Mercato del mobile – Pechino è il primo esportatore mondiale con 17 miliardi di dollari, ma è ancora ostaggio di vari problemi: inquinamento, contraffazione, scarsa creatività

L'economia cinese corre anche nel settore del mobile, ma ci sono limiti e problemi da risolvere. Rispetto per l'ambiente, proprietà intellettuale, autonomia nella progettazione e nel design, adeguamento agli standard produttivi: sono questi i principali argomenti che animano gli operatori del settore, emersi anche al recente World furniture congress di Shanghai, cui hanno partecipato le 17 organizzazioni nazionali della World furniture confederation.

Il nuovo volto della Cina
L'economia cinese ha raggiunto una produzione di mobili pari a 54 miliardi di dollari, equivalenti al 18% del mercato mondiale, seconda solo agli Stati Uniti (con 66 miliardi di dollari). Pechino è prima nelle esportazioni di mobili con 17 miliardi di dollari (19% del totale), davanti all'Italia.
Il nuovo volto della Cina vuole riscattare un'immagine di fabbrica mondiale del mobile, situandosi nelle attività con maggior valore aggiunto, anche per la riduzione di quei fattori che hanno finora sostenuto lo sviluppo delle imprese: il basso costo del lavoro e la disponibilità di manodopera e materie prime.
Paesi emergenti come Vietnam, Cambiogia e Laos si impongono sul panorama internazionale offrendo forza lavoro a costi ancora più bassi dei lavoratori cinesi. L'aumento del costo di petrolio e legname, che la Cina è costretta a importare, determina una rilevante pressione sui prezzi. Con l'ingresso nella Wto la Cina ha adottato standard e regimi di conformità per adeguarsi agli accordi sulle Tbt (Technical barriers to trade) e quelli sulla proprietà intellettuale.

La piaga della contraffazione
Il problema della contraffazione e della pirateria in Cina continua ad essere rilevante. Il tasso di pirateria rimane il più alto in assoluto (superiore al 90%). Se un prodotto vende è molto probabile che sia contraffatto e questo non solo a scapito dei prodotti stranieri ma anche locali. Sono gli stessi designer cinesi che chiedono maggiore protezione in merito.
Le misure prese finora per ostacolare questo problema sono state insufficienti. Innanzi tutto sono di tipo amministrativo e non penale; inoltre la corruzione, il protezionismo locale e la mancanza di educazione in merito all'impatto sociale ed economico della contraffazione e pirateria contribuiscono a tardarne l'applicazione.

Crescita sostenibile
Altro tema importante al congresso di Shangai è stato quello dell'ambiente. Il rappresentante del British furniture manufacturers ha dichiarato che le aziende dovrebbero sostenere lo smaltimento dei mobili usati, riutilizzandoli come materia prima o riadattandoli nell'ambito dello stesso ciclo produttivo. L'Ahfa (American home furnishings alliance) ha introdotto il concetto di design verde o design sostenibile: aumentare l'efficienza energetica, impiegare materiali ricilclati, ridurre materiali tossici. L'Indonesia furniture club (Ifc) ha proposto la diffusione dei cosiddetti mobili verdi in rattan, che non utilizzano collanti e non distruggono le foreste.