testo e immagini a cura di Carlotta Eco




Le torri pendenti di Dominique Perrault
testo e immagini a cura di Carlotta Eco

Luogo: Milano
Committente: Fondazione Fiera Milano, Sviluppo Sistema Fiera
Progetto definitivo e direzione artistica: Dominique Perrault Architecte
Consulenze: Arch. Luca Bergo, Angelo Lucchini, BEST, Politecnico di Milano (facciate ventilate), Paul Marion, Marion consulting (facciate)
Progetto esecutivo e direzione lavori: Sinesis, POOLMILANO Architecture & Engeneering
Progetto esecutivo e direzione lavori: Sinesis,
POOLMILANO Architecture & Engeneering
Strutture: POOLMILANO Architecture & Engineering, Enrico Rocchi e Domenico Insiga
Impianti: Sinesis Engineering Consulting
General Contractor: CMB Consorzio Cooperative Costruzioni, Marcora Costruzioni, Pessina Costruzioni
Progetto impalcature e casseri: Peri
Rivestimento facciate ventilate: Marazzi Group
Tempi di progetto: 2006
Tempi di realizzazione: novembre 2006 - 2008
Costi: 35 milioni di euro
Fotografie: courtesy of Peri, courtesy of Fondazione Fiera Milano, courtesy of Marazzi Group,

Vedi la SCHEDA ARCHITETTO

C'è chi fa di tutto per raddrizzare le torri e chi, invece, si diverte a progettarle storte. Le due torri inclinate del Jolly Hotel della fiera di Rho-Pero a Milano, progettate dallo studio francese Dominique Perrault Architecte sono in via di completamento in questi mesi. Le recenti polemiche attorno ai progetti di grattacieli che dissacrano l'idea del radicamento a terra di questa tipologia sono ancora vive. Cerchiamo allora di individuare, attraverso un esempio concreto, alcune problematiche costruttive legate alla realizzazione di un edificio inclinato.

Le due torri albergo alla fiera di Milano (1)
il rivestimento a specchio nero (2,3,4)

Le torri inclinate

Le due torri albergo, sorte all'ingresso del nuovo polo fieristico milanese, alte rispettivamente 65 e 72 metri, sono a pianta quadrata.
La tipologia distributiva è molto semplice: al centro si trovano i servizi, mentre sul perimetro sono disposte le camere da letto. I due corpi edilizi sono collegati fra loro ai piani bassi da due elementi, uno a crociera che costituisce la hall, e uno a forma cilindrica che funge da distribuzione e via di fuga comune.
A terra, un sistema di fontane che coprono la superficie del suolo con l'acqua, rafforza il gioco di specchi attuato dal rivestimento lucido degli edifici.
Le due scelte compositive principali, l'inclinazione di 5 gradi delle due torri e il disegno totalmente irregolare delle finestre, hanno portato alla seguente soluzione strutturale: costruire muri perimetrali portanti rafforzati poi da un nucleo di setti centrali interno, che delimita i servizi, anch'esso portante.
Il progetto è stato redatto con la precisione tipica delle costruzioni navali, difficoltà che si è aggiunta a quella di costruire delle murate inclinate rivestite in vetro. Lo spazio interno doveva essere sfruttato sino all'ultimo centimetro. Il che, nel processo costruttivo, significa poca tolleranza nello scarto fra progetto e costruzione. Ciò nonostante, il lavoro di squadra fra progettisti, costruttori e comittenza, a detta del presidente della società responsabile dei lavori di edificazione, Ing. Chiabrando, è stato ottimo. Prova di questa coesione è il rispetto della tempistica, due anni, e quello della previsione dei costi.
L'apporto dello studio francese è stato importante; oltre a garantire una presenza costante dall'inizio del progetto sino alla fine dei lavori, si è distinto per un atteggiamento di grande elasticità nei confronti delle specifiche progettuali che, come di consueto, vanno continuamente aggiornate e modificate in sede esecutiva. Come riprova della buona aderenza fra progetto e costruzione vale la pena di riportare una misura: 2 centimetri che rappresentano la differenza della costruzione in verticale rispetto al progetto.

modello di progetto (1) schizzo (2) pianta a piano terra(3) pianta tipo (4)

