Lamiera di rame

Autore testo: Lorenzo Soro, Valentina Susini

La notevole lavorabilità che permette di ottenere spessori sottili e praticamente ogni tipo di conformazione, l'elevata resistenza agli agenti atmosferici, grazie all'ossidazione naturale, fanno del rame un materiale particolarmente indicato per la realizzazione di manufatti per rivestimenti esterni. Tra questi elementi, le lamiere, prodotte in vari spessori di solito variabili tra 0,5 e 1,2 mm, possono assumere la conformazione di particolari doghe oppure di pannelli, semplici o composti attraverso la sagomature che anche senza particolari difficoltà può essere effettuata anche in cantiere. Le pregevolissime doti estetiche che si realizzano grazie alla caratteristica colorazione verdastra provocata dalla ossidazione, sono ormai estremamente apprezzate in architetture, in cui uniformità di colore e plasticità delle forme si uniscono per connotare l'edificio.
Il rame è spesso utilizzato per edifici di un certo prestigio e rappresentatività, soprattutto visti i costi elevati, per realizzare grandi superfici e tessiture particolari, nella tipica colorazione verdastra, o in colorazioni brune o argentee, ottenute con particolari tecniche come la preossidazione o la stagnatura.
Prestazioni e requisiti
Il rame, è tra i materiali metallici, uno dei più utilizzati nell'ambito dei rivestimenti esterni. Il suo utilizzo nasce dalle sue apprezzabili doti di resistenza agli agenti atmosferici e corrosivi, oltre che naturalmente da quelle di resistenza meccanica e di lavorabilità.
Infatti il rame possiede la capacità di autoproteggersi a contatto con l'atmosfera attraverso un processo che determina la comparsa di strati di ossido e successivamente di carbonato e solfato con uno spessore nell'ordine dei centesimi di millimetro. Tutto ciò si manifesta visivamente, attraverso un graduale cambiamento dell'aspetto per mezzo di variazioni cromatiche fino alla comparsa del caratteristico e spesso apprezzato colore verdastro (verderame). Questo aspetto assume una particolare valenza, in quanto determina un miglioramento delle prestazioni del metallo come rivestimento esterno, in ambito sia estetico che protettivo.
Ciò nonostante il rame può, in alcuni casi, essere soggetto a corrosione, quando viene posto a contatto con un altro metallo (effetto tanto più marcato quanto più il metallo accostato dista maggiormente dal rame nella scala elettrochimica) e una soluzione salina (elettrolitica) o anche solo di umidità per formazione di una coppia galvanica.
Comunque nella maggior parte dei casi, essendo il rame un materiale nobile nella classificazione elettrochimica, è generalmente questo a provocare la corrosione degl'altri metalli, come è il caso dell'alluminio, dell'acciaio non inossidabile, dello zinco, ecc., è invece generalmente possibile la combinazione con acciaio inox e piombo.
Pertanto è indispensabile, nella posa in opera fare attenzione ai tipi di metallo che saranno a contatto con il rame, specie se poi questi costituiscono i fissaggi.
È però in alcuni casi possibile anche l'accostamento del rame con alluminio o acciaio zincato, previa costituzione di un sistema di isolamento di quest'ultimi metalli tramite film plastici o preverniciatura o anodizzazione dell'alluminio (in quanto lo strato di ossido non è conduttivo).
Per quanto riguarda la resistenza meccanica, i valori sono generalmente variabili in funzione del trattamento termico subìto, infatti i laminati di rame sono spesso sottoposti ad un procedimento di ricottura con lo scopo di rendere il materiale nuovamente duttile e malleabile, dopo l'incrudimento provocato con la laminazione. In genere comunque le principali caratteristiche del rame sono:
carico di rottura a trazione variabile fra 200 e 350 N / mm2;
carico di rottura a compressione circa 1500 N / mm2;
allungamento 38 %;
modulo elastico 120000 N / mm2;
durezza Brinell 64;
peso di volume 8,5 Kg /dm3.
Il rame è comunque un materiale generalmente molto costoso e ciò si riflette sugli utilizzi che presuppongono lo sfruttamento in grandi quantitativi, come è il caso dei rivestimenti di grandi superfici. Ma è altresì vero, che tale materiale tende ad ammortizzare maggiormente, rispetto ad altri materiali per rivestimenti esterni, i costi di utilizzo, essendo estremamente durevole e non necessariamente soggetto a manutenzione.
La possibilità di laminazione, la plasticità, la duttilità lo rendono adattabile a qualsiasi condizione d'impiego, che si riflette in una certa flessibilità in ambito progettuale, offrendo inoltre la possibilità di realizzare facilmente giunti d'angolo, di copertura, raccordi di finestre ecc.
 
POSA IN OPERA
La posa in opera di lamiere e lastre di rame, avviene in genere con tecniche a secco tramite l'utilizzo di elementi come staffe o linguette che ne permettono l'aggancio diretto sullo strato portante. I pannelli possono essere predisposti per il fissaggio attraverso opportune tagli e sagomatura dei bordi o essere aggraffati ai supporti. Questi vengono poi fissati allo strato portante tramite viti autofilettanti in acciaio inox o chiodi di rame o leghe di rame, o ancora tramite rivettatura (secondo il tipo di supporto), e in alcuni casi tramite particolari adesivi plastici.
Per alcuni tipi di pannelli in  rame come le doghe, il fissaggio alla struttura portante, avviene tramite la mediazione di profilati metallici ad omega. A questi vengono fissati in senso trasversale degli speciali elementi che formano il supporto dei pannelli ai quali vengono fissati per mezzo di aggraffatura meccanica. L'isolante è posto tra i profilati ad omega prima della posa delle doghe.
Questo tipo di sistema particolarmente rapido, permette ottime prestazioni in fatto di rapidità d'esecuzione, tenuta all'acqua e flessibilità d'impiego, è inoltre utilizzabile nella realizzazione di pareti ventilate.
 
Bibliografia:
E. Gregorini, I rivestimenti esterni- materiali e sistemi, Maggioli Editore, Rimini, 1996.
Manuale di progettazione edilizia, tipologie e criteri dimensionali vol. 1, Ulrico Hoepli editore, Milano, 1995.
Manuale di progettazione edilizia, materiali e prodotti vol. 5, Ulrico Hoepli editore, Milano. 1995.
C. Amerio e G. Canavesio, Materiali per l'edilizia, vol. 2, SEI (società editrice internazionale), Torino, 1996.
G. K. Koenig, B. Furiozzi, F. Brunetti, G. Ceccarelli, Tecnologia delle costruzioni, vol 1, Le Monnier, Firenze, 1994.

rivestimento a nido d'ape eseguito con scandole di rame

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rivestimento di parete con scandole di rame ossidato (TECU®-Patina), TECU® System di KME

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quattro diverse finiture superficiali TECU®, nei colori naturale (classic), patinato verde (Patina), ossidato marrone (Oxid), stagnato grigio (Zinn

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