Il terminal del porto di Leixões, nella regione settentrionale del Portogallo, è stato completato nel 2015 e si trova vicino alla città di Porto, dal cui centro dista circa 10 km, e a un aeroporto internazionale con collegamenti da e per le principali città europee e mondiali. Il terminal ha ricevuto il premio internazionale di architettura e design AZ Awards nel 2016 a Toronto, selezionato tra 826 progetti da oltre 50 paesi del mondo. L’infrastruttura si affaccia sull’Oceano Atlantico ed è collocata in una posizione strategica per collegare le rotte marittime del Mediterraneo e del Nord Europa. Il porto occupa una piccola insenatura sull’Oceano Atlantico a nord del centro storico di Porto. L’intervento si configura come una combinazione di progetti e azioni urbanistiche su un’area pubblica di circa 5 ettari che fanno qui confluire: un molo per navi da crociera, un porto turistico, un terminal da crociera e un nuovo collegamento stradale con la città.
L’edificio principale si trova nell’Oceano, a circa 750 m dalla costa, ed è un complesso multifunzionale di 17.500 m2 progettato dall’architetto portoghese Luís Pedro Silva che comprende: il terminal delle navi da crociera, il Centro Marittimo del Parco Scientifico e Tecnologico dell’Università di Porto (UPTEC MAR), diversi spazi per eventi e un ristorante. Originariamente parte del terminal era destinata a spazi commerciali, ma la crisi economica ha orientato alla conversione degli stessi in laboratori e spazi per la ricerca. Il terminal è stato costruito specificatamente per le navi da crociera, per promuovere il turismo nella regione attraverso una nuova porta di accesso.

La banchina è lunga 340 m ed è in grado di ricevere le navi da crociera delle maggiori dimensioni - fino a 300 m di lunghezza - il porto turistico, invece, è in grado di ospitare fino a 170 imbarcazioni. Inoltre, Leixões è il secondo porto nazionale più importante per quanto riguarda il traffico di container e avrà, quindi, un importante ruolo nella nuova strategia commerciale europea. Lo sviluppo geometrico dell’edificio ha tratto ispirazione dalla curvatura del molo, che viene, infatti, ripresa e integrata in una spirale elicoidale che parte dal livello del mare e, con un susseguirsi di superfici smaltate e opache, genera quattro livelli principali. Il volume è caratterizzato dal percorso, carico di forza centrifuga e centripeta, che conduce il visitatore attraverso rampe interne ed esterne che, nell’idea architettonica, rappresentano il quarto “tentacolo”, interno, oltre ai tre esterni - frangiflutti, molo, strada - che definiscono urbanisticamente l’intervento. Le forme tortuose e il susseguirsi delle finiture, come in un viaggio in mare, portano l’utente fino alla grande sala centrale, con illuminazione naturale zenitale. Il progetto strutturale, sviluppato dalla Newton Engineering Consultants Inc., ha dovuto integrare un’innovativa forma architettonica e condizioni al contorno complesse, essendo l’edificio posto in mare, a diverse centinaia di metri dalla costa. L’analisi delle condizioni geologiche e geotecniche ha portato alla definizione di differenti tipologie di fondazioni e opere di sostegno (micropali di acciaio, pali di calcestruzzo armato ecc.) e a sistemi per il monitoraggio della corrosione degli elementi strutturali realizzati. L’unicità geometrica dell’edificio ha condotto il gruppo di progettazione alla scelta di una struttura di calcestruzzo armato che, fuori terra, risulta composta principalmente da sottili pareti cementizie che avvolgono l’intero edificio, oltre alle altre strutture in elevazione costituite dai volumi degli ascensori e i pilastri inclinati, di importanti dimensioni. Tali pareti presentano una doppia curvatura, hanno un’altezza variabile da 6 a 14 m e sono lunghe fino a oltre 40 m.

