Un esempio virtuoso di ricerca finanziata al servizio della collettività, in particolare di una delle fasce più deboli: gli anziani non autosufficienti. È l’attività che ha preso vita nell’ultimo anno in virtù di una ricerca internazionale, di cui l’Università Iuav di Venezia è capofila, che studia la progettazione di un prototipo di alloggi provvisori in legno dove possono alloggiare temporaneamente le persone anziane non autosufficienti, nel caso si verifichi la necessità di riqualificare le case di riposo: eventualità sempre più frequente, data l’obsolescenza di strutture, materiali e attrezzature degli edifici attualmente destinati ad accogliere gli anziani. Il progetto di ricerca, finanziata nell’ambito del progetto POR-FSE 2018 della Regione Veneto con 44.000 euro, ha coinvolto per un anno, oltre a Iuav, il Consorzio Legno Veneto, la ditta Bozza Legnami di Vigonza, in provincia di Padova, la University of Kent di Canterbury e la rete Green Tech Italy.
L’idea è nata dall’intreccio di diverse tematiche, tutte estremamente attuali: l’analisi dello stato medio di conservazione degli immobili in Italia; il progressivo invecchiamento della popolazione italiana; il ruolo del legno come materiale funzionale e versatile; l’attenzione verso i temi dell’intero ciclo di vita degli edifici (LCA) e della Circular Economy. La “messa a sistema” di questi temi ha permesso di lavorare per un anno su un progetto di ricerca dalle forti implicazioni sociali e ambientali.
Il report Istat di maggio 2018 riguardante il futuro demografico del Paese ha infatti evidenziato come nei prossimi decenni in Italia si verificherà un progressivo invecchiamento della popolazione (si parla del 33,3% della popolazione over 65 al 2065). Nel 2020 saranno oltre due milioni le persone con più 85 anni, che diventeranno cinque nel 2065.
Il progetto è nato inoltre dalla constatazione che anche gli edifici esistenti adibiti a case di riposo, come gran parte del patrimonio edilizio italiano ed europeo, necessitano di riqualificazione (energetica, antisismica, messa in sicurezza...).
In tale scenario deve essere valutata con grande attenzione la collocazione provvisoria degli ospiti di case di riposo, considerata la loro “fragilità” come utenti.
La ricerca ha sviluppato il prototipo di un’unità abitativa provvisoria in legno con avanzate caratteristiche di comfort e di risparmio energetico, che costituisce la soluzione ottimale per la tutela delle persone anziane e permette di sperimentare nuovi modelli dell’abitare e può assumere eventualmente carattere di alloggio permanente. L’unità abitativa è dotata di un ampio utilizzo di domotica per il monitoraggio dell’utenza e consente una diminuzione del personale di sorveglianza, a beneficio di privacy e autonomia. Il progetto di ricerca, realizzato in collaborazione con l’ing. Luciano Cardellicchio, docente di tecnologia alla University of Kent, ha inoltre visto fortemente coinvolto il settore delle costruzioni in legno, uno dei materiali più attuali in tema di funzionalità, duttilità e basso.
L’uso del legno ha garantito la flessibilità richiesta per la definizione di varie tipologie e di unità abitative (dimensione, distribuzione interna…) e un alto livello di reversibilità, con la conseguente possibilità di riutilizzo, nell’ottica del più basso impatto ambientale possibile rispetto all’LCA e alla realizzazione del progetto in funzione della Circular Economy.
La ricerca interessa potenzialmente in Veneto quasi 400 strutture residenziali di accoglienza per anziani, di cui 328 atte a ospitare anziani non autosufficienti, per un totale di circa 34.000 posti letto totali destinati a persone anziane in strutture residenziali sociali o sociosanitarie, dei quali quasi 31.500 accreditati presso il sistema socio-sanitario regionale.
“Crediamo che la ricerca, soprattutto se finanziata con fondi pubblici, debba sempre più indirizzarsi verso attività con ricadute positive su tutta la collettività”, afferma Massimo Rossetti, docente di Tecnologia dell’Architettura all’Università Iuav di Venezia e responsabile scientifico del progetto. “L’obiettivo di questo lavoro è stato proprio questo: mettere in piedi una rete di professionisti che, ciascuno secondo le proprie competenze, ha permesso di progettare un prototipo di unità immobiliare innovativo e fortemente orientato alle necessità di anziani non autosufficienti”.