©Leo Torri

Il Museo Poldi Pezzoli ha presentato La Forma del Tempo: una mostra dedicata al rapporto dell’uomo con il tempo, dall’antichità alle soglie dell’età moderna, che mette in relazione l’iconografia dello stesso con l’avanzamento tecnologico nella sua misurazione, mediante gli angoli di osservazione della scienza, della letteratura e dell’arte.
La mostra, a cura di Lavinia Galli, conservatrice del Poldi Pezzoli, presenta una trentina di opere tra orologi, sculture, codici e dipinti (tra gli autori: Tiziano, Gian Lorenzo Bernini, Andrea Previtali, Bernardino Mei e Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio); fulcro dell’esposizione è una serie di preziosi orologi notturni italiani del Seicento, invenzione dei fratelli Campani per Papa Alessandro VII Chigi, con i quadranti dipinti con allegorie del tempo da famosi artisti barocchi. Accanto ai due esemplari del Museo Poldi Pezzoli, l’uno di Giovan Pietro Callin e l’altro di Wendelinus Hessler, dodici sono provenienti da collezioni private. L’esposizione si articola in quattro sezioni: La misura del Tempo e dello spazio, Le immagini del Tempo e Nottetempo, Ombre magiche.

©Leo Torri

L’allestimento, progettato da Migliore+Servetto, entra nelle sale espositive al piano primo del museo Poldi Pezzoli con interventi leggeri, capaci di tracciare segni puntuali di connessione e avvolgere i pezzi in esposizione in un racconto corale. Una calda tonalità di rosso cinabro, che si rifà alle cromie delle tele del Tiziano, costituisce il fil rouge della narrazione, caratterizzando le quattro sale espositive nel segno di una forte identità e mettendo in relazione tra loro i pezzi selezionati dalla curatela, che spaziano dalla concezione meccanica dell’orologio in quanto oggetto, fino alla sua funzione più squisitamente decorativa. Vere e proprie opere d’arte, a cavallo tra alto artigianato, ingegneria e creatività artistica, capaci di dialogare anche con l’iconografia del tempo.
L’allestimento si sviluppa, dunque, come un percorso in crescendo che, a partire dalla prima sala dedicata alla misurazione del tempo, si espande nella seconda sala che indaga il rapporto tra arte e tempo. Qui il colore rosso cinabro si fa fondale di risalto e di lettura per ospitare le opere esposte, tra cui il noto dipinto di Tiziano “L’allegoria del Tempo e della Prudenza”, che diventa punto focale di riferimento, al centro del percorso di visita.
Il percorso conduce quindi alla terza sala per svelare una ricca e versatile collezione di orologi notturni, assolutamente innovativi per il periodo storico in cui sono stati concepiti.

©Leo Torri

In questo spazio, addentrandosi nel vivo dell’epoca Barocca, l’allestimento unisce in un unico campo scenico la selezione di orologi in mostra, il contesto romano e la vicenda del Papa Alessandro VII Chigi, alla cui insonnia si deve l’invenzione degli orologi notturni. Nella Galleria dei Ritratti, infatti, un grande piano grafico, di rimando al celebre colonnato del Bernini, accoglie il visitatore nell’abbraccio di una sorta di anfiteatro, al cui interno si è immersi nell’atmosfera grandiosa della Roma Barocca. Come attori che emergono sulla scena, dieci esemplari di orologi notturni sono infatti posti in dialogo tra loro, su una struttura a diverse altezze. Lo studiato alternarsi di questi livelli espositivi mira da un lato a restituire il ruolo di arredo che gli orologi ricoprivano negli interni dell’epoca, in quanto veri e propri oggetti d’arte, e dall’altro tende, nella lettura comparata e simultanea della selezione in mostra, a sviluppare uno sguardo critico di approfondimento.

©Leo Torri

Il visitatore si trova pertanto al centro di un racconto immersivo, nel mezzo di una vera e propria scena evocativa. Nell’ultima sala, il buio in cui l’ambiente è avvolto valorizza l’esposizione degli orologi notturni a proiezione e ne mostra l’effetto notturno, rendendone possibile la lettura, in un’atmosfera metafisica, che evoca in sintesi ritmi e stili di vita dell’epoca. A completamento della narrazione, un video di conoscenza più allargata e di approfondimento illustra nella sala di fronte alla loggia l’evoluzione dei sistemi di misurazione: dai più antichi rudimentali strumenti fino ad arrivare agli orologi notturni, veri e proprie opere di ingegneria meccanica e di alto artigianato capaci di dialogare anche con l’iconografia del tempo.

©Leo Torri