Realizzato in collaborazione con gli studi BC Architects & Studies + BC Materials e Assemble, oltre a una vasta rete di collaboratori regionali, il progetto di recupero del lotto 8 è la materializzazione delle pratiche sperimentali di design bioregionale dell’Atelier LUMA ad Arles. Il complesso industriale originario del XIX secolo che oggi ospita il Parc des Ateliers era dedicato alla costruzione e alla riparazione di locomotive della compagnia ferroviaria francese SNCF, di cui il Magasin Électrique era il negozio di materiale elettrico. Con l’ampliarsi dell’Atelier LUMA, nel 2016 sorge la necessità di uno spazio dedicato. Dal 2019 l’Atelier avvia un processo progettuale a basso impatto ambientale ed elevato impatto positivo sulla comunità locale e sulla regione della Camargue, aprendo il cantiere come un laboratorio sperimentale e coinvolgendo molti partner locali, offrendo workshop collettivi e sessioni di formazione sui materiali e le tecniche sviluppate. Il processo progettuale, durato tre anni, risulta un prototipo collaborativo per imparare costruendo e costruire imparando, valorizzando saperi tradizionali e incentivando esperimenti collettivi in loco, facendo uso di materiali radicati nella bioregione e creando una rete locale e internazionale di competenze. Il complesso è diviso in tre sezioni, una dedicata ai workshop, una per spazi di laboratorio, uffici, abitazioni, e centro risorse e la terza pensata come un’area polifunzionale flessibile. La trasformazione è stata pensata per ottenere la massima flessibilità per la ricerca e la produzione artistica, preservando al contempo la storia del luogo. Contestualmente è stata lasciata aperta una finestra sull’evoluzione ipotetica del lotto, progettato come una griglia animata che si adatta alle mutevoli esigenze di chi lo fruisce. Il programma funzionale include laboratori di ricerca per legno, metallo, ceramica e tessuti, laboratori specifici dedicati alla sperimentazione con biomasse marine e micelio, sale riunioni, officine di produzione, una biblioteca, un centro risorse. L’agorà espositiva è il grande spazio a tutta altezza al centro del corpo B su cui affacciano i percorsi del piano superiore che ospita mostre temporanee ed eventi aperti al pubblico, compresa la mostra dedicata al processo di ricerca e al recupero dell’edificio, una mise en abyme dello stesso, con modelli e prototipi a diverse scale, un racconto che ripercorre le tappe di questa importante riqualificazione.
L’edificio diventa un archivio tangibile in cui potersi fisicamente interfacciare con nuovi materiali provenienti da scarti e archivio digitale, mappando attori processi e metodologie. Nell’area esterna un giardino vegetale funzionale alla ricerca dell’atelier recupera le acque piovane grazie a un sistema sperimentale di trattamento per fitodepurazione e di irrigazione sotterranea localizzata, frutto dello studio di anni sulle alghe. Arles, infatti, si trova in una regione con carenze e restrizioni sull’uso dell’acqua. Il sistema di irrigazione sotterranea, ispirato alle tecniche vernacolari, si sviluppa attorno a un canale centrale in pietra, che percorre la lunghezza del fronte, ed è collegato a una rete di tubi in terracotta idrofili che irrigano il terreno per capillarità. L’acqua proviene da un bacino di depurazione, ultima tappa di un circuito che recupera l’acqua piovana e le acque reflue, trattate con alghe e piante. Le aperture delle facciate sono quelle originali, con nuovi lucernari in copertura per migliorare l’illuminazione naturale e la ventilazione all’interno degli spazi. Il linguaggio industriale delle colonne e delle capriate in acciaio e dei pavimenti in cemento fornisce una cornice espositiva per le opere, permettendo un’esperienza diretta con l’arte. L’accostamento tra i materiali industriali esistenti e i materiali naturali del progetto, come le fibre naturali, il legno e la terra cruda, si traduce in un armonioso insieme all’insegna del riuso, con un linguaggio sincero e didattico. Le qualità estetiche della terra cruda ne fanno l’elemento protagonista. I coppi di copertura dell’ex officina sono stati smontati e recuperati, mentre le tegole danneggiate sono state frantumate e usate per il rivestimento della facciata esterna o lavorate e inserite nella pavimentazione in graniglia. Un sistema di segnaletica in terracotta e/o ottone è stato integrato negli elementi architettonici, i nomi sono stati scelti in base alle direzioni cardinali o alle posizioni spaziali per essere diversamente utilizzati nel tempo senza diventare obsoleti. Il riuso di risorse locali sottoutilizzate è stato il motore trainante di tutto il processo. Il progetto ha mappato, in un raggio di 70 km all’interno della regione, le risorse materiali e umane per ricercare, prototipare e realizzare le tecnologie e i materiali.
