Costume – Lo storico elettrodomestico sta conoscendo una nuovo periodo di giovinezza, grazie al successo delle moderne versioni hi-tech

Una singolare iniziativa proposta all'associazione culturale bolognese "La pillola" ha permesso di avviare alcune riflessioni su un oggetto che, di questi tempi, non riceve la giusta attenzione: la lavatrice. Il titolo della manifestazione giunta alla terza edizione era “L'Ecole del rusco. La seconda vita delle cose”. Ovvero come la 'monnezza' può diventare un'occasione d'arte declinata in tre momenti spettacolari ispirati al tema del riciclaggio e del riutilizzo di ciò che viene definito rifiuto, ma che potrebbe essere restituito a nuova vita, potendo essere, anziché il disastro napoletano, fonte di guadagno. Nel caso specifico sono state realizzati: sculture con metalli ricavati (separati) da oggetti di scarto (curatore Paolo Gualandi); arredi urbani con alberi abbattuti per ragione fitosanitarie dall'artista bolognese Ser Mam; un concerto per lavatrici ideato da Simone Bellotti. Particolarmente interessante appare la terza idea-evento intitolata “La forza centrifuga del destino”, eseguita dal Coro Fonomatico formato da trenta elettrodomestici. Anzitutto perché la singolarità della concertazione merita di essere replicata e magari sponsorizzata da qualche illuminato produttore di elettrodomestici e/o detersivi. In secondo luogo perché la provocazione è intelligente e spiritosa, anche nei confronti di una tradizione, qual è quella del melodramma, che in Emilia è non di rado piuttosto greve, soprattutto quando si incarna nel tifo melomane, negli ultrà da loggione e del do di petto. Secondo l'autorevole opinione dell'autore, infatti, la musica reinterpretata dalle voci delle lavatrici è un omaggio a Giuseppe Verdi e al rock contemporaneo in “un compromesso fra il melodramma e la musica futurista”.

Il ruolo storico della lavatrice
Ma se il coro delle lavatrici suona anche, nelle sue intonazioni rottamatorie, come occasione per ripensare la storia di un elettrodomestico che ha cambiato profondamente la vita delle donne e il lavoro domestico, indica anche le nuove e prossime frontiere della domotica, della “casa intelligente”. Si deve infatti ricordare che quel che oggi, al pari del frigorifero e della Tv, sembra un oggetto banale, visto che ormai non c'è più casa che non ne possieda una, è stato il levatore di una vera e propria rivoluzione, che ha liberato le donne dalla millenaria fatica del bucato a mano, diventando anche uno dei simboli della civiltà dei consumi, nel decennio '60 del secolo scorso. Un mezzo che assieme all'automobile si è trasformato in qualcosa di molto più di una macchina, caratterizzandosi come bene di cittadinanza, cioè come riconoscimento pieno dello status di “consumatore”. Ora però, dopo un periodo di appannamento tecnologico e di decadenza elettrodomestica, per effetto della vertiginosa avanzata di computer e telefonini, che hanno ridefinito la gerarchia tecnico-scientifica, la lavatrice è pronta a rinverdire i suoi luminosi trascorsi. Anzi silenziosamente ha già cominciato a farlo da alcuni anni, anche se non ce ne siamo accorti, anche se non lo sappiamo, anche se crediamo che a trainare la corsa verso il futuro siano altri oggetti e gadget elettronici.

Al centro della casa hi-tech
E' lei, infatti, la cara e vecchia lavatrice, che viaggia in testa al processo che sta rendendo le nostre case sempre più intelligenti, cioè presto in grado di avere macchine che parlano con altre macchine. Ossia la possibilità che tutta la dotazione elettrodomestica (frigo, tv, lavastoviglie, lavatrice…) lavori automaticamente in rete, con bassi consumi energetici e di detersivi, magari sfruttando le ore notturne. Nel giro di pochi anni le lavatrici hanno incorporato molto tecnologia avanzata: si stimano attualmente oltre 8 milioni di “lavatrici intelligenti”, cioè capaci ad esempio di consumare mediamente il 50% in meno di energia; allo stesso modo se una decina d'anni fa solo l'1% delle lavatrici aveva il “ciclo cachemire” ora invece, che questo ciclo è governato da un microchip, ce l'hanno tutte. Nondimeno tutte le macchine di ultima generazione montano anche chip che garantiscono altre innovative funzioni: ad esempio l'autodiagnosi della macchina, che fa sì che quando si chiama il tecnico questi abbia già sul suo palmare le ragioni e i dettagli del guasto. Così da rendere gli interventi più rapidi, efficienti ed economici per il cliente. Come dicono i tecnofili la prossima tappa è la “remotizzazione dei comandi”, cioè la possibilità di attivare gli apparecchi a distanza con telefonini e computer portatili, ma anche che gli elettrodomestici segnalino ciò di cui hanno bisogno.