Marquee for Restaurant Les Cols – RCR Arquitectes

"Evocare il passato, la vita all'aria aperta, l'arte della cucina, la semplicità, il futuro. Vivere la festa".
Con queste parole RCR Arquitectes descrivono il padiglione per banchetti del ristorante Les Cols. Il "tendone", perchè di un tendone sostanzialmente si tratta, si trova sul retro del ristorante Les Cols, nella cittadina di Olot, a circa 40 chilometri da Girona, ai margini del Parco di La Garrotxa. Questo è l'ultimo di una serie di interventi dei progettisti sul sito; il primo fu il ristorante, costruito poco più di dieci anni fa, seguito poi da una serie di padiglioni dedicata al pernottamento.
Le esigenze della committenza erano chiare: la struttura ricettiva aveva bisogno di un luogo che potesse ospitare sia banchetti di nozze, ritrovi sociali e convegni che una decina di persone non sembrando mai vuoto o sovradimensionato. RCR Arquitectes rispondono alla richiesta in modo originale, lavorando sulla sottrazione, plasmando il vuoto, disegnando confini labili e trasparenti. Creano "un ingannevole gioco fra interno ed esterno" attraverso materiali comuni, come la ghiaia e la pietra basaltica al suolo e a rivestimento dei muri di contenimento, una leggera copertura in ETFE, che poggia su una serie di catenarie di acciaio, e diaframmi trasparenti scorrevoli, che definiscono, di volta in volta, labili confini.

Il sito, all'origine, era piuttosto insignificante, con orti da un lato a alcune baracche dall'altro. I progettisti hanno deciso di definire l'area di intervento rimuovendo parte della collina; al di la del muro costruito a contenimento della terra, nascosti nelle pietre e in parte ipogei, l'ingresso con una zona aperitivo, la cucina (lasciata a vista) e i suoi locali di pertinenza, gli spogliatoi e i servizi per i dipendenti, il guardaroba e i servizi per i clienti. Ambienti articolati e compressi illuminati da sottili patii, lame di luce piantumate, che introducono a un grande spazio aperto, dissimulato in un gioco sempre variabile di trasparenze.
La terra, con i suoi colori e i suoi materiali, si ritrova nella sala: pietra vulcanica a rivestimento dei muri e al suolo e ghiaia nei sottili patii che concorrono a separare gli ambienti. In copertura, invece, l'etereo e le trasparenze: una struttura aerea di lunghi e sottili profili di acciaio circolari si flette al centro per effetto del suo peso disegnando una catenaria nello spazio; sopra di essa un doppio involucro di ETFE trasparente permette di traguardare il cielo e filtra la luce, riducendo l'ingresso del calore del sole in estate e, allo stesso tempo, schermando dal freddo invernale grazie al il cuscino d'aria isolante. Infine, lastre di pvc trasparente scorrevoli disegnano gli spazi fra interno ed esterno secondo le esigenze e le condizioni meteorologiche. A enfatizzare i percorsi zigzaganti, patii sottili, definiti sempre da lastre di pvc e costruiti in senso longitudinale all'andamento della catenaria, ospitano alberi in un letto di ghiaia che fuoriescono dalla copertura e suggeriscono una possibile divisione della sala. All'interno, quasi invisibili, gli arredi: tavoli e sedie minimali di metacrilato trasparente scompaiono o riflettono la luce in modo sempre diverso e imprevedibile.
Le riflessioni dei pannelli plastici che definiscono gli spazi sono amplificate di notte: tubolari led incassati nei profili di acciaio della copertura rendono il padiglione una scatola luminosa e trasparente.