La volontà di creare spazi non vincolati dalle esigenze funzionali dell’edificio ha guidato la progettazione del Longfu Life Experience Center nella contea cinese di Puyang (Provincia di Hanan, Cina) da parte di LUO studio. L’edificio nasce con lo scopo di ospitare il “Real-estate sales centre” di un importante adiacente intervento immobiliare, ma è stato ideato con lo scopo di non rispondere esclusivamente alle imminenti esigenze della funzione originaria, proprio con l’esplicita volontà di conferirgli grande potenziale di utilizzo per un’ampia gamma di possibili funzioni. I centri di vendita immobiliare nascono generalmente come architetture temporanee la cui vita è limitata ad alcuni mesi o, al massimo, a pochi anni e che vengono generalmente smantellati una volta completate le vendite; solo in pochi casi queste costruzioni vengono trasformate e dotate di nuove funzioni ma, generalmente, ciò avviene con grande difficoltà in quanto i vincoli legati alla funzione originaria complicano questa trasformazione.

I progettisti, in questo caso, hanno pensato fin dall’inizio alla “rinascita” della costruzione al termine delle vendite immobiliari e hanno concentrato tutti gli spazi di servizio, caratterizzati da importanti vincoli spaziali (come le scale e i servizi igienici), in moduli base progettati pensando all’ergonomia della costruzione e, nel frattempo, hanno concepito la costruzione con l’obiettivo di indebolire ogni attributo funzionale che potesse caratterizzare i rimanenti spazi. Il principio guida di LUO studio è stato quindi quello di separare letteralmente funzione e spazio in modo da creare ambienti il più possibile privi di vincoli funzionali. La filosofia progettuale ha mirato inoltre, anche per esplicita richiesta del committente, alla volontà di perseguire una elevata qualità della costruzione, basandosi sul principio di voler offrire all’utente degli edifici un migliore stile di vita improntato anche sulla sostenibilità ambientale. Proprio in quest’ottica, LUO studio ha individuato nel legno il materiale da costruzione ideale per la realizzazione della struttura. L’area di progetto che copre globalmente circa 1.600 mq è stata organizzata in modo tale da garantire ampi spazi liberi grazie all’utilizzo di elementi in legno assemblati a formare colonne composte a forma di albero che, trasformandosi da pilastro a copertura, permettono di coprire grandi luci. La simmetria dei carichi agenti nel piano ha portato, per questa colonna composta, alla definizione di una sezione a forma di decagono regolare, quasi circolare, che parte alla base con un diametro circoscritto di circa un metro. Ciascun elemento ad albero è stato diviso in 5 porzioni (ciascuna di circa 2 m di lunghezza) e si estende sia in altezza sia in pianta quasi coinvolgendo un ampio spazio prismatico alto 4.5 m e con una base quadrata di lato 8 m.

