Il volume ellissoidale si riflette in facciata giocando con riflessioni e rifrazioni che si modificano con i pannelli dell’involucro, che ruotano a seconda della posizione in facciata passando dal parallelismo perfetto in corrispondenza dell’atrio a una rotazione più importante che li fa sembrare tridimensionali

Il Leeza SOHO di Pechino è il grattacielo dei record. È uno degli ultimi design immaginati da Zaha Hadid prima della sua scomparsa nel 2016; una realizzazione postuma che non manca di ricordare la grande potenza espressiva di uno degli architetti più famosi di sempre. Il grattacielo è stato commissionato a Zaha Hadid Architects da SOHO China, società imprenditrice che in passato ha investito nel centro multifunzionale Galaxy SOHO e nel complesso di uffici Wangjing SOHO, entrambi firmati da ZHA. La torre di vetro alta circa 200 m si spoglia del design a lamelle di colore bianco che ha caratterizzato gli interventi precedenti per lavorare su un volume pulito, trasparente, che raccoglie i diversi punti di vista traguardanti la capitale cinese per rifletterli e rifrangerli in una miriade di immagini che cambiano in funzione della posizione. Adiacente alla stazione ferroviaria di quartiere e situato all’intersezione di cinque nuove linee della metropolitana di Pechino, il sito occupato dal nuovo intervento è sezionato diagonalmente da un tunnel sotterraneo che gli architetti hanno inglobato all’interno del processo generativo. Il Leeza SOHO deve il suo nome alla grande arteria stradale che attraversa l’area ovest di Pechino; sono proprio il collegamento visivo con questa strada e l’assetto intermodale che risiede ai piedi della torre a descrivere il gesto architettonico del volume, utilizzati come principi creatori per dare vita a due corpi distinti che sembrano danzare in un “passo a due” perpetuo. A collegarli, pareti vetrate che corrono lungo tutta l’estrusione del volume aprendo la torre al contesto urbano; la traiettoria pulita del grande vuoto è interrotta da soli 4 collegamenti ai piani 13, 24, 35 e 45, che contribuiscono strutturalmente a creare quello che oggi è l’atrio più alto del mondo. Modellato nelle tre dimensioni e ottimizzato nelle geometrie, il mega atrio della torre raggiunge 192,15 m, superando il grande e virtuoso vuoto generato all’interno dell’hotel arabo Burj Al Arab. Il Leeza SOHO nasce nel nuovo quartiere degli affari di Fengtai, un polo finanziario e di trasporto in crescita tra il centro della città è il nuovo aeroporto internazionale di Pechino-Daxing, inaugurato nel 2019 e anch’esso progettato da ZHA.

Il quartiere di Fengtai è nato a seguito del piano urbanistico multimodale di Pechino, che punta alla crescita della città senza sovraccaricarne il centro; la torre offre 45 piani ellissoidali di spazi uffici openspace per centinaia di piccole e medie imprese dotati di un alto grado di flessibilità ed efficienza, quello che ZHA chiama “Grade A”. Come tutti i progetti di SOHO China, l’intento è quello di creare un polo imprenditoriale vivace che raccolga e metta in rete centinaia di piccole imprese -tutti gli spazi sono alimentati con rete 5G- generando nel medesimo tempo un hub di comunicazione interaziendale all’interno della torre per mezzo del grande atrio cui si affacciano tutti gli spazi. L’impatto viscerale del volume vuoto, che visto dal basso riporta alla stessa sensazione delle svettanti cattedrali gotiche europee, è una piazza pubblica che collega tutte le funzioni del volume e fornisce viste diverse grazie alla forma dinamica e scultorea; un vero e proprio simbolo di come un buon parametricismo possa portare a soluzioni sofisticate e all’avanguardia. L’atrio approvvigiona luce naturale in tutti gli spazi dell’edificio, che di fatto sono bi-esposti, ed è equipaggiato con un sistema di ventilazione integrato che mantiene la pressione positiva a basso livello per limitare l’ingresso dell’aria esterna e lo trasforma in un camino termico che asporta l’aria esausta degli ambienti apportandone di nuova. Il design dell’atrio lavora in concomitanza con il resto dell’edificio per ridurre i costi di gestione dello spazio a tutt’altezza. Le due mezze torri che si sviluppano ai due poli opposti dell’ellisse ombreggiano naturalmente l’atrio per gran parte della giornata, evitando eccessivi carichi solari, mentre le vetrate a bassa emissione e a doppio isolamento servono a garantire un ambiente interno confortevole quando il clima di Pechino si fa più estremo.

