Testo di Francesca Acerboni

Le composizioni alpine di Scaramellini + De Novellis
Testo di Francesca Acerboni

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Area di sosta Acque Rosse (Spluga,
Sondrio)

Una scarpata di montagna nella zona dello Spluga
- spazio di risulta lasciato in eredità dalla costruzione di una galleria,
terrain vague oscillante tra naturale e artificiale - è l'ambiguo
contesto che affrontano gli architetti Scaramellini + De Novellis, per
trasformarlo in un belvedere affacciato su un paesaggio alpino di stupefacente,
potente bellezza. L'elemento naturale diventa, appunto, il movente
attorno cui plasmare il costruito.
L'area di progetto, denominata Acque
Rosse, viene disegnata come fosse un giardino di pietra. Un luogo dove ghiaia,
pietrisco, blocchi irregolari oppure squadrati rappresentassero i componenti
principali; dove le finiture - lisce, ruvide, raschiate, a spacco - diventassero
le declinazioni possibili dello stesso materiale. Lo spazio viene delineato da
persorsi, zone differenziate, delimitazioni: risulta "compiuto", nel suo essere
aperto; vero palcoscenico sulla vallata.
Il progetto tiene conto di alcuni
manufatti esistenti (due torrioni, un piccolo basamento in cls) che vengono
inglobati e ridisegnati secondo un altro registro compositivo, che li fa virare
in una nuova direzione. Solo la galleria - per ovvie ragioni funzionali - non
potrà subire interventi. I due tozzi torrioni di cemento, insolito lascito di
cantiere, diventano il perno del progetto: inscatolati in una geometrica
struttura lignea di ascendenza astratta - sorta di contenitore permeabile - si
trasformano in "contenuto". Contenuto visibile dall'esterno, attraverso la
griglia di tavole orizzontali, distanziate, della struttura in legno.
Essenzialità forse memore delle non lontane architetture alpine dello svizzero
Zumthor. Su questo elemento si incastra - come nel gioco del Meccano - una
parete metallica rosso vivo, che è anche scala di accesso al terrazzo-belvedere,
dove la vista si dispiega a 360°.

Lo spazio circostante è organizzato secondo due tipi di percorsi di opposta
natura: un percorso obbligato, secondo alcuni elementi predisposti dal progetto,
conduce - attraverso un rettilineo prima e la scala poi - dall'area del
parcheggio al terrazzo; un secondo percorso, a libera circolazione, permette
invece ai visitatori di esplorare lo spazio in modo autonomo e senza
prescrizioni. Le due configurazioni, tuttavia, non separano lo spazio, ma si
integrano perfettamente per una fruizione piena e completa del luogo: passare da
un percorso all'altro, infatti, è estremamente fluido e sempre possibile. Il
disegno dello spazio è sottolineato in modo chiaro tramite dei confini -
delimitazioni, ringhiere, muri di protezione - necessari, tra l'altro, anche per
la sicurezza. Sul belvedere, un sistema di sedute, costitutito da blocchi di
scarto delle cave locali collocati in apparente spontaneità, evoca i massi
erratici presenti nei pascoli di quelle zone: un dettaglio che, nella sua
apparente semplicità, è un escamotage per incoraggiare i visitatori ad avere una
stretta relazione col luogo, una personale visione del paesaggio circostante.

Ad Acque Rosse, tra natura e progetto sembra esserci uno scambio reciproco e
generoso, che sa dare il meglio di sé, sul filo di un raro equilibrio.

Area di sosta Cascata di Pianazzo - Cortile di
scuola elementare a Chiavenna

Percorsi di collegamento e
risistemazioni di spazi aperti sono il leitmotiv di altri due progetti
dello studio Scaramellini + De Novellis, realizzati entrambi in zona montana,
tra Madesimo e Chiavenna (Sondrio). Costante l'attenzione ad inserire
l'intervento nel contesto esistente, con misura: che sia la sconnessa via di
avvicinamento a una cascata, o l'ordinario cortile di una scuola.
Presso la
cascata di Pianazzo, viene ridefinito - attraverso alcuni interventi mirati e
puntuali - il percorso di accesso preesistente: acqua, verde e vuoto sono gli
elementi dell'intorno con cui confrontarsi. Pietra, cemento, pannelli di legno e
metallo i materiali introdotti a comporre un sentiero artificiale che conduce il
visitatore all'area di sosta verso la cascata. Il risultato è pulito e
coerente.

Per il cortile di una scuola elementare a Chiavenna, pochi elementi molto
semplici riqualificano l'altrimenti banale superficie asfaltata, utilizzata per
le attività sportive degli allievi. Una serie di campi geometrici di diversi
materiali- asfalto grigio e colorato in rosso, pavimentazione in doghe di legno,
sabbia, ghiaia - suggeriscono le differenti funzioni dello spazio: palco per le
recite, sedute, attività sportive, aree per raccogliere giochi, zona per il
salto in lungo. Una serie di pali in legno - sorta di bosco stilizzato - lascia
aperta la possibilità a docenti e bambini di inventarne l'utilizzo - sportivo,
artistico, ricreativo -, conferendo riconoscibilità all'ambiente esterno. Anche
l'uso del colore rosso, per definire percorsi e confini delle diverse zone,
connota il progetto, nella sua sostanziale bidimensionalità, con un impatto
grafico molto riuscito.

Area di sosta Acque Rosse Area di sosta Acque Rosse Area di sosta Acque Rosse Area di sosta Acque Rosse Area di sosta Acque Rosse
Area di sosta Acque Rosse Area di sosta Cascata di Pianazzo Area di sosta Cascata di Pianazzo Area di sosta Cascata di Pianazzo Area di sosta Cascata di Pianazzo