La montagna urbana
Luciano Bolzoni


La storia dell'architettura contemporanea italiana ambientata nel paesaggio alpino è innegabilmente popolata da paradossi; il principale è quello che vede l'architettura nata in città inserirsi diligentemente in un contesto così lontano dalle consuetudini urbane, caratterizzato da condizioni naturali quali quelle dell'alta quota, con le stesse modalità della costruzione cittadina.
Difatti il progetto ambientato in una cornice così eccezionale come quella alpina non riuscì ad evitare quel mondo di forme derivato dalla costruzione della città moderna; e proprio questo transfert di modi e concetti nati nel e per il paesaggio urbano contribuì a soddisfare una domanda di nuove costruzioni in montagna sorta dall'esigenza, da parte di una committenza, cittadina, di percepire il clima locale quale propaggine delle proprie consuetudini abitative.
Ed è in questo modo che si fa riconoscibile il tema della casa nel contesto dei vecchi villaggi montani trasformati, nel tempo, in insediamenti satellite delle nostre città contemporanee e divenuti quindi, nel tempo, espressione di due mondi in contrasto tra loro. A questa percezione urbana della montagna è strettamente legata la riconoscibilità della casa per le vacanze: di fatto questi luoghi sono costituiti, come nella città contemporanea, dalla iterazione della casa stessa, abitazioni singole o condomini, che derivano da un repertorio urbano via via si contrapponecontrapposto a quello mutuato dalla tradizione locale, fino a diventare le nuove, piccole città alpine. Non è un caso che quasi sempre i progettisti dei nuovi temi formali dell'architettura montana siano gli stessi noti professionisti operanti in città che trovano nel territorio alpino un campo di sperimentazione, praticamente infinito come possibilità di lavoro e di espressione.
All'inizio del secolo, e per i primi quarant'anni, le unità abitative singole, le ville padronali, costruite negli anni da Magistretti Senior, Portaluppi, Muzio, Mino Fiocchi, Cereghini, Vietti, Gellner, Sottsass Senior, Asnago e Vender e altri furono il preludio di un'attività progettuale e costruttiva molto più intensa che seguì a breve distanza, agevolata soprattutto dal clima favorevole dell'immediato dopoguerra, che andò a comporre il nuovo  paesaggio alpino, formato in particolare da condomini, alberghi e residence.
Inoltre l'eccezionale domanda di nuove abitazioni nei vecchi villaggi alpini come Cervinia, Champoluc, Bardonecchia, Bormio, Medesimo, Cortina d'Ampezzo, Selva determinò una proliferazione edilizia costituita da un'infinità di abitazioni cui seguirono, per forzanecessaramente, tutte quelle le attrezzature turistiche necessarie per il supporto e lo sviluppo del nuovo fenomeno della vacanza montana:, alberghi, stazioni di funivie ed impianti di risalita, locali per la ricezione turistica.