Progetti – La struttura sanitaria realizzata in Sudan dallo studio Tamassociati rappresenta un efficace connubio tra modernità e rispetto delle culture locali

Il “centro di cardiochirurgia Salam,” creato da Emergency in Sudan e progettato dallo studio “Tamassociati”, è stato inaugurato nel maggio di quest'anno. Il centro medico, che sorge alla periferia di Karthoum, è l'unico ospedale africano di cardiochirurgia in grado di fornire assistenza gratuita alle persone (in Sudan le cure non sono rimborsate da alcune assistenza pubblica e, addirittura, i parenti debbono pagare l'ingresso in ospedale per visitare i malati).

Un esempio di architettura sostenibile
Per l'insieme di difficoltà ambientali, sociali e politiche all'interno delle quali hanno operato i progettisti, l'esperienza è stata paradigmatica anche dal punto di vista architettonico e costruttivo. L'edificio, una corte a “C” chiusa da un porticato bianco, abbraccia due grandi alberi di mango che sono divenuti simbolo dell'ospedale - già in partenza situato in mezzo al verde. Il colore bianco e rosso scelto per i padiglioni esterni richiama il logo dell'associazione, e si traduce in un rassicurante bianco e blu all'interno dei corridoi e nelle sale. Gli spazi sono stati pensati non solo in funzione dei locali di cura della struttura ospedaliera ma anche di quelli di accoglienza: l'ospedale è, infatti, aperto ai parenti (che spesso provengono da molto lontano) e offre loro la possibilità di sostare all'interno della corte, dei porticati e di risiedere in una foresteria. Come nelle più moderne strutture ospedaliere, vi sono schermi video attraverso i quali vedere i degenti all'interno delle stanze di terapia intensiva. All'esterno, un piccolo padiglione per la meditazione e la preghiera è stato progettato in modo da poter accogliere fedeli di religioni differenti, in particolare musulmani e cristiani. Le linee semplici e razionali di una costruzione contemporanea si sposano con gli elementi di tipo artigianale locale, come ad esempio gli schermi antisole del portico interno, a sostegno dell'idea di un architettura che dialoga con la tradizione del luogo.

I servizi dell'ospedale
Il centro sanitario contiene tutti i servizi necessari a un centro di cardiochirurgia. Vista l'importanza della struttura vale la pena di ricordare la presenza di tre sale operatorie, 63 posti letto, una terapia intensiva, la terapia sub-intensiva, un pronto soccorso, le sale di radiologia, di ecografia, di tomografia computerizzata, emodinamica, la banca del sangue, oltre ad ambulatori, la riabilitazione fisioterapica e servizi ausiliari, tecnici e di manutenzione. E' anche previsto un servizio di aeromobile per il trasporto dei malati. Infatti il centro Salam è pensato punto di riferimento non solo per il Sudan ma anche per l'Eritrea, l'Etiopia, il Kenya, l'Uganda, il Congo, la Repubblica Centroafricana, il Ciad, la Libia e l'Egitto.

Una particolare esperienza di progettazione e direzione lavori
Costruire con mezzi e mano d'opera locale in un paese in guerra, privo della primarie condizioni di sopravvivenza, ha imposto ai progettisti molti compromessi sia teorici che pratici, obbligando anche a una riflessione generale sui principi che stanno alla base della progettazione architettonica. Il primo problema è stato quello di fare i conti con un materiale da costruzione e una strumentazione spesso molto scadente. In secondo luogo il reperimento di manodopera qualificata. Ci sono voluti numerosi colloqui per trovare i muratori e gli ingegneri civili da impiegare come supervisori dei lavori. La costruzione dei pilastri in cemento di fondazione ha da subito comportato una serie di difficoltà. L'incapacità tecnica dei muratori della prima impresa coinvolta (i quali ignoravano le giuste proporzioni fra sabbia, cemento e ghiaietto) ha messo a rischio la portata statica delle future fondamenta, costringendo la direzione lavori a continui rifacimenti e demolizioni.

La scelta della partecipazione
Così, l'organizzazione ha dovuto ripiegare sulla divisione dei lavori in piccoli appalti affidati a personale direttamente dipendente da Emergency: l'unico modo per mantenere un controllo continuo del cantiere. La manodopera era sostanzialmente costituita da profughi appartenenti a una tribù, i Dinka, fuggiti dalla guerra che impera nel sud. I progettisti sono comunque stati costretti a rivedere più volte i propri obbiettivi progettuali, formali e le tecniche costruttive scelte. Ad esempio le difficoltà sorte nella realizzazione dei cementi armati delle fondamenta hanno indotto la direzione lavori a sostituire, in corso d'opera, l'utilizzo del cemento armato con la tecnica più tradizionale e più conosciuta come quella dei muri in mattoni. E la sola realizzazione di un muro diritto, con angoli a novanta gradi, era vista dai sudanesi come una richiesta talmente fuori dagli schemi che ha richiesto una presenza continua della direzione lavori e numerosi momenti di istruzione e spiegazione. Impartire direttive e farle rispettare è stato possibile grazie a un processo di partecipazione attiva alla costruzione: condividere alcune fasi del lavoro ha permesso ai progettisti di conquistare un ruolo riconosciuto dalla collettività. Molti sono i concetti e termini che sono stati ridefiniti, come “sicurezza” ad esempio, che in questo cantiere ha significato vigilare armati di notte sull'incolumità di cose e persone. Oppure la “salvaguardia della salute” rispetto ai materiali: il non utilizzo dei pannelli d'amianto ad esempio era percepito come incomprensibile in un contesto dove l'incidenza del cancro è del tutto secondaria di fronte alla morte per malaria o per dissenteria.

La lotta alla sabbia e l'aria condizionata
Uno dei principali problemi dal punto di vista impiantistico è stato quello di tenere lontana la sabbia dalle sale operatorie. Ricordiamo che ci troviamo in un paese dove le tempeste di sabbia bloccano regolarmente gli aeroporti con turbini alti sino a cento metri. I progettisti, insieme agli impiantisti, hanno così ideato un sistema che si basa sul principio della “trappola di sabbia”: attraverso un camino l'aria sabbiosa viene catturata e convogliata per un centinaio di metri grazie a un labirinto di tubi; il passaggio nel tunnel fa perdere velocità all'aria e sedimenta parte della sabbia. A questo punto l'aria viene depurata delle polveri per mezzo di una doccia di acqua nebulizzata. L'aria ottenuta in tal modo è pulita e più fresca perché ha raggiunto i meno nove gradi e viene perciò immessa nel sistema di condizionamento. L'aria condizionata è infatti risultata essere il sistema migliore per impedire anche l'invasione di mosche all'interno dell'edificio: una lama d'aria fredda posta a cascata sopra ogni ingresso crea una efficacissima barriera anti insetto. Naturalmente, accanto al condizionamento dell'aria, la difesa dal clima torrido esterno avviene anche per mezzo dei muri spessi 60 cm interrotti da un'intercapedine.