Galleria fotografica – La struttura, sorretta da archi e cavi d’acciaio, ricrea il microclima delle Alpi in maniera ecologicamente sostenibile

Come progettare una serra alpina a Londra secondo i principi della ecocompatibilità ambientale, tipici di un giardino botanico? È la domanda che si sono posti gli architetti dello studio Wilkinson Eyre, con la collaborazione di Atelier ten per la parte energetica e di Dewhurst MacFarlan per la parte strutturale, nell'affrontare il progetto della nuova Davies Alpine House, nei Royal Botanic Gardens a Kew, a ovest di Londra. La serra per la vegetazione alpina è la prima a essere costruita negli ultimi 20 anni nei Kew Garden, patrimonio dell'umanità e di cui i Wilkinson Eyre ne curano lo sviluppo da diversi anni. Essa è paradigmatica di una progettazione architettonica e ingegneristica che promuove il risparmio energetico, ottenuto sfruttando le forze naturali, pur applicata a un edificio a destinazione inusuale.

La vecchia serra
La vecchia serra, destinata ad accogliere la collezione alpina (la cui presenza nei Kew Gardens risale al 1887), era inadeguatamente localizzata e con un'impiantistica assolutamente carente, tanto che la temperatura interna durante l'estate raggiungeva anche i 40 °C, dovuti principalmente a una ventilazione assente e al sistema di ombreggiamento inefficiente. Di conseguenza, al fine di mantenere le condizioni climatiche adeguate alla flora alpina, era necessario aumentare la dotazione impiantistica. I lavori si sono risolti in uno spreco di energia e in un continuo e fastidioso rumore di fondo, poiché le condizioni climatiche non sono mai state ideali per la crescita della vegetazione alpina, obbligando i botanici dei Kew Gardens a continui interventi correttivi. La nuova Alpine House cerca, riuscendoci, di superare tali limitazioni promuovendo un approccio attento alla sostenibilità ambientale, aspetto più che mai compatibile con un giardino botanico e spesso trascurato.

Un intervento sostenibile
Le richieste espresse dalla committenza erano semplici ma impegnative: mantenere condizioni climatiche adatte alla flora alpina riducendo il consumo energetico e sfruttando sistemi passivi; (ciò in contrasto con il clima britannico, caratterizzato da sbalzi di temperatura e umidità, per cui anche la stagione invernale non risulta adatta alla sopravvivenza della flora alpina); ottimizzare prestazioni, budget e architettura per fornire una forte identità, formale ma anche ecocompatibile, all'edificio; dialogare con gli edifici storici, per lo più serre ottocentesche, presenti nei Kew Gardens. In particolare, al fine di creare l'habitat ideale alla vegetazione alpina, i botanici richiedevano l'ingresso nella serra di più luce solare possibile, un adeguato ombreggiamento durante l'estate per evitare fenomeni di surriscaldamento e un movimento d'aria costante direttamente al di sopra della vegetazione. La stessa localizzazione della serra non è casuale: innanzitutto la vicinanza con la nursery dei fiori, ma, soprattutto, la presenza del giardino roccioso. Esso, infatti, rappresenta l'habitat ideale per installare la collezione alpina, avvicinandosi appunto a quello naturale: per minimizzare, inoltre, gli interventi sulle conformazioni rocciose, la forma della serra si adatta al loro andamento.

Una tecnologia tipica degli yacht
Il passo successivo è stata la definizione della forma, studiata in modo da promuovere le condizioni climatiche necessarie: geometricamente definita dall'intersezione di un cilindro con due piani, si ottiene una pianta ellittica di 10,8x18 metri. Sono stati quindi creati due archi gemelli di altezza sufficiente, 11 metri circa, per la stratificazione dell'aria (stack effect): si evita così il surriscaldamento interno attraverso l'instaurarsi di un flusso ascensionale che richiama aria fresca dalle aperture alla base dell'edificio e la espelle da quelle superiori, regolabili, realizzate nella parte orizzontale di collegamento tra i due archi e al di sotto degli stessi. La serra è orientata lungo l'asse nord-sud: la superficie esposta a sud è limitata, mentre a est e ovest sono stati installati due frangisole. Il sistema di ombreggiamento per la stagione estiva è costituito da due ventagli mobili (verso est e ovest), ispirati alla coda del pavone. Utilizzando una tecnologia tipica degli yacht, le due tele di poliestere bianco si aprono o si chiudono in meno di un minuto e possono essere azionate indipendentemente per adeguarsi meglio alla posizione del sole durante la giornata. Alle due estremità della serra sono stati posizionati i due accessi con vestibolo collegati dal percorso sinuoso destinato ai visitatori, leggermente inclinato per seguire l'andamento naturale del terreno, che si snoda tra gli affioramenti rocciosi e le cassette espositive dove trova posto la vegetazione alpina.

Un labirinto in calcestruzzo
Al di sotto del livello del terreno è stata creata una struttura di calcestruzzo, innanzitutto come fondazione, ma conformata in modo da creare un serbatoio termico utile alla serra sovrastante: il cosiddetto “labirinto”, costituito da una successione di setti di calcestruzzo alleggerito. L'aria esterna è spinta da ventilatori all'interno di questo percorso. La massa termica del calcestruzzo è utilizzata per raffrescare in modo naturale questa aria, che è poi ricircolata lungo il perimetro del muro di contenimento e da qui immessa nella serra, con bocchettoni direzionali, in corrispondenza delle piante. In tal modo, viene creato un flusso d'aria fresca costante.