Il Tempio Votivo della chiesa di Santa Lucia a Bergamo è ricco di capolavori: dal magnifico mosaico di Trento Longaretti che riveste l’intera abside, alla via Christi di Ugo Riva, fino alla Pietà di Pietro Brolis. Proprio per valorizzare queste opere, illuminare la cupola esterna e creare scenari ad hoc per ogni tipo di celebrazione, la comunità si è rivolta a Telmotor, impresa del territorio specializzata nella progettazione di impianti illuminotecnici. Per soddisfare gli obiettivi, sono stati studiati posizionamenti, potenze e fasci di apertura dei prodotti adottati, che hanno consentito la gestione di svariati scenari. Il tutto ha richiesto un lavoro di coordinamento tra i professionisti impegnati, sia lato installazione che sul fronte della programmazione. “Per quanto riguarda gli esterni, la comunità voleva che il Tempio Votivo diventasse un simbolo, un punto di riferimento per l’intero quartiere”, racconta Alessando Vaglietti, Responsabile Energy&Lighting Solutions di Telmotor. “Si voleva inoltre rendere ben visibile la Chiesa da Città Alta” aggiunge.

Il progetto illuminotecnico è stato studiato per riutilizzare i punti luce esistenti e sostituire gli apparecchi con prodotti nuovi, più performanti, con ottiche dedicate per ogni situazione e con resa cromatica <98. È stato inoltre completamente rivisto il cluster presente al centro della chiesa, attrezzandolo con proiettori ad alta performance per l’illuminazione della navata e delle opere al suo interno. La particolare pianta circolare della Chiesa, i volumi, le altezze e il vincolo imposto dei punti di proiezione hanno reso molto difficile l’individuazione dei corpi illuminanti giusti, ovvero di quelli che per potenza, ottica e dimensioni restituissero quanto desiderato dalla committenza.
Il cluster esistente, da riattrezzare, ha dovuto subire degli interventi; l’intera piastra inferiore è stata sostituita e realizzata ex novo per permettere di alloggiare i nuovi corpi illuminanti, differenti per qualità, dimensione e posizione.

Un’altra sfida è stata l’illuminazione del mosaico, di notevoli dimensioni, che ricopre l’intera abside, alle spalle dell’altare. Il grande utilizzo di oro e l’orientamento irregolare delle tessere ha reso difficile trovare l’uniformità giusta sull’intera superficie. Il risultato è stato ottenuto utilizzando dei proiettori lineari di piccolissime dimensioni che permettono di illuminarlo uniformemente senza creare riflessi incontrollati e riuscendo a mascherare l’oggetto all’interno del volume del baldacchino.
La linea generale che ha guidato la scelta di tutto l’intervento è stata rendere invisibile, dal punto di vista del fedele, la presenza dei corpi illuminanti”, commenta Riccardo Taccani, responsabile hub di Telmotor. “Anche il puntamento dei prodotti è stato piuttosto impegnativo: abbiamo fatto un lavoro certosino per andare a colpire con precisione, utilizzando fasci strettissimi (6°), le opere d’arte e i luoghi liturgici posti anche a più di 17 metri di distanza. È stato uno degli interventi più difficili da noi realizzati nei luoghi di culto”, conclude Taccani; “grazie ai nostri tecnici, investendo parecchio tempo e tanta passione, lo abbiamo eseguito brillantemente”.