Contaminazioni – La simbiosi tra paesaggio e architettura è evidente nella nuova struttura sportiva sull'isola: la morfologia del terreno è lo spunto per definire il ruolo della costruzione

Le Canarie sono una terra ricca di contrasti, con un suolo caratterizzato da frequenti asperità, differenze orografiche generate dalle violente eruzioni vulcaniche. La formazione assai turbolenta delle isole ha portato alla condizione attuale del terreno: rocce, rilievi e crateri, alternanza di zone desertiche ed altre dalla vegetazione rigogliosa. Lo studio AMP Arquitectos è intervenuto sul sito del nuovo Tenerife Athletic Stadium, nell'ottica di una completa integrazione tra natura e manufatto architettonico. Il riferimento al genius loci diventa nel progetto una sottile e suggestiva metafora: le tracce sensibili di questo ambiente unico diventano rimandi espliciti nella forma e nella struttura degli edifici, direttamente legati al paesaggio.

Un progetto urbano
I progettisti hanno lavorato sul corretto inserimento dello stadio all'interno di un tessuto urbano solo in parte definito: una periferia apparentemente senza identità, chiamata a confrontarsi con i volumi non convenzionali e con la scala monumentale delle infrastrutture pubbliche. Era necessario realizzare un manufatto che non si imponesse come un oggetto estraneo, ma che diventasse un elemento di connessione. Il dialogo con la città inizia dalla collocazione dello stadio, che genera una grande piazza coperta come ingresso.

Il richiamo ai caratteri del suolo accidentato delle isole è del tutto evidente. Lo stadio esce dal terreno come un grosso cratere, come un organismo vivente che determina la propria forma quasi per l'accumulazione del materiale di scavo. È un nuovo fulcro urbano, un elemento che non si inserisce passivamente nello spazio ma lo genera.
Viste le condizioni topografiche del sito e la pendenza del terreno, i progettisti hanno scelto una costruzione che richiamasse gli spazi pubblici dell'architettura classica greca e romana, destinati alle manifestazioni sportive o teatrali.

Così la simbiosi tra paesaggio e architettura è pressoché totale: espressa compiutamente nella forma delle tribune, vera e propria ridefinizione geometrica del pendio naturale su cui poggia il complesso. La pendenza è utilizzata per definire la struttura delle tribune principali, mentre le gradinate sono integrate in una sorta di argine che delimita e protegge la pista di atletica. Un terrapieno resistente, un guscio protettivo che ripara il prezioso anello sul quale si svolge l'evento sportivo.

Lo stadio, le gradinate, la pista
Alle esigenze urbanistico-formali si associano alcune prerogative funzionali, come la ricerca dell'orientamento migliore (N-NO) per la pista di atletica, o la corretta definizione del campo visivo per gli spettatori. La pista di otto corsie può ospitare i principali eventi sportivi a livello olimpico. Le tribune sono progettate per ospitare 4000 spettatori (altre 2000 possono sedersi sulle gradinate intorno alla pista).

I servizi comprendono una caffetteria, servizi igienici, biblioteca, sala stampa, zona amministrativa, palestra, pista per il riscaldamento, spogliatoi e alcuni appartamenti per ospitare fino a cinquanta atleti. La pista di allenamento, l'Elite performance center, trova posto nella parte sottostante le tribune principali. Una rete di servizi e spogliatoi separa il campo di atletica dall'Epc e quindi può essere utilizzata in alternativa da entrambi i lati. Un blocco di servizi e una piccola mensa con accesso indipendente sono collocati invece al livello superiore.

Struttura e materiali impiegati
La struttura delle tribune è la componente che caratterizza il progetto, diventando generatrice di uno spazio, di un ambiente indispensabile nella lettura globale del complesso come l'Elite performance centre. Il cemento è il materiale che incarna perfettamente il passaggio dalla natura al manufatto artificiale. Questo aspetto si traduce in costole e portici le cui forme e proporzioni sembrano sfidare le comuni leggi della statica. La forma delle travi e la tipologia complessiva della struttura consentono di contenere le dimensioni e la sezione degli elementi per disegnare figure eleganti e geometriche.

La sintesi tra design e struttura, tra costruzione e topografia, è espressa nella sorprendente sequenza di questi elementi che sostengono il tetto e le terrazze, confrontandosi allo stesso tempo con il declivio naturale.
La prevalenza dei gesti formali non impedisce una corretta gestione delle caratteristiche funzionali degli spazi, in particolare per quanto riguarda il controllo delle condizioni di calore e umidità delle parti coperte.

Una serie di lucernari fornisce l'illuminazione a tutta la parte sottostante le tribune e consente di accumulare sacche d'aria fresca, per aumentare la differenza di temperatura tra le terrazze e la copertura. È proprio tale differenza a garantire una costante ventilazione. Le operazioni di scavo e costruzione si compensano, a livello energetico e ambientale, grazie al riutilizzo del materiale di risulta, per la realizzazione degli argini-tribuna.