premio – Il progetto vincitore dell'edizione 2013 è la Hiphouse sviluppata dall'Atelier Kempe Thill di Rotterdam.

Lo scorso settembre, presso la sede dell'Ordine degli Architetti di Milano, in via Solferino, si è svolta la consegna dei riconoscimenti del Premio Europeo di Architettura Ugo Rivolta 2013. La competizione, organizzata dall'Ordine di Milano e che negli anni ha visto la partecipazione di partner come Inu, Federcasa, Cna e Comune di Milano, è rivolta alle migliori realizzazioni europee di social housing e mira ad alimentare il dibattito in materia di edilizia sociale internazionale, per contribuire a costituire il bando per la prossima edizione del premio, prevista per il 2015. L'evento è pensato per divulgare i migliori progetti di edilizia sociale realizzati negli ultimi cinque anni e vuole diventare un momento di riferimento internazionale per concentrare l'attenzione verso tematiche come la sostenibilità dei progetti architettonici e il livello qualitativo complessivo del costruito. 

I progetti ammessi alla competizione sono opere di edilizia sociale, cioè residenze realizzate per iniziativa di operatori sia pubblici che privati, vincolate da regole di assegnazione, rivolte ad una domanda di abitazione che non trova risposte nel libero mercato; gli edifici devono essere stati necessariamente costruiti e consegnati tra il gennaio 2008 e il dicembre 2012 sul territorio dei 27 paesi della Comunità Europea e della Svizzera. In quattro edizioni, il premio ha accolto tra i candidati 170 progetti, che, dopo una fase di preselezione, sono stati confrontati grazie a un approfondimento documentario.

L'edizione del 2013 ha riconosciuto il primo premio allo studio olandese Atelier Kempe Thill di Rotterdam, specializzato in edifici pubblici e residenziali oltre che in pianificazione urbanistica. Il progetto vincitore è la Hiphouse di Zeolle, edificio multi funzionale sviluppato con grande attenzione alla flessibilità e al risparmio. La costruzione, utilizzata come residenza ma anche per ospitare uffici e laboratori, ha un ambiente centrale con doppia scalinata e ascensore in grado di servire in modo efficiente tutte le 64 unità abitative. La vivibilità è garantita da ampi spazi, adeguate proporzioni e dettagli sofisticati, in cui si nota la grande attenzione nei confronti di chi utilizza l'edificio: gli abitanti, infatti, sono considerati dagli architetti al centro del progetto e ciò è dimostrato dalla capacità di creare grandi aree con viste panoramiche.

In occasione della premiazione, è stato presentato dal professor Gianni Ottolini il caso dell'abitazione di via Pepe, progettata da Ugo Rivolta all'inizio degli anni '80. La casa popolare è un esempio di grande attualità, pur dopo 30 anni di vita. Infatti, come sottolineato da Ottolini, è inserita all'interno del tessuto cittadino e perfettamente integrata con l'ambiente circostante.
I progetti premiati nelle passate edizioni sono l'edificio di Guillermo Vasquez Consuegra (2007) che fece la storia dell'edilizia sociale, la costruzione di Kis Peter Epiteszmuterme (2009), situata a Budapest, di particolare importanza per il contenimento dei costi, e il Big Yard (2011) di Berlino, progetto di Zander Roth che ha superato brillantemente il vincolo dell'affaccio unico.

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