Ogni aspetto dell’edificio, dall’intonaco della facciata alle decorazioni, impiega risorse sostenibili e locali. Ad esempio, i muri interni e le pareti divisorie sono realizzati in terra, minerali e sottoprodotti agricoli in eccesso. L’acustica e le finiture interne sono state ottenute con pannelli realizzati in fibre di girasole, paglia di riso e terra locale. Anche i pavimenti in graniglia, le piastrelle del bagno, gli smalti, le maniglie delle porte e gli apparecchi di illuminazione sono il risultato di anni di ricerca su alghe, sale, bioplastiche, terra e smalto, tutti realizzati in collaborazione con partner locali. Attraverso i suoi esperimenti, il lotto 8 offre l’opportunità di pensare in profondità al tempo nel contesto della costruzione, anche riguardo la formazione dei lavoratori e la manutenzione futura. Oltre a reimpiegare rifiuti e sottoprodotti, ogni intervento è stato eseguito da squadre locali, riducendo così gli impatti del trasporto e aumentando la resilienza agli shock della catena di approvvigionamento esterna. I partner di Atelier LUMA hanno formato e assistito i subappaltatori locali, che, a loro volta, hanno condiviso le loro conoscenze sui materiali e sui metodi locali. Operando come un vero e proprio prototipo su larga scala, sono stati organizzati workshop collettivi e sessioni di formazione.
LUMA ARLES
L’Atelier LUMA fa parte dell’ecosistema LUMA Arles, fondazione fondata nel 2013 da Maja Hoffmann che offre ad artisti, designer e ricercatori l’opportunità di acquisire nuove prospettive di sperimentazione. Il Parc des Atelier, ex complesso ferroviario di 27 ettari, presenta diversi edifici industriali trasformati in spazi espositivi e residenze per artisti. Il parco comprende anche The Tower, un imponente edificio centrale progettato con l’architetto Frank Gehry. Un giardino paesaggistico, un parco e uno stagno progettati da Bas Smets completano le attività dell’area. Secondo Maja Hoffman, il luogo crea un ambiente unico in cui si fondono architettura, arte, natura e design.
ATELIER LUMA
Atelier LUMA è il programma di ricerca della Fondazione LUMA dedicato ai nuovi utilizzi delle risorse naturali nel design e nell’architettura. Fondato nel 2016, oggi riunisce un team di designer, ingegneri, scienziati ed esperti provenienti dai settori della cultura, dell’artigianato, delle scienze umane e delle scienze sociali, che esplorano il potenziale di materiali locali non estrattivi e spesso screditati, come piante invasive, coprodotti agricoli, alghe e rifiuti industriali. Ospitato dal 2023 nel Magasin Électrique, l’Atelier LUMA opera come piattaforma collaborativa, lavorando con attori e partner locali della regione della Camargue, le montagne Alpilles e le pianure della Crau. Dal febbraio 2017, l’Atelier LUMA ha avviato una ricerca sui colori naturali, sviluppando un laboratorio per estrarre pigmenti da piante, alghe e minerali, procedendo con l’esplorare tecniche di trasformazione del sale e dei sottoprodotti dei semi di girasole. Nel 2018, hanno condiviso la loro ricerca anche al Salone del Mobile di Milano e nel 2023 è stato pubblicato il libro Bioregional Design Practices.
