Finalista nel corso dell'ultima edizione del premio Mies Van Der Rohe, il progetto per la Ferme du Rail, firmato dallo studio Grand Huit in collaborazione con Mélanie Drevet Paysagiste, è un esempio di intervento sviluppato per incrementare il benessere sociale in una metropoli come Parigi.
Ne parlano direttamente i progettisti: "nata dal desiderio di residenti e associazioni locali di veder crescere un luogo in cui coniugare agricoltura urbana e solidarietà, la Ferme du Rail ha l’obiettivo di integrare le persone vulnerabili. La fattoria offre 15 unità di social housing di emergenza e reintegrazione, 5 unità per studenti, una serra produttiva senza riscaldamento, un ristorante aperto al pubblico, una fungaia di champignon e un giardino di permacultura. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo la necessità di energia, alimenti e risorse finanziarie mediante l’introduzione di un’economia circolare".
Collocata nel 19esimo arrondissement di Parigi, la Ferme du Rail, vincitrice anche per il sito Ourcq-Jaurès del bando Réinventer Paris, è stata progettata con l'obiettivo di ridurre al minimo le necessità relative alle risorse energetiche, di nutrizione degli inquilini e finanziarie, prevedendo un sistema di economia circolare. Il programma si basa sulla partecipazione della comunità di persone in difficoltà che abitano la struttura – e che in questo contesto hanno trovato anche lavoro nell'attività agricola – e sulla presenza integrata di studenti di orticoltura. "Il progetto difende un modello di economia sostenibile, sociale e solidale, legato all'interdipendenza fra gli attori del progetto e gli abitanti. Si basa sulle competenze di ogni partecipante, con l'obiettivo di rafforzarsi nell'insieme, a beneficio del quartiere".
Le pratiche ci coltivazione sono ispirate alla permacoltura e la produzione viene poi distribuita anche fra tutti gli abitanti.
Gli agricoltori offrono così ai residenti una serie di servizi, dalla raccolta e il trattamento dei rifiuti organici locali o invenduti dai negozi, alla ristorazione, alla vendita di ortaggi, oltre all'attività di manutenzione degli spazi versi e all'organizzazione di laboratori ed eventi.
L'edificio è stato costruito seguendo i criteri della bioclimatica e, come confermano gli architetti, "raggiunge prestazioni esemplari in termini di gestione termica, idrica, utilizzo di materiali di origine biologica (fra cui l'isolamento in paglia) oltre a contenere i consumi e le necessità di manutenzione".
Frutto di un percorso di co-progettazione durato cinque anni, il progetto per la Ferme du Rail ha visto anche nel suo stesso cantiere una tappa importante per avvicinare i futuri inquilini allo scopo dell'intervento; come dichiarano dalla giura del EU Mies Award, infatti, "il periodo di cantiere è stata un'opportunità per estendere la vocazione educativa e sociale del progetto, educandi diversi tipi di pubblico, come gli studenti di architettura o i lavoratori attivi nel terzo settore. Il cantiere, infatti, è stata pensato come un luogo di apprendimento sui materiali da costruzione ecologici".
La struttura è realizzata principalmente in legno, isolato con paglia locale e rivestito, di nuovo, in legno. Come isolanti sono stati utilizzati materiali di ricerca composti da tessuti riciclati, nei bagni sono state posate piastrelle di recupero e i muri in pietra a secco sono stati realizzati riciclando i bordi dei marciapiedi parigini:
Le parole chiave del progetto, concordano gli attori che ne fanno parte, sono frugalità, low-tech e innovazione.
Scheda progetto
Architects: Grand Huit, Clara Simay, Julia Turpin, Melanie Drevet.
Building technology: Frédéric Cousin.
Landscape architect: Philippe Peiger.
Acoustical: Gamba.
Building advising: Pouget consultants
Graphic design: Corentin Perrichot.
Client: Réhabail.
Builder Construction company: Travail & Vie, APIJ BAT, Vaninetti, Chataing bois, Atelier R-ARE, Faure, CMF, Canone, Loï, Les Résillientes.
Total area: 1360 m².
Usable floor area: 1000 m².
Cultivated area: 1,700 m².
Cost: €3,500,000 without VAT.
Photography: Myr Murate, Jérômine Derigny