Intervista – Secondo Daniele Lago, responsabile marketing dell'azienda, il design deve abbracciare tutti gli ambienti della casa

Il debutto è stato a Eurocucina 2008 ed è nato all'insegna del più autentico stile Lago, anche in cucina: “Semplicità nelle forme, sottrazione come reazione al decoro fine a se stesso, alti livelli di personalizzazione attraverso il colore e la componibilità, qualità dei materiali e lavorazioni artigianali, prezzo accessibile”. A distanza di un anno Daniele Lago, responsabile marketing e sviluppo prodotto, oltre che progettista dell'innovativa cucina 36E8 (basata su un modulo da 36,8 per 36,8 cm), racconta gli sviluppi del progetto.

Qual è stata la risposta del mercato al debutto di Lago in cucina?
Le reazioni emotive sono state molto positive e questo per noi è il segnale più importante. La strategia aziendale è basata proprio sui prodotti capaci di emozionare e convincere con il loro design, rimanendo però accessibili dal punto di vista economico. Molti dei nostri rivenditori hanno creduto subito nel progetto cucina; il catalogo in fase di ultimazione racconterà la potenza di questo nuovo modo di intendere la cucina.

Quanto rappresenta oggi la cucina per l'azienda e quali sono gli obiettivi per il 2009?
In breve tempo ha raggiunto percentuali rilevanti e ritengo che assisteremo a un'altra crescita con il catalogo, grazie al quale potremo raggiungere quote importanti sul mercato.

Il progetto è stato modificato o semplicemente ampliato rispetto alla prima proposta?
La cucina 36E8 è un progetto che alleggerisce la percezione d'ingombro e pienezza delle cucine viste fino a oggi. L'approccio progettuale è totalmente rivoluzionario: nasce la “cucina non-cucina” che si sgancia dai rigidi schemi compositivi e consente di creare volumi e forme sorprendenti. I contenitori, posizionabili orizzontalmente e verticalmente, possono essere composti in modo infinito su un'ipotetica griglia che lascia libertà di composizione, creatività e proporzione. Agli ambienti domestici, spesso sovraccarichi di oggetti dalle elevate prestazioni tecnologiche, abbiamo preferito restituire amore, armonia e calore.

Sono allo studio altri sistemi?
Noi non pensiamo mai a soluzioni verticali, ma a idee che possono abbracciare tutte le aree della casa. Non abbiamo iniziato a fare cucine ma a pensare che una visione Lago fosse importante per tutte le aree della casa; credo che queste segmentazioni siano obsolete.
Per il futuro stiamo pensando a molte cose nuove. Oggi innoviamo su tutti i fronti, dall'organizzazione al modo di comunicare e ovviamente al motore di tutto che rimane il prodotto.

Lago si distingue anche per l'attività che conduce con i giovani di tutto il mondo attraverso Lagostudio. Sono previsti workshop dedicati anche alla cucina?
Ripeto che per noi il paradigma è l'abitare nella sua più alta accezione benché a volte si facciano dei focus più stretti. L'importante, però, è non perdere di vista la visione d'insieme, perché è esattamente in quello che un marchio trova la sua forza.

Durante l'ultimo Salone avete scelto la formula vincente di arredare un intero appartamento. Quali sono stati i risultati di quest'operazione?
È stato un progetto che ha superato le aspettative. È da molti anni che cerchiamo di rimettere l'uomo al centro e questa è l'ennesima prova che è la via più naturale e convincente. Le persone che sono venute a visitarci, hanno colto la simbiosi che esisteva tra il prodotto e noi tredici che lo vivevamo quotidianamente, con gli odori e i rumori che difficilmente si ritrovano in ambienti espositivi: un'alchimia, questa, che comunica di per sé l'approccio che abbiamo nel progettare il prodotto.

Quali possono essere gli sviluppi distributivi in Italia e all'estero?
In Italia rafforzeremo l'attuale progetto distributivo, che prevede accordi di partnership con i migliori rivenditori. All'estero inizieremo un nuovo percorso, attraverso accordi strategici con partner locali che svilupperanno il brand Lago.

Oltre ai feedback da lei raccontati, quali altri riconoscimenti avete avuto?
Abbiamo ricevuto uno dei premi più importanti: il Good Design Award, il più vecchio e importante riconoscimento mondiale del settore. Il concorso è stato fondato a Chicago nel 1950 da Edgar J. Kauffmann con la partecipazione di alcuni dei designer più importanti di quell'epoca. Nei prossimi mesi sarà allestita anche la mostra permanente di tutti i prodotti vincitori presso l'ente organizzatore di questo premio: il Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design.