Testo a cura di Alessandra Coppa e di Simone Deugenio

MARMOMACC INCONTRA IL DESIGN
   Testo a cura di Alessandra Coppa e di Simone Deugenio

Dieci progetti di design che esaltano paradossalmente la leggerezza del marmo, sono stati protagonisti dell'evento ideato da Evelina Bazzo con Andrea Ciotti in occasione della quarantaduesima edizione di Marmomacc a Verona.
Dieci designer internazionali sono stati dunque impegnati in una ricerca di progettazione per individuare i possibili caratteri del prodotto industrial design di pietra. I progetti, collocati in alcuni stand o che addirittura in alcuni casi costituivano gli stand stessi, sono stati disseminati in fiera come in una caccia al tesoro.

 "La leggerezza del marmo" è il tema scelto per l'edizione 2007.
E' una bella sfida la leggerezza, e non solo alla legge di gravità. Per il marmo, che fa i conti tutti i giorni con il proprio peso specifico, la leggerezza può diventare un errore, un'ossessione, ma anche un'aspirazione.
42° Marmomacc -Verona 4/7 ottobre 2007

Riccardo Blumer lega I'idea della leggerezza al galleggiamento e ha progettato per Cedal Graniti recipienti di pietra che galleggiano. Denis Santachiara ha trovato il modo di alleggerire il marmo rendendolo trasparente alia luce e affilandolo come la lama di un coltello, ha ideato per I'azienda Testi Fratelli un monoblocco da cucina luminoso, con coltelli anch'essi di marmo. Alberto Meda per Campolonghi ha realizzato un tavolo luminoso per esterno, costituito da un certo numero di anelli sovrapposti e degradanti di spessore e di diametro, dalle cui fessure traspare la luce posta nella cavita della struttura. E poi le lampade di marmo e le case di marmo e pietra di Michele De Lucchi con Philippe Nigro per Piba Marmi, oppure I'ambiente dove pareti, pavimento, tavolo e lampada sono costituiti da diverse texture, sfruttando al meglio le capacita compositive delle lastre in quarzo, un progetto di Marco Piva per Santa Margherita. Sempre nell'ambito della riproducibilità tecnica un modulo mobile che da elemento totemico può divenire infinito attraverso I'uso della progettazione, sono le superfici articolate di Simone Micheli per esaltare la materia di Pietra della Lessinia. Nella direzione della modularita anche il celebre Kengo Kuma innamorato della pietra Serena de II Casone, già utilizzata da Michelangelo per le proprie sculture, presenta un progetto basato sulla forma del triangolo che assemblato a tre a tre e sovrapposto, viene a creare una struttura tridimensionale molto stabile. Per questo progetto la pietra Serena verrà tagliata il più sottile possibile e oltre alla leggerezza apparirà anche la trasparenza nella sua bellezza. La presenza femminile nel gruppo, la mitica Odile Decq, presenta una micro architettura per Rocamat, realizzata con le più moderne tecnologie produttive di trasformazione, un oggetto tridimensionale a tutto tondo di grandi dimensioni che sfida le leggi della gravità e che abbraccia le discipline dell'architettura, del design e della scultura. Aldo Cibic vuole trasformare la percezione della pietra di Vicenza in qualche cosa di lieve ed etereo con un allestimento contemplativo realizzato da una doppia quinta di sottili lamelle orizzontali che costituiscono parte dell'allestimento di Grassi Pietre. E infine Tobia Scarpa, grande manipolatore di materiali, utilizza frammenti di varie misure di marmo dalle forme ben definite, li mescola e impasta con resine e leganti cementizi per ottenere un nuovo blocco che, levigato e tagliato in sezioni diverse, darà origine a nuovi paesaggi marmorei di Agglonord.

Ne abbiamo scelti due fra i più interessanti, chiedendo spiegazioni direttamente ai protagonisti.

Denis Santachiara ha trovato il modo di alleggerire il marmo rendendolo trasparente alla luce e affilandolo come una lama, ideando per I'azienda Testi Fratelli, un monoblocco da cucina luminoso, con coltelli dello stesso materiale.

Tobia Scarpa, grande manipolatore di materiali, utilizza invece frammenti di marmo di varie misure ma dalle forme ben definite, mescolandoli con impasti di resine e leganti cementizi al fine di ottenere un nuovo blocco che, levigato e tagliato in sezioni diverse, consente di generare i nuovi paesaggi marmorei di Agglonord.