Ridurre al minimo ponteggi e casseri

Per la costruzione dei muri inclinati è stato progettato un sistema combinato di ponteggi e mensole di ripresa in grado di risolvere il problema del fuori-squadra (Peri). Costruendo un ponteggio verticale a partire da terra si sarebbe creata una distanza troppo grande in cima alla torre, per quanto riguarda i lati inclinati di 85 gradi; mentre in quelli a 95 gradi il gap si sarebbe creato a terra sottopendenza. Così, per evitare lo spreco di attrezzatura sono state adottate due soluzioni differenti: una per i getti in cemento armato e l'altra per il montaggio del rivestimento delle facciate.
Nel primo caso il sistema mensole-cassero si spostava verso l'alto col crescere dell'edificio. Le mensole di ripresa (che funzionano anche da piano di lavoro a due livelli) ancorate ai casseri, venivano sollevate dalla gru una volta terminata la loro funzione.
Di piano in piano (sono stati costruiti con il ritmo di uno alla settimana) l'attrezzatura veniva poi sganciata e spostata verso l'alto. Il ponteggio necessario al montaggio dei rivestimenti esterni, invece, ha avvolto le torri quasi come una calza, aderendo alla struttura seguendo la sua inclinazione. Una volta raggiunti i venti metri di ponteggio è stata utilizzata una mensola di ripresa saldamente ancorata al muro che ha fatto da sostegno ai successivi altri venti metri di ponteggio. La soluzione adottata ha così permesso di contenere costi e tempi di realizzazione, riducendo al minimo la quantità di attrezzatura utilizzata.

inizio dei getti dei muri portanti(1) le mensole-cassero crescono con la
torre (2) si aggiungono i ponteggi per il rivestimento (3,4) 

viste del sistema mensola-cassero (1,2) i ponteggi per il rivestimento(3)
schema di una mensola di ripresa del sistema Peri (4)

Facciate ventilate e smaltimento acque
 
Le facciate a specchio nero delle torri, un effetto ottenuto grazie al composto di gres porcellanato rivestito con vetro ceramico, sono facciate ventilate. All'interno di uno spessore di 20 cm, fra cemento e filo esterno, si sovrappongono i pannelli di polistirene estruso espanso per l'isolamento, alcuni impianti e, infine, i montanti verticali e orizzontali ai quali sono state agganciate le lastre nere. L'ingegnerizzazione delle facciate, in parte inclinate, ha richiesto un progetto sofisticato che tenesse conto di molti fattori. Fra questi, un sistema di raccolta delle acque a filo del telaio delle finestre, un montaggio "facile" dei pannelli e la possibilità di effettuare una manutenzione ordinaria della facciata. Lo studio della composizione materica delle lastre è andato di pari passo con lo studio del sistema di ancoraggio: il lato interno, in gres, può essere fresato e accogliere i dispositivi necessari per un aggancio meccanico alla sottostruttura. Le singole tessere della facciata sono state montate con un incastro "a baionetta" senza la necessità stringere bulloni. Questo sistema ha reso possibile un montaggio a sequenza libera, che mantiene indipendente ogni pezzo rispetto all'altro e, quindi, anche la possibilità di sostituire un elemento all'occorrenza.
Una volta terminati i getti dei cementi, il "fuori squadra" della torre, come anche l'irregolarità di tutte le aperture a muro, ha reso indispensabile un lavoro di rilievo topografico.

sistema di aggancio lastra(1) sottostruttura per aggancio lastre(2)
sezione orizzontale parete ventilata (3) sezione verticale finestra (4)

Il materiale a specchio nero

La richiesta di Perrault all'impresa era quella di realizzare un rivestimento nero, o perlomeno molto scuro, e altamente riflettente. L'obbiettivo era, di notte, quello di esaltare il disegno e la distribuzione irrregolare delle finestre illuminate e, di giorno, di far riflettere il contesto sulle facciate e, in tal modo, accentuare l'effetto di astrazione dei volumi. Dato che le lastre progettate raggiungono grandi dimensioni - stiamo parlando di 120 cm per 50 - si rendeva necessario utilizzare un materiale compatto che non rischiasse di alterarsi nel corso del tempo (il distaccamento di qualsiasi elemento di facciata è un rischio inaccettabile). Scartate le prime proposte fra cui soluzioni di accoppiamento fra materiale e supporti tipo honeycomb, il team di lavoro (Perrault, imprese e comittenti), traendo ispirazione da un materiale utilizzato in campo navale, ha trovato una soluzione poi sviluppata e concretizzata dall'azienda produttrice (Marazzi Group). Si tratta di una lastra di gres porcellanato e uno strato di graniglia vetrosa "sinterizzati" assieme: un processo che permette di trasformare materiali granulosi o polverizzati in un composto indivisibile.
La superficie è stata poi levigata a specchio e il prodotto finale, oltre alle chiare prestazioni estetiche, soddisfa numerose prestazioni tecniche, tra cui l'elevata resistenza al gelo e agli attacchi chimici, la resistenza all'abrasione e alla flessione, nonché una totale impermeabilità all'acqua.

viste delle lastre a specchio e delle aperture (1,2,3)