approfondimento – Presentato a Bologna il documento redatto al termine della preview della manifestazione Urbanpromo svoltasi a Torino il 13 e il 14 ottobre scorsi.

Oltre all'Istituto Nazionale di Urbanistica e ad Urbit Srl, che hanno organizzato Urbanpromo preview social housing, il comitato promotore della manifestazione torinese era composto da: Compagnia di San Paolo, Ance, Anci, Fondazione Housing Sociale, Cassa Depositi e Prestiti Investimenti Sgr, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Acri, Legacoop abitanti, Federcasa.

Il manifesto è composto di dodici punti. Tra questi, quello che riguarda la "pianificazione urbanistica" che auspica di "utilizzare il piano urbanistico come infrastruttura delle politiche urbane e dell'abitare e, in tale quadro, assicurare lo sviluppo dell'Housing Sociale lungo percorsi di sostenibilità ambientale e di salvaguardia del territorio,  privilegiando le opportunità del recupero e del riuso abitativo dei Centri storici, delle aree produttive dismesse o comunque dei complessi edilizi degradati". Un altro punto riguarda  il "rapporto tra domanda e offerta", con la raccomandazione agli operatori di predisporre "un'offerta abitativa in grado di cogliere la complessità della domanda e di rispondere attraverso un ampio ventaglio di soluzioni sul piano delle localizzazioni, dei regimi d'uso, dell'articolazione dei canoni e dei prezzi". Nel punto intitolato "Qualità architettonica" si consiglia di fare maggiore ricorso ai concorsi di progettazione per elevare la qualità del social housing. Si raccomanda poi un uso mirato della fiscaltà a favore delle aziende Casa, degli operatori pubblici e privati, di adottare aliquote Iva ridotte per l'alloggio sociale in fase di costruzione e per l'affitto e penalizzare coloro che mantengono non utiizzati gli alloggi. C'è anche un punto che focalizza l'attenzione sull'uso migliore del patrimonio edilizio pubblico: la raccomandazione è di "qualificare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica correlandone la consistenza, nelle diverse realtà urbane, al soddisfacimento della domanda abitativa espressa dalle fasce più disagiate della popolazione". Si consiglia poi di "orientare il processo di valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare pubblico non residenziale anche verso l'incremento dell'offerta di alloggi sociali".

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