Marmo e design...sembra una contraddizione...
Denis Santachiara: Il marmo è un materiale poco usato nel design ma adesso grazie alle nuove tecnologie costituite dalle macchine a controllo numerico è possibile realizzare anche oggetti in pietra. Io ho realizzato dei coltelli. L'idea nasce dal voler utilizzare il marmo come una lama e io ho scelto un marmo durissimo.

La superficie del marmo negli interni. Che potenzialità ha nella "comunicazione" della superficie?
D.S.:
Negli interni contemporanei il marmo avrà un futuro se continueranno a svilupparsi le tecnologie per andare oltre a quanto realizzato fin ad ora, in grado di generare nuove particolari forme di lavorazione della superficie. Fino ad ora era più importante "far vedere che hai del marmo in casa". Il marmo trovava il suo valore solo nella nobiltà intrinseca del materiale e nel costo effettivo e queste peculiarità lo rendevano privilegio per pochi. Invece, secondo me, il marmo ha in sé delle possibilità espressive enormi, specialmente se accostate con altri materiali che, per contrasto, ne esaltano le caratteristiche. Questo può dare un contenuto d'immagine molto interessante.

Qual è il messaggio del suo oggetto proposto al Marmomacc?
D.S.:
Trovare forme leggere per il marmo e in questo progetto, trovare il modo di renderlo trasparente alla luce e affilato come una lama. II marmo è anche un materiale tradizionalmente da cucina adatto a lavorare gli alimenti e ad impastare. Da queste considerazioni ho ideato un piccolo piano da cucina ricavato in un monoblocco, scavato in modo che possa essere attraversato dalla luce con un piano attrezzato per contenere un set di coltelli di marmo.

Come vede il rapporto marmisti-designer?
D.S.: La collaborazione tra marmisti e desiger, in realtà, è ancora tutta da costruire in quanto ad oggi, l'unica tradizione che si è consolidata, è di natura edile-architettonica piuttosto che da showroom. C'è anche il problema legato alla distribuzione del prodotto di design di pietra. Lavorare con i designer presuppone da parte dell'azienda un'attenzione particolare del dettaglio. I difetti nell'oggetto di marmo si vedono alla distanza di pochi centimetri diversamente dall'architettura. Si deve tenere conto del salto di scala.

Scarpa, il suo modo di intendere il design è di particolare interesse perché non si è limitato a dare una forma al marmo ma si tratta di un vero "progetto" in grado di dare degli imput al sistema di produzione...
Tobia Scarpa:
Il progetto è la volontà che guarda lontano. Fare un pezzo di pietra non è un progetto. La differenza tra il progettista e l'artista è che il primo genera la cosa che subito diventa un'opera d'arte, invece il progetto possiede la capacità di proiettarsi nel tempo e di diventarlo. Noi viviamo nella felicità dell'insulso. Il nostro è un mondo leggero, infatti funzionano alla perfezione tutti i meccanismi che tolgono il pensiero, il sogno. Secondo me questo significa una rinuncia alla vita. Siamo davanti a una situazione in cui tutte le configurazioni funzionali della nostra società portano a un unico scopo. Il progetto è l'unico baluardo che potenzialmente potrebbe difenderci dalla pura funzione.

Nel suo progetto lei ha costruito il materiale...
T. S.:
L'impasto di marmi con frammenti di varie misure dalle forme ben definite sono uniti da resine e leganti cementizi e trasformati in blocchi che, levigati e tagliati in sezioni verticali orizzontali e diagonali, danno origine a nuovi e inusuali paesaggi marmorei dando una visione diversa del materiale. Un progetto innovativo nell'interpretazione delle modalità di produzione, adatto alle tecnologie di Agglonord, che potrà essere utilizzato in formati sottilissimi per rivestimenti navali, applicato in architettura per pareti ventilate, per oggetti di forme lineari e complesse.

Riccardo Blumer per Cedal Graniti Aldo Cibic e la pietra di Vicenza Michele De Lucchi con Philippe Nigro per Piba Marmi Odile Decq per Rocamat Kengo Kuma per II Casone
Alberto Meda per Campolonghi Simone Micheli e la pietra della Lessinia Marco Piva per Santa Margherita Denis Santachiara per Testi Fratelli Tobia Scarpa per Agglonord