Il volume ellissoidale è interamente rivestito da scandole a tutta altezza che si appiattiscono man mano che la facciata si avvicina al grande atrio vetrato; questa sottile variazione parametrica esalta la plasticità del volume e, nonostante l’uso di soli vetri piatti, regala eleganza ed espressività all’involucro esterno. Le strategie applicate all’atrio continuano anche sulla facciata continua, che riesce a raggiungere nella sua complessità il valore di trasmittanza di 0,55 W/m²K. All’interno, lo stesso sistema di facciata continua di vetro a doppio isolamento, unitamente alle pareti divisorie unificate che suddividono all’occorrenza gli uffici di ogni piano, consente di controllare in modo efficiente il condizionamento e i livelli di comfort negli spazi della torre. L’avanzato sistema di gestione dell’energia 3D BIM controlla con costanza il recupero di calore dell’aria di scarico e la regolazione di pompe ad alta efficienza, di ventilatori e di caldaie per refrigeratori e modula l’illuminazione artificiale in ogni singolo ufficio. La torre incorpora anche sistemi di raccolta dell’acqua e riutilizzo delle acque grigie, impianti a bassa portata e un tetto verde isolante con campo fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. Lo spazio pubblico alla base della torre include 2.680 parcheggi per biciclette con armadietti, mentre al piano interrato i parcheggi per le auto sono equipaggiati con stazioni di caricamento per spingere gli utenti verso la mobilità ibrida o totalmente elettrica. La torre Leeza SOHO è frutto dell’impegno condiviso di Zaha Hadid e SOHO China volto allo sviluppo e all’implementazione di tecnologie collaudate per ridurre il consumo energetico e le emissioni monitorate in tempo reale, che insieme hanno consentito all’edificio di ottenere la certificazione LEED Gold. Il vuoto spiraleggiante della Leeza SOHO ammalia per la sua drammatica verticalità e trasparenza, donando alla collettività cinese una torre esteticamente affascinante che affianca al momento lavorativo una dimensione più riflessiva ed emozionale.

UNA STRUTTURA MISTA A TELAIO MULTIGERARCHICA
La torre Leeza SOHO è un volume di forma cilindrica bombato composto da due torri gemelle separate ma strutturalmente interconnesse. Entrambe le torri seguono una geometria a spirale generata dal riallineamento dell’atrio lungo gli assi nord-sud e est-ovest, gli stessi che hanno dato vita all’assetto della storica Pechino. La rotazione a 45 gradi dei piani superiori rispetto alla diagonale che descrive il percorso della metropolitana ai piani interrati si è tradotta in una struttura a telaio che si compone di uno scheletro misto di acciaio e calcestruzzo suddiviso in elementi gerarchici che collaborano per dare vita all’edificio. Le fondamenta della torre nella parte centrale sono di tipo superficiale a platea, che misura uno spessore di circa 3 m, poggiante su un sistema di palificazione profonda costituito da pali di 0,850 m di diametro e lunghi 16,5. Nella porzione che comprende i livelli interrati le strutture di base sono invece del tipo a platea nervata utilizzante profili li standard a cui sono sommati ancoraggi anti-trazione e travi rovesce di fondazione. Fuori terra, il grattacielo è fondamentalmente suddivisibile in quattro parti strutturali, combinate tra loro per poter ottenere le prestazioni desiderate. Le due anime delle torri sono realizzate completamente in calcestruzzo, il cosiddetto core, da cui dipartono solette collaboranti costituite da lamiera grecata collaborante e getto di completamento di calcestruzzo armato con barre deformabili in acciaio grado HRB400, snervamento uguale o superiore a 400-470 MPa, resistenza a trazione maggiore o uguale a 540-620 MPa e percentuale di allungamento superiore al 14-25%. Le pareti di entrambe le torri sono supportate da puntoni in facciata che costituiscono di fatto il telaio del volume. Il profilo tubolare di acciaio strutturale misura 1,219 m di diametro, Classe Q345 secondo normativa cinese, intasata da calcestruzzo. A questi elementi puntiformi verticali curvati in 2D sono aggiunti elementi puntiformi curvati in 3D sempre di acciaio e intasati da calcestruzzo per governare la rotazione che da vita all’atrio. Infatti, nella porzione superiore della torre, alcuni orizzontamenti presentano sbalzi che aumentano di misura fino ad arrivare a 19 m; in queste zone le colonne riducono il carico agente sulle solette scaricando il peso eccentrico lungo la verticale. Per completare l’impianto strutturale, la torre è equipaggiata da anelli metallici in corrispondenza delle passerelle pedonali e del tetto per poter solidarizzare l’intera struttura. Travature reticolari calandrate sono disposte concentricamente rispetto alle due porzioni della torre, per un totale di 8 passerelle. La travatura in corrispondenza dei ponti continua anche sul resto della facciata, descrivendo 4 anelli che avvolgono e solidarizzano il cilindro.

