area, infine, dominata dalla presenza di importanti edifici pubblici, la stazione Centrale di Eliel Saarinen (1904-14), il Parlamento (J.S. Sirén, 1930), la stessa Finlandia Hall di Aalto e l'edificio delle Poste, proprio a fianco dell'area di progetto, rispetto ai quali, come chiedeva il bando, il nuovo museo avrebbe dovuto confrontarsi senza tuttavia cercare particolari connessioni o "ambientamenti".
Il progetto vincitore di Steven Holl, apprezzato dalla giuria per la sua "misteriosa qualità scultorea", affronta la complessità delle questioni in gioco con indubitabile capacità di sintesi, espressa attraverso la metafora del chiasma (da cui il nome dato al museo), figura retorica che indica l'incrociarsi di diverse realtà e che nel disegno di progetto è rappresentata dall'incrocio dei volumi dell'edificio con le "linee naturali" del tessuto urbano e del paesaggio.
I temi dell'intervento riguardano l'aprirsi prospettico delle visuali verso la Finlandia Hall e la baia di Töölö, il ridisegno dei margini della baia, che viene allungata verso sud, portando l'acqua ad attraversare il museo - lungo un portico passante pedonale che separa ai primi due livelli la parte nord del museo (dove si trova il Forum) dal resto dell'edificio - e a riversarsi in una grande vasca che definisce la piazza creata davanti al fronte sud-ovest.
La curvatura del corpo principale dell'edificio, mentre fa da fondale alla visuale dal prospicente giardino di Pikkuparlamentti e all'incrocio degli assi stradali che lo generano, offre il fronte principale al percorso del sole, proteggendo la piazza antistante e permettendo alla luce naturale di entrare all'interno mentre, con forma a imbuto, si allarga a inquadrare attraverso la testata vetrata la vista dell'edificio di Alvar Aalto, verso nord. Visto dall'esterno il museo si caratterizza nel dettaglio per i raffinati giochi geometrici degli infissi e l'uso di tonalità dominanti del grigio. I tamponamenti sono in pannelli di alluminio, vetro traslucido e pannelli smaltati, il fianco curvo è rivestito di lamiera di zinco; gli unici tocchi di colore sono quelli degli inserti di ottone trattato con acido per ottenere una tonalità rossastra, inserti utilizzati nella facciate vetrate a nord e a sud.
L'intersecarsi del volume curvo con il corpo rettilineo fronteggiante la nuova piazza, che ricorda l'intrecciarsi di due mani come metafora di unione e separazione di due parti, diventa il fattore generativo dello spazio interno del museo. La trasparente hall vetrata a tutta altezza (dove si trova l'ingresso, marcato da una lunga pensilina di forme neoplasticiste) nasce dallo iato che si crea fra queste due realtà e perciò inevitabilmente separa e unisce i due tronconi dell'edificio. Qui si affacciano le funzioni pubbliche del museo: il guardaroba, il negozio, la libreria e l'ampio caffè, che si apre anche verso la piazza, utilizzabile per eventi quali lectures o tavole rotonde.
Dalla hall parte una lunga rampa curva che materializza l'inizio del percorso di visita che si svolge nei piani superiori lungo venticinque sale espositive poste in enfilade nei due corpi dell'edificio. Sale caratterizzate dalla curvatura sferica del fianco orientale, sia per quanto riguarda gli spazi, sia per quanto riguarda il sistema dei lucernari che, proprio per la particolare sagomatura dell'edificio, permettono di illuminare dall'alto anche le esposizioni che si trovano al di sotto dell'ultimo piano. Nella parte più alta del corpo curvo una grande galleria a mezza volta ribassata a sezione variabile, illuminata dall'alto, offre uno spazio di ampia flessibilità alle mostre temporanee.
Il percorso, che attraversa in sequenza tutte le sale dando al visitatore, come dice lo stesso Holl, "un'ampia varietà di esperienze spaziali", si muove costantemente attorno al grande vuoto centrale, che a tratti attraversa con balconate e ponti, seguendo una sorta di linea spiraleggiante memore del museo Guggenheim di Frank Lloyd Wright.
Anche all'interno i colori sono attenuati, come già appariva negli acquerelli di concorso fatti da Steven Holl. Le sale hanno pareti bianche finite a intonaco grezzo e pavimenti in cemento a vista colorato in nero e la mancanza di dettagli dà a questi spazi la ruvida apparenza di un'architettura utilitaria e quasi "industriale" che ben si connette all'aspetto non monumentale dell'edificio inserito nel contesto urbano.

Estratto da: MUSEI - architetture 1990-2000

									pianta del piano terra sezione longitudinale
sezione trasversale