La loro estensione modulare anche in altezza ha permesso, inoltre, la realizzazione di soppalchi. Gli elementi ad albero sono indipendenti, ma possono essere opportunamente accostati uno all’altro creando uno spazio che può essere estensibile e, grazie all’arco continuo che si viene a creare dalla loro unione, viene anche garantita una grande stabilità globale alla struttura. I progettisti, paragonando l’edificio a un corpo umano, definiscono le strutture ad albero come lo scheletro e i muscoli della costruzione e affermano che questi devono convivere in modo simbiotico con il sistema respiratorio, il sistema nervoso e i vasi sanguigni che sono, secondo il loro parere, rappresentati dal sistema impiantistico dell’edificio. Questa simbiosi genera, quindi, un utilizzo intensivo ed efficace dello spazio. Seguendo questa filosofia simbiotica, i progettisti scelgono di integrare gli impianti principali nelle unità strutturali al fine di limitarne l’occupazione nell’edificio e facilitando, anche con questa strategia, la scissione tra funzione e spazio e creando uno spazio “intelligente”. La concezione della costruzione come un corpo umano in cui vige un’armoniosa sintonia tra gli organi, non è stata adottata esclusivamente nella concezione impiantistica, ma ha guidato l’intera progettazione dell’edificio fino ad arrivare al design dell’arredamento i cui componenti “crescono” letteralmente a partire dagli elementi strutturali ad albero. Le colonne sono abbracciate da tavoli che le circondano e tutti i mobili e le ringhiere si estendono dalla struttura centrale e delineano superfici prolungandosi verso l’esterno. L’idea di uno spazio universale risale a Mies van der Rohe che definì come tale la Crown Hall dell’Illinois Institute of Technology a Chicago. Secondo lo stesso architetto, l’approccio progettuale adottato permise all’edificio della Crown Hall di modificare le proprie funzioni e fu lo stesso Mier van der Rohe a dichiarare che quell’edificio rappresentava “la struttura più chiara che avesse realizzato e quella che meglio esprimesse la sua filosofia”. Ispirandosi proprio a questa concezione di “spazio universale”, LUO studio decise di progettare e realizzare il Longfu Life Experience Center con legno comunemente reperibile in Cina e utilizzando processi e tecniche costruttive comuni per il luogo con lo scopo di realizzare appunto uno “spazio universale” che possa vantare infinti possibili utilizzi piuttosto che essere limitato a una funzione specifica. I progettisti, in modo particolare, intendono quindi interpretare il senso dello “spazio universale” come “spazio universalmente utilizzato”. L’intero edificio o ogni sua parte può essere ampliata, ridotta, sostituita o spostata sulla base delle differenti esigenze. Inoltre, a enfatizzare la sensibilità dei progettisti alla sostenibilità ambientale, l’edificio può essere completamente smontato e riproposto in altra forma e funzione; i materiali possono essere riutilizzati per altre costruzioni estendendo quindi il concetto di utilizzo universale non solo allo spazio ma a ogni singolo componente della costruzione.

IL PROCESSO
L’esigenza di completare progettazione, realizzazione e finiture dell’architettura in meno di due mesi, limitando anche i costi di costruzione, ha rappresentato una importante sfida per i progettisti che erano stati invitati a proporre una soluzione che non fosse solo di veloce costruzione ma che fosse anche smontabile e flessibile. La prima scelta è stata quella di ottimizzare i costi di lavorazione e di massimizzare l’efficienza del processo costruttivo. Tale obiettivo è stato perseguito grazie all’adozione di tecnologie costruttive semplici e tecniche di lavorazione dei materiali comuni grazie alle quali la costruzione poteva essere realizzata senza la necessità di operai altamente specializzati e le lavorazioni potevano essere eseguite in normali stabilimenti produttivi disponibili sul territorio in modo da poter anche distribuire la produzione tra differenti fornitori per minimizzare i tempi di realizzazione. La strategia progettuale si è basata sulla standardizzazione e la modularizzazione delle unità. L’edificio è stato suddiviso in differenti unità primarie e ciascuna di queste unità era ulteriormente suddivisa in componenti standard il cui assemblaggio era basato su un approccio semplice e standardizzato che permettesse rapidi tempi di installazione. I componenti delle colonne ad albero sono stati prefabbricati in stabilimento e, una volta giunti sul sito della costruzione, sono stati collegati con unioni bullonate in acciaio a formare l’intera struttura. Le successive lavorazioni, quali l’installazione dell’arredamento interno, dell’impianto elettrico e di quello di condizionamento, sono state condotte in modo coordinato concludendo in anticipo le attività. Nel complesso, a esclusione della pavimentazione del piano terra posata con malta cementizia, tutte le restanti componenti sono state messe in opera con bullonature garantendo quindi la possibilità di rimuoverle, spostarle e riutilizzarle per un nuovo edificio rendendo così la costruzione completamente reversibile.

Scheda progetto
Progettista: LUO Studio
Architetto principale: Yujie Luo
Area: 1.568 mq
Data: 2018
Photos: Weiqi Jin

Arketipo 147, Processo, Maggio 2021