Mercati – Il settore lapideo statunitense ha raggiunto quota 3,6 miliardi di dollari

Il trend di crescita lapidea negli Stati Uniti è proseguito anche nel 2007, superando 3,6 miliardi di dollari quanto a valore di marmi e pietre posti in opera, con un aumento di circa tre punti rispetto all'anno precedente, e con un'incidenza dell'importazione pari a 3,2 miliardi. Lo sviluppo più consistente si è avuto nei bagni e nelle cucine, grazie a 16 milioni e mezzo di commesse, 12 delle quali per interventi di ristrutturazione. Questi dati, assieme a tanti altri, sono emersi dalla conferenza sullo “stato dell'Unione” che Vince Marazita, massimo esponente del marketing settoriale nordamericano, ha tenuto alla fiera di Orlando.

Il Brasile nuovo leader dei fornitori
Nei confronti del 1994, quando il consumo statunitense di marmi e pietre si era fermato a “soli” 666 milioni, il tasso di crescita è stato quasi esponenziale, con incrementi più accentuati negli Stati di California, New York, Texas e Florida, che sono, nell'ordine, i massimi utilizzatori odierni. Vista la rilevanza fortemente maggioritaria degli acquisti esteri, gli approvvigionamenti via mare sono fondamentali, con due terzi del totale che transitano attraverso gli scali di Los Angeles, New York, Houston e Miami, con ovvio sviluppo dei trasporti e dei servizi. Le maggiori provenienze riguardano il Brasile, da cui nel 2007 sono stati spediti in USA materiali per 631 milioni di dollari, dato che fa del paese sudamericano il nuovo leader della classifica dei fornitori, a danno dell'Italia. Quest'ultima segue con 617 milioni, mentre nelle posizioni di rincalzo si trovano Cina e Turchia, con valori rispettivi di 507 e di 441 milioni. E' utile aggiungere che i prodotti lapidei coprono il 2,5% di tutto l'export brasiliano negli Stati Uniti, contro il 9,6 della Turchia e lo 0,2 della Cina, mentre la quota italiana è pari all' 1,8%, ed è costituita in prevalenza da granito, seguito dal marmo e dal travertino. 

La produzione interna
La produzione nazionale del settore, nonostante le interferenze critiche, conserva dimensioni importanti grazie a 135 cave e ad un alto numero di laboratori, con dislocazioni prevalenti negli Stati di Indiana, Wisconsin, Vermont, Georgia e Sud Dakota, e con incidenze fortemente maggioritarie di granito e limestones, che esprimono rispettivamente il 45 ed il 36% del totale, mentre arenarie, marmi ed altre pietre seguono con quote inferiori al 10%. Tornando al consumo, un riferimento importante è quello alle preferenze cromatiche. Secondo quanto ha rilevato Thomas Friedman del “New York Times”, oggi va per la maggiore il verde, seguito da rosso, bianco e bleu. Quanto alle finiture di superficie in vista, si vanno affermando talune novità come quelle a somiglianza di pelle o di schiuma consentite dalla tecnologia contemporanea, mentre spazi sempre maggiori della ricerca vengono dedicati alla valorizzazione industriale degli sfridi di cava e di laboratorio.

La crescita dell'attenzione del pubblico  
Molte attenzioni, come è scontato in una realtà assai orientata al mercato, sono dedicate alla comunicazione ed alla promozione, anche per quanto riguarda le certificazioni: lo dimostrano gli stessi annunci immobiliari, quando mettono in evidenza l'esistenza di finiture in marmo o in granito, percepite dall'uomo della strada alla stregua di un valore aggiunto fondamentale. Quanto ai mezzi, figurano in prima posizione il “wine and dine” (conferenza a carattere tecnologico e conviviale), i messaggi attraverso stampa e televisione (come il famoso ed emblematico “I am Brazilian Brown” lanciato da una grande Azienda internazionale durante il Superbowl), le campagne associative e le fiere. E' molto ricercato il contatto con il momento progettuale, a sua volta in forte ascesa: per la sola edilizia alberghiera esistono 200 studi professionali specializzati in questo tipo di costruzioni. In conclusione, quello americano è un mercato estremamente vivo, dove i venti di crisi sembrano destinati a una celere inversione, se non altro per i Paesi esportatori che sapranno cogliere in modo funzionale le opportunità offerte da una congiuntura naturalmente selettiva.