Archeologia industriale – Nicola Gisonda ha restaurato l'ex fabbrica Caproni conservando i materiali originari (calcestruzzo, legno e ferro) e inserendo elementi moderni per varie destinazioni d'uso

La storia delle Officine del Volo è legata all'intuito pionieristico di Gianni Caproni che, nei primi anni del secolo scorso, scelse il capoluogo lombardo per dare luogo alla sua avventura industriale legata alla progettazione, sperimentazione e realizzazione di aeroplani. Il grande insediamento delle Officine Caproni si sviluppa a ridosso del primo campo volo di Milano, l'aerodromo di Taliedo. Ormai scomparso, occultato dal nuovo tessuto urbano e destinato a essere dimenticato, se non fosse per l'intuizione altrettanto pionieristica di Nicola Gisonda che, nel 2000, acquista alcuni reperti di quest'archeologia industriale e compie un atto di restauro conservativo dei corpi edilizi e dell'area esterna di pertinenza per tenere vive, al tempo stesso, memoria e vitalità urbana.

Un recupero razionale
Le strutture costituiscono fondamentale testimonianza di un complesso storico industriale articolato, un paradigma delle mutazioni culturali, sociali e formali del secolo scorso. Il recupero del complesso rappresenta una possibile soluzione armonica del dualismo, tipicamente contemporaneo, tra restauro dell'archeologia industriale e le connotazioni funzionali legate a destinazioni d'uso di recente identificazione. Secondo l'intento del progettista che, quando ebbe occasione di visitare il sito, capì immediatamente che in quel luogo «non si doveva abbattere e ricostruire, ma far rinascere», è stato conservato e recuperato tutto il possibile. «I legni del parquet, delle capriate del tetto, i mattoni delle facciate, le pietre, gli intonaci dei muri e le vetrate sono stati restaurati mediante tecniche che hanno riportato alla luce le caratteristiche originarie, salvaguardando tuttavia scrupolosamente i segni del tempo».

Ambiente versatile
Gli elementi della nuova architettura, inseriti per rendere lo spazio dinamico e funzionale, sono realizzati nei tre materiali originari del fabbricato: calcestruzzo, legno e ferro. Il progettista ha realizzato strutture di design ben leggibili: la scala esterna d'acciaio, la recinzione di lamiera piegata e l'ascensore di cristallo e acciaio. Dal punto di vista distributivo, l'architettura industriale è spesso caratterizzata «da vasti vani interi, suggestivi nell'essenzialità delle forme e delle strutture in vista» e pertanto è molto versatile. La destinazione d'uso attuale delle Officine del Volo prevede un uso poliedrico dello “spazio contenitore” per l'organizzazione di eventi, feste, convegni legati all'arte, al cinema, alla moda e alla pubblicità.

Le tre sale aeronautiche
Nello specifico, la destinazione prevede 1500 metri quadrati distribuiti su due livelli e caratterizzati da tre sale principali i cui nomi sono stati mutuati dall'industria aeronautica: la Sala Eliche, la Sala Biplano e la Sala Monoplano. Ognuna di queste assume una connotazione formale diversa dalle altre per quanto riguarda i materiali, gli elementi costruttivi e il design.
Al piano terreno, la Sala Eliche, caratterizzata da pilastri di calcestruzzo armato e solai di legno, occupa 500 mq e si affianca a una zona destinata a uffici e servizi. Al primo piano, la Sala Biplano, caratterizzata da elementi vetrati, finestre di ferro vetro e lucernari, da capriate di legno e dal parquet d'epoca, occupa altri 500 mq e si affianca alla Sala Monoplano, di 270 mq. Quest'ultima è costituita da elementi tecnologici di più recente fattura, poiché la copertura originaria è stata sostituita negli anni Ottanta da capriate di calcestruzzo armato precompresso. Sempre al primo piano si trova una sala catering.

Una recinzione in profilo alare
La sistemazione dell'area esterna ha compreso la perimetrazione di un cortile di circa 150 mq, mediante una nuova recinzione realizzata in elementi di lamiera piegata di acciaio corten, aventi sezioni uguali al profilo alare di un aereo. Tali profili sono stati disposti uno accanto all'altro, in diagonale rispetto all'asse della recinzione, in modo che chi si trova all'esterno della recinzione possa leggere quasi interamente la facciata.
Anche la scelta del tipo di pavimentazione esterna è in linea con l'idea di tutto il progetto: blocchetti di porfido di recupero con cui erano pavimentate, in origine, le vie interne della fabbrica. Sempre nell'area esterna è stata posta una scala, realizzata in carpenteria metallica, per consentire l'accesso diretto al primo piano. Costruita con pannelli di acciaio corten non verniciato e, dunque, esposto a ossidazione naturale, concorre alla composizione di «un motivo modernizzatore unitario, che dialoga con la parete storica dell'edificio senza prevaricare su di essa».

Equilibrio tra vecchio e nuovo
È possibile raggiungere il primo livello anche internamente, tramite l'antica scala recuperata e un nuovo ascensore, a pistone centrale, interamente vetrato, disegnato dal progettista. Anche le opere necessarie per l'adeguamento impiantistico del fabbricato riflettono la volontà dell'architetto d'instaurare un rapporto di mutuo equilibrio fra l'esistente e il nuovo. L'impianto di riscaldamento e condizionamento, costituito da una centrale termica a quattro caldaie, in modo tale da poter funzionare separatamente in rapporto all'utilizzo delle sale, presenta canalizzazioni di lamiera verniciata, lasciate a vista e opportunamente integrate con la struttura e il sistema d'illuminazione di ogni sala.