Le pareti di calcestruzzo hanno sia funzione strutturale, sostenendo le rampe e i solai, ma, talvolta, hanno una mera funzione di chiusura verticale dell’edificio alto circa 30 m. Le lame curve di cemento dialogano con i lunghi piani vetrati che rendono permeabile l’edificio alla luce e, insieme al rivestimento interno ed esterno, permettono all’architetto di ottenere percorsi sinuosi e avvolgenti all’interno della struttura. La ceramica, insieme al vetro, è il materiale che caratterizza l’edificio principale, sia all’interno che all’esterno. L’architetto, insieme ai produttori locali, ha sviluppato una piastrella di ceramica esagonale con una faccia inclinata, integrando nell’edificio la tradizione portoghese delle facciate dipinte. Superfici inclinate abbinate alla rotazione delle piastrelle hanno permesso di dare all’edificio “una scala umana”, citando le parole di Luís Pedro Silva, creando un effetto irregolare, come se fosse rivestito da conchiglie. Il terminal ha visto l’impiego di più di 4.000 tonnellate di acciaio, 20.000 m3 di calcestruzzo, 6.700 m2 di vetro e 900.000 piastrelle di ceramica in sei diverse forme. Durante le fasi di progettazione, è stata dedicata ampia attenzione agli aspetti di isolamento termico dell’involucro e di valutazione dei guadagni solari attraverso gli elementi finestrati. Le strategie impiegate per il contenimento del fabbisogno energetico hanno, inoltre, previsto uno sfruttamento della ventilazione naturale e l’integrazione di sistemi di ventilazione meccanica controllata commisurata all’effettiva necessità. L’implementazione di strategie di free-cooling e l’inserimento di recuperatori di calore sono stati abbinati a un sistema impiantistico in grado di produrre, contemporaneamente, acqua calda e refrigerata mediante un sistema geotermico che utilizza l’acqua di mare come serbatoio termico.

RIVESTIMENTO CERAMICO: PIASTRELLE ESAGONALI A FACCIA INCLINATA
Il rivestimento delle pareti di calcestruzzo è costituito da 900.000 piastrelle ceramiche di diverso spessore in sei differenti forme (prevalentemente piastrelle esagonali di diametro di 15 cm), sia internamente che esternamente all’edificio, e piastrelle piatte per il soffitto. Il nuovo terminal per navi da crociera è stato costruito tra il 2012 e il 2014, il rivestimento in piastrelle ceramiche è stato posato dall’impresa tra i mesi di marzo e novembre del 2014. Gli installatori del rivestimento, in relazione alla complessità del ciclo da prevedere per la posa, sono riusciti ad applicare solamente 5 m2 al giorno per persona. In base alla posizione del complesso, posto nell’Oceano Atlantico a circa 750 m dalla costa, il rivestimento doveva resistere all’esposizione del cloruro di sodio dell’acqua di mare, oltre che alle variazioni di temperatura con conseguenti cicli di dilatazioni termiche che avrebbero messo a dura prova l’adesione tra la piastrella ceramica e il calcestruzzo. L’applicazione ha previsto un’attenta analisi dello strato di supporto e delle lavorazioni da eseguire per consentire la posa come da richieste del gruppo di progettazione, ovvero senza stuccatura tra gli elementi e con la minima distanza possibile (circa 2-3 mm ottenuti mediante appositi distanziatori). Il ciclo lavorativo ha previsto: la completa eliminazione di tutte le irregolarità delle superfici di calcestruzzo mediante l’impiego di utensili meccanici; la sabbiatura per l’eliminazione di polvere, impurità e l’ottenimento di una superficie perfettamente liscia, regolare e asciutta; l’installazione delle piastrelle di rivestimento con adesivo applicato in più cicli (sia allo strato di supporto che al rivestimento).
Inoltre, in corrispondenza degli accessi pedonali che collegano l’edificio al mare, quindi nelle aree maggiormente esposte ai cloruri, è stato preliminarmente impiegato un impermeabilizzante bicomponente a base cementizia.

Scheda progetto
Architectural, executive and coordination design: Luís Pedro Silva Arquitecto
Committente: APDL - Administração dos Portos do Douro, Leixões and Viana do Castelo, University of Porto
Construction period: 2012 - 2014
Gross building area: 17,500 mq
Localizzazione: Porto, Portogallo
Imprese principali: Laborial - Laboratories Solutions; Metaloviana; Sanindusa; Jofebar; Transgranitos; Forbo; V.C.P; Vidraria Central do Porto
Photos: Fernando Guerra, I FG+SG, Pedro De Pedra

Arketipo 113, Infrastrutture, Luglio/Agosto 2017