Architettura navale – Nina J è una barca di 42 metri confezionata su misura per l'armatore: materiali pregiati, un giardino verticale e intonaco civile alle pareti

“Nina J” è il nome di uno yacht di 42 metri in alluminio, a carena planante e realizzato nei cantieri “Baglietto” di la Spezia. Lo scafo esterno è firmato Tommaso Spadolini, mentre gli interni sono opera della progettista Ivana Porfiri.

Il cantiere è stato una sorta di laboratorio nel quale scoprire le potenzialità di materie prime e nuove tecniche, per costruire i singoli elementi dello spazio, concepito come un luogo “su misura” per il suo committente. I risultati sono sempre fuori standard perché trovati per esprimere la personalità dell'armatore: la progettista, la cui presenza in cantiere è stata continua e attiva, ha svolto un ruolo d'analisi e conoscenza profonda del cliente e delle sue abitudini.

Una barca su misura
Lo scafo è costruito secondo il principio del “wide body”, senza i passaggi laterali sul ponte esterno per dare più volume e spazio alla zona interna. L' ampio ponte principale è illuminato a giorno dalle aperture continue e lineari che tagliano longitudinalmente la murata dell'intera imbarcazione. Sempre all'interno della barca, si sono create varie zone separate senza partizioni, con l'utilizzo di molti materiali diversi fra loro.

Con il suo allestimento, Porfiri è riuscita a mescolare due concezioni spaziali tipiche degli interni navali e farle convivere una accanto all'altra. Infatti, se verso l'esterno della murata, lungo i corridoi laterali, scopre e lascia a nudo la forma dello scafo - utilizzando superfici lisce, le gradazioni del bianco e l'acciaio lucido dei telai delle aperture - al centro, invece, costruisce un'involucro, che pare essere aggiunto quasi come una scatola (aperta sui lati), che contiene tutti gli elementi di un mondo tipicamente proprio della terraferma.

L'allestimento interno
L'interno si compone e scompone in una serie di superfici di materiali eterogenei. Troviamo il legno massiccio zebrano, utilizzato in tavole scelte una ad una, accanto al tappeto tessuto a mano con cotone, seta grezza e juta, che pare crine di cavallo sparpagliato per terra. Le superfici chiare sono pietre montate su pannelli alleggeriti, o intonaco bianco steso sul compensato marino; alle pareti troviamo il cuoio, il vetro acidato delle porte, invece sul soffitto le decorazioni a foglia di palladio. Accanto ai materiali naturali si inserisce l'alta tecnologia, mai troppo invasiva: schermi video posti a parete e a pavimento.

La costruzione dello scafo
La struttura della barca è in alluminio - materiale usato spesso nella costruzione degli yacht, in sostituzione del più pesante ferro e in alternativa alla vetroresina, meno costosa ma anche molto meno robusta. I singoli pezzi vengono prima sagomati e tagliati con macchine a controllo numerico (la tecnica del nesting) e poi montati e saldati manualmente fra loro. I pezzi assemblati costituiscono i singoli bagli, le “ossature” trasversali che unite in senso longitudinale dalle "anguille" compongono lo scheletro dell'intera struttura. Una volta completato il rivestimento esterno (con il fasciame) il nuovo mezzo di trasporto può essere varato.

In genere la conformazione della struttura di uno scafo è tale che si rende necessario costruire un'altra struttura, una sorta di seconda “pelle” interna, per creare gli spazi e rendere abitabile la barca. All'interno delle linee curve dello scafo si inseriscono i piani ortogonali necessari per costruire i pavimenti, le pareti e i soffitti dei nuovi ambienti. Tra questi due strati viaggiano tutti gli impianti necessari.

Un giardino verticale
Un giardino verticale separa il salone dalla cabina dell'armatore. La designer ha voluto coinvolgere nel suo "laboratorio navale" il botanico francese Patrick Blanc, già noto per aver rivestito intere facciate di edifici, fra cui il Museo di Quai Branly di Jean Nouvel a Parigi. I suoi giardini verticali, con la varietà di essenze e la maestria che riesce a proporre nella composizione, si basano sul principio della coltura idroponica: le piante vivono e crescono senza terra, semplicemente inserite in sacche di feltro e ricevendo le sostanze nutrienti dall'acqua. Con l'ausilio di lampade fluorescenti si attiva, poi, la loro fotosintesi.

Il giardino verticale è qui costituito da un pannello portante in Pvc su cui sono fissati i tubi dell'impianto d'irrigazione, poi coperto da uno strato di feltro. Le piante sono alloggiate dentro le tasche ottenute nella parete di fibra lanosa. Felci, capelvenere, Hoya bella, ben quindici differenti specie vegetali di sottobosco respirano l'aria interna dello yacht, attutiscono i suoni interni per mezzo della la loro massa fisica e offrono una scenografia che varia di continuo.

Il palladio fra tecnologia e tradizione
Il palladio è un metallo raro, di aspetto bianco-argenteo, appartenente al gruppo del platino, utilizzato prevalentemente nell'industria (come catalizzatore) o nei gioielli. Sulla Nina J è stato scelto come trattamento superficiale nei soffitti del salone e della cabina dell'armatore, per la sua capacità di catturare la luce esterna e i colori del mare. La foglia di palladio è stesa manualmente con un metodo simile a quello della tecnica della “foglia d'oro”.

L'argilla sciolta in acqua e applicata a pannello sul supporto rigido del soffitto, funge da sostanza d'attacco per il metallo steso, a sua volta, in sottilissime lamine da pochi micron di spessore. Si tratta di una tecnica d'antica tradizione che, oltre a garantire un aspetto di pregio, è stata scelta perché non si ossida all'aria ma - come tutti i materiali scelti dalla progettista - muta il suo aspetto nel tempo.

Intonaco a bordo
L'utilizzo dell'intonaco civile a bordo di una barca è una scelta poco convenzionale. Le “pareti” di murata e alcune parti di pavimento della Nina J sono trattate a intonaco, poi tinteggiato e protetto con un impregnante di protezione all'acqua. Le sagome in compensato marino, che costruiscono gli ambienti interni, sono state intonacate sopra un fondo garzato.

Questi pannelli, in alcuni casi forgiati in forma di scocca curva, sono legati alla struttura della barca in modo elastico e non comportano movimenti di superficie. Sono queste sagome a costituire gli elementi rigidi e, quindi, non soggetti a deformazioni. Inoltre, come in un'abitazione di terra, le “pareti” possono in caso di manutenzione (cosa che negli yacht avviene quasi annualmente) essere “rinfrescate” con una nuova tinteggiatura.