Un luogo dedicato all'innovazione collaborativa: è questo il carattere di La Cité, progetto sviluppato attraverso il recupero dello storico centro Les Halles Latécoère di Tolosa e oggi sede di diversi servizi pubblici e privati dedicati soprattutto a giovani start up.
La Cité ha preso forma nella parte sud-orientale di Tolosa, specificamente nel sobborgo di Montaudran e a lato dei binari della locale ferrovia. Registrato come 'patrimonio della storia industriale e aeronautica' della città, il centro di Les Halles Latécoère è stato costruito fra il 1917 e il 1918 da Pierre-Georges Latécoère per ospitare la prima produzione aeronautica di Tolosa. Dopo la prima guerra mondiale, il sito è stato poi utilizzato per la produzione di aerei commerciali e, successivamente, di Aéropostale, società poi acquisita da Air France nel 1933. Durante i bombardamenti del 4 aprile 1944 il centro è stato in parte distrutto e l'intervento di Taillander Architectes Associés ha preso avvio da questo stato di fatto, come confermano dallo studio: "Il perimetro del nostro intervento comprendeva i tre capannoni storici dello stabilimento Latécoère, insieme ad alcuni capannoni e tettoie, più un'area dismessa sul lato est. Il terreno ha una superficie di 19 628 m². Nonostante la distruzione del 1944 e il rimaneggiamento degli anni successivi, il sito è generalmente ben conservato e presenta ancora caratteristiche notevoli, come le tre sale principali che sono state designate come monumento storico dal 21 luglio 1997. Data la loro composizione e l'imponenza volumi, costituiscono un insieme monumentale".

Il progetto La Cité sviluppato da Taillander Architectes Associés, dunque, si è concentrato sulle tre sale storiche, lunghe 120 metri e larghe 26 metri. Ogni navata occupa una superficie di 3.082 metri quadrati, raggiungendo i 9.246 metri quadrati complessivi.
Dal punto di vista dell'organizzazione delle funzioni, il nucleo centrale è stato organizzato come una piazza pubblica, "spazio del sistema che accoglie, unisce e connette gli utenti", specificano i progettisti. Qui, al piano terra, trovano sede servizi, sale riunioni, aree per la ristorazione e sale per conferenze oltre a spazi per eventi. Il piano superiore ospita uno spazio di co-working, aree ricreative e un ambiente per il co-making: spazi aperti al pubblico dove si svolgono laboratori creativi.

Il recupero della struttura ha obbligato Taillander Architectes Associés a un approfondito lavoro di analisi storica: dopo la loro costruzione nel 2017, infatti, i tre capannoni sono stati trasformati attraverso la ristrutturazione condotta da Luis Bréguet dopo il bombardamento del 1944, la trasformazione in magazzini per l'Air France e la successiva conversione in fabbrica dal 1960 al 1990. "Con l'idea di rivelare la storia dell'edificio, il progetto si riferisce anche alla sua identità originaria (1917) pur rispettando le esigenze del programma odierno. Le trasformazioni riguardano principalmente le coperture (intelaiatura e copertura), le facciate e gli elementi interni (pilastri in laterizio e ponti mobili)", raccontano i progettisti.

Le tettoie e i capannoni sono stati demoliti per dare risalto alle facciate storiche e inaugurare nuove aperture verso l'edificio, mentre le banchine sono state conservate e trasformate in terrazze all'aperto.
Un passaggio importante nel processo di recupero ha riguardato il rifacimento delle coperture, dove è stata sostituita la carpenteria metallica prevedendo sostituzioni ad hoc e rinforzi laddove gli elementi strutturali erano mancanti o danneggiati. Sono anche stati conservati i lucernari continui che affiancano il colmo del tetto di La Cité. Parallelamente, sono state rinnovate le tegole, a cui è stato aggiunto uno strato di isolamento. "Dopo un confronto con il curatore regionale dei Monumenti Storici si è deciso di conservare gli attuali volumi dei tetti che ci hanno fatto sviluppare il nostro prototipo in legno modellato per riempire gli spazi irregolari tra gli elementi della struttura. Inoltre è stato aggiunto uno strato di isolamento acustico di 5 cm tra il listello e le tegole con una distanza di 5 cm dal listello inferiore per ragioni sia tecniche che estetiche. L'alternanza tra i listelli è visibile nella parte inferiore del tetto, come avveniva in passato", dichiarano da Taillandier Architectes Associés.

Contestualmente al cantiere relativo alla copertura, il progetto per Le Cité si è concentrato sulla facciata, originariamente definite da un'apertura a triplo arco per ogni navata. Questa scansione originale è andata persa nel tempo ma i progettisti dello studio Taillandier hanno voluto approfondire le ricerche fino a trovare una soluzione che ricordasse i prospetti storici: "Grazie ad accurate ricerche, diversi incontri con l'assessorato regionale alla cultura e numerosi dibattiti sull'autenticità delle facciate, abbiamo deciso di rendere omaggio al loro disegno originale, esprimendolo in chiave contemporanea. Abbiamo infatti optato per una rivisitazione in chiave moderna anziché una mera riproduzione del design precedente".
Le nuove facciate sono realizzate utilizzando 'lame' metalliche verticali intrecciate in modo da riprodurre, a seconda della prospettiva, la forma degli archi originali. A completare i prospetti, frangisole che permettono di controllare l'eccessivo irraggiamento e, nelle facciate laterali, la successione fra aperture e pilastri pensata per favorire l'illuminazione naturale e diretta degli edifici.

Scheda progetto
Client: La Région Occitanie | ARAC Occitanie
Lead Architect: TAA Toulouse | Associated Head of Project: Aurélie Guinel | Assistant: Claire Peyrot | Head of Construction: William Saieb | Assistant: Paco Giuliani
Historic Monument Lead Architect: Pierre-Yves Caillault | Structural Engineering: BETEM | Fluids Engineering: SETES | Acoustics Engineering: Sigma | Energy Engineering: SOCONER | Designer: Studio Joran Briand Associés | Artist: Allover Gallery | Scenography: Ducks Scéno
Surface: 13 954 m² | Cost: 32,8 M€
Project competition: July 2018 | Delivery dates: January 2020 & November 2020
Environmental Certification: E2C2 Level
Photos: Roland Halbe