IL RECUPERO CON IL RIUSO DEGLI SCARTI LOCALI
La sperimentazione sugli scarti di provenienza locale ha portato a un’ampia gamma di soluzioni innovative testate per la prima volta e certificate. L’isolamento termico e acustico viene garantito dagli scarti della produzione di riso e dell’olio di girasole. Oltre alle balle di paglia di riso isolanti supportate da un’intelaiatura di legno, anche i pannelli rigidi sono stati realizzati in paglia di riso a fibra lunga o corta, offrendo una finitura estetica e una correzione acustica in spazi interni rumorosi. I pannelli, composti da una miscela di paglia di riso lunga, un legante e calce, vengono pressati in stampi appositamente progettati. Gli steli di girasole, coprodotto dell’industria dell’olio di girasole, hanno un midollo schiumoso con notevoli proprietà di assorbimento acustico, mentre la corteccia fibrosa risulta la parte resistente. Gli steli vengono sminuzzati e mescolati con leganti a base di calce e pigmenti naturali e pressati in stampi per produrre due tipi di pannelli, uno rigido da 2 cm, l’altro, da 5 cm con densità inferiore e proprietà fonoassorbenti. Per garantire la produzione futura, è stata stabilita una collaborazione a lungo termine con partner locali. Per le finiture interne è stato sviluppato un intonaco a base di argilla con proprietà acustiche ed estetiche. Il trattamento delle pareti Vallabrix comprende argilla gialla, residuo di una cava di sabbia silicea, mescolata con sabbia e polvere di pietra, per garantire l’aderenza dello strato di finitura composto da argilla, steli di girasole triturati, polvere di pietra, terra di caolinite e bentonite. L’intonaco è poroso e flessibile e assorbe il suono con la stessa efficienza degli isolanti sintetici convenzionali, ottimizzata dall’applicazione a spruzzo e la conseguente texture irregolare. I muri interni sono stati realizzati con la tradizionale tecnica della terra battuta, compattata per strati in una cassaforma. È stata sviluppata una miscela composta da sottoprodotti industriali locali: polvere di pietra proveniente dal taglio del calcare e detriti di demolizione di edifici, con l’aggiunta di sabbia di una cava vicina e argilla bianca proveniente dal sud-ovest della Francia. Test di laboratorio, sessioni di prototipazione e l’esperienza di un costruttore specializzato hanno permesso di ottenere un materiale certificato come >2 Mpa. I muri al primo piano sono composti da blocchi di terra compressa (CEB), tecnica che utilizza una pressa per produrre piccoli mattoni non cotti da argilla e aggregati. Per garantire la coerenza, la composizione utilizzata è molto simile a quella dei muri in terra battuta. Per produrre i blocchi direttamente in cantiere è stata progettata una pressa automatica personalizzata. Le piastrelle per bagni e cucina sono state realizzate in argilla smaltata in modo che fosse sufficiente una sola cottura. Il rivestimento traspirante colorato per la struttura in legno del blocco C è stato ottenuto aggiungendo acqua, un antiossidante e pigmenti a una vernice ecologica a base di alghe come alternativa ai pigmenti sintetici. La sperimentazione sul sale ha portato allo sviluppo di maniglie per porte costituite da telai in alluminio e cristalli di sale compresso, conosciuto fin dall’antichità per la sua azione antibatterica e quindi utile per le parti dell’edificio che vengono toccate di frequente. Le marsigliesi in copertura sono state smontate, selezionate e pulite prima di essere reinstallate. Quelle rotte sono state inserite nella pavimentazione nell’agorà o frantumate e mescolate all’intonaco di calce per le finiture dei prospetti esterni. Altri elementi sperimentali sono le prese di corrente in bioplastica, i lavandini in pietra di scarto, gli sgabelli in bioplastica riciclata, microalghe e additivi a base vegetale.
Scheda progetto
Area: 2,500 mq
Architectural design: Assemble + BC architects & studies
Local architect: ODA
Material development: Atelier LUMA + BC
Materials location: Arles, France
Client: LUMA Foundation
Structural and service engineering Betrec bioclimatic concept: SYNEFF Consult
Design: 2019-2023
Construction: 2021 - 2023
Opening: maggio 2023
Certifications: Lot 8 achieved the Gold BDM (Bâtiments Durables Méditerranéens) stamp during the design phase evaluating the social, economic and environmental aspects of a development from design to use
Interiors: Atelier blam, Lukas Wegwerth, Etablissement Brissaud, Association Le Village, Plâtre Vieujot, Atech, CSTB, CTTM, Ets Carré
Contractors: Atelier Kara, La pierre au carrée, Leemniscaat, Menuiserie Corrèze, Tanzi, CVI, Guintoli, NGE, Novacier, Calvo, Fernandez & fils, CKAT, Le village, Tonello, Brique Technique Concept, Rachid Mizrahi, CLP, SNEF, Briseno, Citynox, Apte
Certifications: Envirobat BDM, Scop DOMENE, Estenea, Adret, TERAO
Exteriors: Chris Posma SYNEFF Consult, COLDEP, TPF-I, Marie Marquet, Florent Valentin, Dominique Cardon, Véronique Mure, Genre, Agence PAYSAGE
Photos: Morgane Renou, Adrian Deweerdt, Joseph Halligan, Victor&Simon / Victor Picon, Joana Luz, Jean-Yves Demuyter, Laurens Bekemans