GLI STRUMENTI DI PROGETTAZIONE MESSI IN CAMPO PER LA REALIZZAZIONE DELLA TORRE
Gli strumenti di progettazione digitale sono diventati disponibili per l’architettura a partire dagli anni ’90. Oggi, la ricerca di nuovi linguaggi architettonici e l’uso di strumenti in grado di generare superfici complesse devono supportare gli architetti nei processi di cantierizzazione e costruibilità utili a ottenere il risultato architettonico voluto. Nel caso di Leeza SOHO, le visualizzazioni collimano con quanto è stato effettivamente costruito, traducendo la leggerezza dei render in un involucro dinamico e impattante. Nella fase progettuale ZHA ha utilizzato Rhinoceros 3D e Grasshopper per modellare la geometria tridimensionale dell’edificio, accoppiando questi software a Digital Project per razionalizzare e dettagliare alcune porzioni complesse come le geometrie di facciata e gli interni. Tutti i modelli usciti dallo studio londinese avevano un dettaglio LOD (Level of Detail) di 300, così come lo erano quelli sviluppati dal partner strutturale e impiantistico sviluppati in fase di gara. La documentazione relativa alla facciata sempre nella stessa fase è stata implementata successivamente fino ad arrivare a un LOD di 400 tramite l’uso di Digital Project, con il quale ZHA ha descritto anche tutti quegli elementi utili a rappresentare nel modo corretto il design architettonico della proposta. Nella fase successiva, quella realizzativa, ZHA è rimasta al timone per poter coordinare i sistemi strutturali, quelli impiantistici e gli interni, e approdare a un design rigoroso e confacente al livello architettonico dello studio. Inoltre, ZHA ha eseguito una serie di razionalizzazioni e ottimizzazioni della geometria al fine di garantire la fattibilità e la cantierizzazione del rivestimento, dell’atrio e di tutti gli interni. L’impresa di costruzione e tutti i consulenti coinvolti hanno utilizzato Autodesk Revit con un LOD pari a 300, mentre per le strutture di acciaio Tekla è arrivata a un livello di dettaglio pari a 400. Naviswork, altro software Autodesk, è stato invece utilizzato per il coordinamento generale e la rilevazione delle interferenze. Grazie all’impostazione BIM dell’intero progetto in tutte le sue fasi anche l’analisi dei costi è stata ottimizzata, gestendo modelli 3D completamente parametrici e modificabili in tempo reale per estrarre tutti i dati necessari e ottenere un riscontro diretto delle quantità e degli aggiustamenti conseguenti a modifiche di tipo strutturale, di rivestimento o di impiantistica. Relativamente a quest’ultimo, nella quarta fase esecutiva l’appaltatore degli impianti MEP e il consulente per gli arredi hanno utilizzato un LOD di 350. Il modello BIM è stato anche utilizzato per inviare le conferme di produzione degli elementi previa conferma del coordinamento eseguito con Naviswork e relative interferenze.

Scheda progetto
Committente: SOHO China Limited
Progettista: Zaha Hadid Architects (ZHA)
Data progetto: 2015-2019
Area: 14.365 mq
Superficie costruita: 172.800 mq
Sustainability: Leed Gold
Design: Zaha Hadid, Patrik Schumacher
ZHA Project Director: Satoshi Ohashi
ZHA Project Architect: Philipp Ostermaier
ZHA Project Associates: Kaloyan Erevinov, Ed Gaskin, Armando Solano
ZHA Project Team: Yang Jingwen, Di Ding, Xuexin Duan, Samson Lee, Shu Hashimoto, Christoph Klemmt, Juan Liu, Dennis Brezina, Rita Lee, Seungho Yeo, Yuan Feng, Zheng Xu, Felix Amiss, Lida Zhang, Qi Cao
Committente: SOHO China Limited
Local architect: Beijing Institute of Architectural Design
Structures: Bollinger + Grohmann; China Academy of Building Research
Facades: Konstruct West Partners
MEP - services: Parsons Brinkerhoff
Lighting: J+B Studios Architectural Design, Light Design
Sustainability: Schneider Electric
Site coordination: Shuangyuan
Main contractor: China State Construction Engineering Corporation Nr. 8
Facades: Yuanda, Lingyun
Interiors Suzhou Gold Mantis, Beijing Qiaoxin
Landscape: Jingtai
Vertical connections: Hitachi
MEP - services: Yiju
Hardware: Gretsch-Unitas
Lighting: Kohler
Opaque walls: Samsung
Marble flooring: Hong Fa Tiles: Noble
Glass: Tianjin Yaopi
Steel: Beijing Huaxin Ocean
Furniture: eGrow, B&B Italia, HAY
Showroom accessories: Apple Inc., Zaha Hadid Design, Alessi
Photos: Hufton+Crow

Arketipo 144, Hig-Rise, Gennaio/Febbraio 2021